Gli “Enigmi abbacinanti” del pittore Giò Tanchis a Milano
MILANO. “Enigmi abbacinanti”. Così si intitola la mostra del pittore sardo Giò Tanchis, che da ieri si può visitare nella prestigiosa sede dell'Archivio Galleria Lazzaro by Corsi. Nella esposizione...
MILANO. “Enigmi abbacinanti”. Così si intitola la mostra del pittore sardo Giò Tanchis, che da ieri si può visitare nella prestigiosa sede dell'Archivio Galleria Lazzaro by Corsi. Nella esposizione curata dal critico d’arte Alessandra Radaelli – e visitabile sino al 10 di ottobre – venti opere di grande e medio formato realizzate tra il 2014 e primi mesi di quest'anno, dove GiòTanchis ha trasformato le sue suggestioni in visioni oniriche, scenografie geometriche e metafisiche, arcane misteriose, dai vividi colori e nitidissimi contorni, com'è del resto il suo stile - di ispirazione espressionista, qui istintivamente corretto in apparizioni magiche e inquietanti , accostate una all'altra fuori da logiche realistiche. Nessun aspetto nuovo, sconosciuto o dimenticato, anzi figure riconoscibili nella loro schematicità, ma immerse nella luce, sospese nel silenzio e prive di presenza umana. Nel dialogo dei rapporti spaziali e cromatici (bianco assoluto, rosso,nero,verde o azzurro) e nella luminosità pura, ecco appare la Torre Velasca. Fra linee razionaliste e semplificazioni classiciste. Tanchis porge visioni senza tempo, un'esplorazione d'interiorità urbanistica dando alla città ed alle sue strutture un aspetto più fascinoso di quanto non appaia attraverso i frettolosi sguardi quotidiani.
Non è la prima volta che Tanchis espone nella Galleria Lazzaro: la prima fu nel 2008 quando i suoi imponenti tori campeggiarono nella mostra "Spagna- Sardegna, viaggio pittorico", patrocinata allora dall'Ambasciata spagnola.
Poche settimane dopo quelle di GiòTanchis, l'Archivio Lazzaro esporrà le opere di un altro grande artista a cui la Sardegna è particolarmente legata: Aligi Sassu.
Walter Marchionni, in arte Giò Tanchis, è nato a Villacidro. È figlio di Dino (urbinate, noto incisore ed acquerellista).
Le tecniche utilizzate all’inizio da Giò Tanchis come l'acquerello, la china, i pastelli non consentivano appieno di mettere in pratica la sua passione per il colore, cosa che avviene quando, in età matura, scopre i colori acrilici, le paste , le vernici.