La Nuova Sardegna

Finanziaria e welfare, allarme in maggioranza

Finanziaria e welfare, allarme in maggioranza

A poche ore dagli emendamenti, non c’è ancora la copertura della spesa sociale Il centrosinistra in crisi, le associazioni protestano e l’opposizione va all’attacco

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CAGLIARI. Alla scadenza del primo appuntamento importante, la presentazione degli emendamenti, la Finanziaria rischia una pericolosa navigazione a vista nella maggioranza di centrosinistra. Il nodo più ingarbugliato di tutti è sempre la spesa sociale, con 32 milioni ancora da trovare. La soluzione annunciata doveva essere il ricorso ai fondi europei, ma in queste ore il tavolo tecnico della presidenza della Regione non ha sciolto le riserve sulla possibilità o meno di traslocare sul sociale almeno la metà di quei finanziamenti. L’incertezza è rimasta la stessa della scorsa settimana, con il centrosinistra in allarme dopo aver respinto i tagli (o mancata copertura che dir si voglia) previsti nella bozza dell’assessore Raffaele Paci e ora sul tavolo della commissione Bilancio del Consiglio regionale, presieduta da Franco Sabatini del Pd.

Maggioranza. Oggi alle 20 gli emendamenti dovranno essere protocollati. Però prima ci saranno due riunioni decisive. In mattinata sarà il gruppo del Pd a indagare sulla fattibilità dell’’operazione fondi europei. Nel pomeriggio farà lo stesso la coalizione. Dai due vertici, i consiglieri regionali vogliono uscire con la certezza di aver sul piatto i 32 milioni. Altrimenti pare siano pronti a presentare una valanga di correzioni, con uno spostamento vorticoso delle partite, che di fatto vorrebbe dire una riscrittura profonda della Finanziaria. Se così fosse, i tempi si allungherebbero e l’approvazione in aula del bilancio prima di Pasqua salterebbe. Tra l’altro nel centrosinistra è in alto mare anche la discussione sulla destinazione del tesoretto di i 12milioni recuperato dall’assessore Paci. È quello che è rimasto: 70 saranno utilizzati per sterilizzare l’aumento delle tasse nel 2016. Su questo nuovo margine di manovra i partiti devono dire ancora la loro, anche se la vera emergenza resta il welfare. Comunque oggi, in tarda serata, una soluzione andrà trovata, per evitare di finire ancora – com’è già accaduto – nel mirino delle critiche.

Opposizione. Oggi Forza Italia e gli altri gruppi di minoranza presenteranno i loro emendamenti ma non saranno quelli definitivi. Prima vogliono capire come la maggioranza risolverà i suoi di problemi. «Mi sembra molto in difficoltà», fa sapere Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, che aggiunge: «Non vorrei che da quelle parti avessero in mente un altro rinvio. Sarebbe inaccettabile e soprattutto confermerebbe che è in corso uno scontro feroce fra Giunta e maggioranza».

Forze sociali. Sul «nessuno tocchi il welfare» cominciano a esserci le barricate delle varie associazioni e dei sindacati. Anche se l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, proprio ieri ha firmato un armistizio con il Comitato 16 novembre, è quello dei pazienti non autosufficienti. Il segretario Salvatore Usala e gli altri del suo gruppo avevano organizzato per oggi un sit in di protesta: l’hanno sospeso come «segno di disponibilità dopo le assicurazioni dell’assessore sul ripristino dei fondi destinati all’assistenza domiciliare». Anche il centro studi dell’associazione Abc Sardegna, sono le famiglie dei portatori di handicap, ha sollecitato maggiore chiarezza sui presunti tagli. «Prima di tutto – scrive Abc – non è vero che la spesa è fuori controllo come sostiene l’assessore Paci. Dal 2009 a oggi è cresciuta solo dell’1 per cento. Secondo, sono state proprio le associazioni a sollecitare, a suo tempo, maggiori controlli sugli stanziamenti. C’è una legge in proposito, ma è la Regione a non averla ancora applicata. In conclusione: non chiediamo un euro in più, ma neanche un euro in meno». Anche per il segretario della Cisl Ignazio Ganga i tagli annunciati non sono accettabili. «È inconcepibile che all’improvviso spariscano dal bilancio due milioni per l’autosufficienza, quattro destinati ai servizi alle persone, cinque per l’assistenza domiciliare e altri due con cui l’anno scorso erano stati finanziati i piani territoriali. Le coperture vanno trovate aubito o, come sempre, saranno le categorie più deboli a essere ancor più emarginate». (ua)

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