Erriu: «Subito la riforma a rischio 100 milioni»
L’assessore risponde alle accuse dell’Anci: questo riordino è solo transitorio Se non c’è il via libera a ottobre il costo degli enti locali peserà sulla Regione
CAGLIARI. Qualcuno lo ha già definito Cristiano il Restauratore, ma l’assessore agli Enti Locali Erriu non ci sta. La bocciatura arrivata ieri dall’Anci al progetto di riforma non gli è piaciuta. I sindaci temono che la rinascita delle quattro Province storiche sia un anacronistico ritorno all’antico. Ma lui chiarisce subito: «Non è così – dice Erriu –. Questa riforma è temporanea ed è destinata in breve tempo a essere rivista. Ma siamo costretti a seguire questa impostazione. Perché di fatto le Province storiche non possono essere abolite senza una modifica della Costituzione».
Il pasticciaccio. L’assessore non lo può dire in modo esplicito, ma la scelta di riesumare le quattro Province, in realtà sono tre con Cagliari che diventa città metropolitana e ingloba tutto il territorio precedente, è una scelta forzata. Il referendum di fatto se ha fatto capire la volontà popolare di cancellarle da solo non basta per spazzarle via. È la Costituzione a garntirne l’esistenza. Ma se la buccia deve restare la Regione ha lavorato per svuotarle di parte delle competenze. E in ogni caso una riforma deve essere approvata
Corsa contro il tempo. «In realtà l’approvazione della legge di riforma deve avvenire entro la fine di ottobre – continua Erriu –. Il motivo è semplicissimo. In caso di ritardi da novembre la Regione sarebbe costretta ad accollarsi i costi del funzionamento delle Province. Più o meno 50 milioni di euro. A questi si deve aggiungere il mancato introito di 45 milioni che arriverebbero alla città metropolitana di Cagliari. Soldi che si possono avere solo se viene istituita». Il conto si fa in fretta 100 milioni di euro in meno e il caos della gestione degli enti locali che diventa sempre più vasto.
La rasoiata. Erriu sembra non avere digerito la bocciatura arrivata dall’Anci. «Mi stupiscono alcune affermazioni –continua –. Perché le preoccupazioni dell’Anci sono le nostre. Noi non vogliamo approvare una riforma definitiva, questa non lo è. È una disposizione transitoria. Le parole che sono arrivate da Ghilarza mi hanno sorpreso. Anche perché il disegno di legge tiene conto delle istanze presentate dall’Anci, ma anche dalle altre associazioni degli enti locali».
La legge Delrio. La Regione ha già messo in pratica le novità introdotte dalla legge Delrio. «Anche senza l’attuazione completa della riforma già da ora la distribuzione dei servizi non tiene più conto dei confini delle Province – spiega Erriu –. Questo è già evidente per esempio per tribunali e Camere di commercio, tanto per fare un esempio. La divisione che viene proposta non è una rigida riproposizione del passato, ma un passaggio obbligato in attesa che la volontà dei cittadini possa essere portata a totale compimento. Ma perché questo accada si deve attendere la riforma della Costituzione che deve essere completata in parlamento». Per ora la Regione deve portare avanti il riordino degli enti locali con gli strumenti che le leggi nazionali consentono.
L’accelerata. L’assessore Erriu non nasconde una certa impazienza. Il motivo sono le possibili ripercussioni sui bilanci della Regione. «Il testo è già pronto da tempo e lo abbiamo sottoposto all’attenzione dei consiglieri e delle associazioni. È passato in diverse commissioni – continua Erriu –. Ora deve essere discusso in commissione Autonomia, in cui si deve prendere atto di qualche modifica. Poi ci sarà l’ultimo atto, il passaggio in aula. Come già detto deve avvenire prima della fine di ottobre. Al 30 novembre i costi finanziari delle Province rischiano di pesare sulle casse della Regione. E dovremo versare alle Provincie 50milioni, necessari per il funzionamento della macchina».