La Nuova Sardegna

Invasione inarrestabile delle specie aliene

Invasione inarrestabile delle specie aliene

Non è un caso che il mollusco dal mantello d’oro sia stato trovato su un tappeto di caulerpa racemosa. L’alga tropicale arrivata nei nostri mari diversi anni fa e considerata il cancro del...

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Non è un caso che il mollusco dal mantello d’oro sia stato trovato su un tappeto di caulerpa racemosa. L’alga tropicale arrivata nei nostri mari diversi anni fa e considerata il cancro del Mediterraneo è entrata attraverso il canale di Suez trovando però condizioni ideali per sopravvivere. A partire dalle temperature calde, le stesse che hanno consentito alla Aplysia dactylomela di sopravvivere, nutrirsi e svilupparsi. Ma le specie aliene sono ormai una lunga lista nel mare sardo. Barracuda, pesci pettini (foto), pesci chirurghi, pesci flauto e pappagallo, arselle filippine, granchi e meduse giganti portano avanti una difficile convivenza con le specie autoctone. Anche il nostro mare ha la febbre alta. Una conseguenza dei cambiamenti climatici e del surriscaldameno del pianeta che, oltre alle temperature più elevate, generano una guerra per la sopravvivenza sotto il mare. La Caulerpa racemosa combatte contro la posidonia per lo stesso spazio vitale. La prima alga, molto aggressiva, tende a sottrarre nicchia ecologica alla seconda. Strapparla significa aiutare la sua inarrestabile conquista. Simile il duello che il barracuda del Mar Rosso andrà a combattere con i predatori autoctoni, come spigole o ricciole. Alcune specie sono arrivate attraverso il Canale di Suez, altre attraverso lo stretto di Gibilterra. Altre ancora invece viaggiano aggrappate alle ancore o nelle acque di zavorra delle navi mercantili. Specie clandestine che non sopravvivrebbero se non fosse in corso una inarrestabile tropicalizzazione del Mediterraneo.

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