La Nuova Sardegna

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Riforma degli enti locali, per Sassari il progetto della giunta regionale è da bocciare

di Andrea Massidda
Da sinistra, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il sindaco di Sassari Nicola Sanna
Da sinistra, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il sindaco di Sassari Nicola Sanna

Il sindaco Sanna contesta la nuova bozza del disegno di legge. Ma Bruno (Alghero) e Wheeler (Porto Torres) mostrano interesse

16 settembre 2015
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SASSARI. Per qualcuno dà finalmente dignità normativa alla funzione associata tra i Comuni, mettendo in giusto rilevo l’importanza di porti e aeroporti. Per qualcun altro la bozza di riforma degli enti locali appena presentata dall’assessore Cristiano Erriu non potrà che penalizzare drasticamente il Nord dell’isola. In particolare Sassari, cui - sempre secondo i detrattori della proposta - è concesso di fatto un contentino dal valore esclusivamente nominale. La nuova versione del provvedimento che mira a ridisegnare l’architettura istituzionale della Sardegna fa discutere prima ancora di passare all’esame del Consiglio regionale. Anzi, per dirla tutta ad alcuni sindaci del Sassarese provoca un forte mal di pancia.

È il caso, ad esempio, del primo cittadino del capoluogo turritano, Nicola Sanna (Pd), che boccia senza giri di parole il progetto della giunta Pigliaru. «Questa bozza non piace né alla mia città né alla mia maggioranza - dice - e non rispecchia quanto già espresso da me più volte e anche dal voto del consiglio comunale di Sassari. In Sardegna devono esserci due città metropolitane destinate a sostituire le due Province storiche e non si vogliono cogliere le potenzialità della previsione legislativa della legge Delrio, che consente alle Regioni a statuto speciale di agire autonomamente». Sanna lancia dunque un appello ai sindaci del Nord Sardegna: «Restiamo uniti per evitare che il nostro territorio sia collocato in una dimensione di subalternità o di secondo grado rispetto all’altra area metropolitana».

La pensa così anche Franco Cuccureddu, primo cittadino di Castelsardo. «Il fatto che sia prevista per il Sassarese un’Unione di comuni dell’area metropolitana è una grande fregatura - tuona -, di fatto questo appellativo non avrà riflessi giuridici e non si potrà accedere a finanziamenti dedicati come i Por Metro. Nel contempo Cagliari si ritroverà con l’area metropolitana più estesa d’Italia. Assurdo».

Decisamente più ottimista è invece il sindaco di Alghero Mario Bruno, che intravede nella bozza importanti opportunità per la cittadina catalana. «Da parte nostra - spiega - abbiamo già moltiplicato l’attenzione verso l’area vasta e partecipiamo insieme ai sette comuni della cosiddetta regione storica a una progettazione regionale ed europea. Inoltre il disegno di legge offre ad Alghero, sede di un aeroporto strategico, la possibilità di essere capofila di una serie di comuni per la gestione di trasporti, rifiuti, scuole e così via».

Anche Sean Wheeler, sindaco pentastellato di Porto Torres, trova la bozza interessante. «La Regione riconosce alla nostra città un ruolo determinante per via dello scalo marittimo - commenta -, dunque dal nostro porto e dal suo sviluppo non si può prescindere».

Tra quelli che riscontrano nella riforma gli elementi per una crescita del Nord-Ovest e quelli che invece vi ravvisano soltanto le caratteristiche di una coltellata alla schiena c’è anche chi si pone in una posizione intermedia. Per il consigliere regionale del Pd Salvatore Demontis, sassarese, quella della giunta regionale è sostanzialmente una «buona riforma», capace di far partire con tutti i crismi le Unioni di comuni». A non convincere l’esponente della maggioranza nell’assemblea dei sardi è invece il progetto di far coincidere i confini dell’area metropolitana di Cagliari con quelli della vecchia Provincia. «Stando così le cose, tuttavia - spiega - mi chiedo perché si debba negare lo status completo di area metropolitana anche alla vecchia Provincia di Sassari».

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