Assessorato per il Mediterraneo
La proposta della Rete per la cooperazione: «Non c’è solo l’emergenza sbarchi»
CAGLIARI. Non solo la gestione dell’emergenza, per governare il fenomeno dell’immigrazione è indispensabile un assessorato regionale che si occupi del Mediterraneo e di quanto accade «davanti ai nostri occhi». A sollecitare il cambio di passo e lo hanno fatto con decisione sono state le otto associazioni che fanno parte della Rete sarda della cooperazione internazionale: Acam, Amici di Sardegna, Africa Onlus, Anolf, Panta Rei, Coopi, Quisqueya e Uniti. È stato questo il primo segnale dopo il via alla campagna per l’integrazione che dovrebbe concludersi agli inizi del prossimo anno con gli stati generali di tutte le 120 organizzazioni cooperanti e della Regione. È indispensabile una gestione unitaria, hanno detto, «o rischiamo di perdere, come peraltro è accaduto, le opportunità offerte da progetti nazionali ed europei». Secondo Roberto Copparoni (Amici di Sardegna), «l’attenzione continua a essere sugli sbarchi e non ci sono – se non quelle organizzate dai volontari – iniziative concrete a favore della cooperazione. Fino al punto che non siamo stati ancora convocati dalla Regione per discutere insieme di quello che si può fare». Per Michele Demontis, presidente della Rete: «Gli enti pubblici sono fermi solo alla prima accoglienza, mentre dovrebbero puntare soprattutto su progetti più ampi e legati allo sviluppo sociale» Per rilanciare: «Nel momento in cui assistiamo allo spostamento massiccio di rifugiati, vogliamo lanciare un messaggio: in Sardegna possiamo organizzare il laboratorio delle buone pratiche per una reale cooperazione qui e nella sponda sud del Mediterraneo. Fino a diventare la porta d’ingresso dell’integrazione e sarebbe un’altra risposta decisiva per fermare chi vuole innalzare muri in Europa».