L’alta tecnologia per il rilancio dell’isola
Annunciato l’accordo tra l’Università di Sassari e il Cern. Pigliaru: «Nel Patto per la Sardegna 30 milioni per la ricerca»
SASSARI. Fare dell’alta tecnologia e dell’innovazione una reale prospettiva di sviluppo per l’isola. È l’obiettivo dell’accordo annunciato ieri nell’aula magna della sede centrale, tra l’università di Sassari e il Cern di Ginevra. Un accordo che consentirà a tante imprese medio-piccole del territorio, di avviare la propria attività nel campo dell’innovazione con l’appoggio del celebre laboratorio di fisica nucleare che da alcuni anni ha deciso di investire non soltanto sulla ricerca di base ma anche sul trasferimento tecnologico, cioè sulla “traduzione” delle scoperte scientifiche in oggetti e servizi da produrre a livello industriale. Ma proprio la ricerca di alto livello è la base di un accordo di questo genere ed è quindi stata accolta con entusiasmo la notizia data dal presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura dell’incontro: «C’è una voce specifica per la ricerca di base tra le richieste che abbiamo portato al tavolo del Governo perché sia compresa nel Patto che presto firmeremo: sono 30 milioni per il triennio che va dal 2017 al 2020». Pigliaru ha anche aggiunto che l’accordo con il Cern è un passo di grandissima importanza ma i ricercatori di Ginevra dovranno trovare un terreno adeguato nel mondo dell’istruzione che oggi come oggi vede la nostra regione in difficoltà, con tassi altissimi di dispersione scolastica e un basso numero di laureati.
Elemento condiviso dal rettore Massimo Carpinelli che nell’introduzione ha posto l’accento sulla trasformazione del mercato la quale richiede un maggiore impegno ai ricercatori. «È ormai chiaro che l’università ha un ruolo importante nella nascita e nella crescita di imprese di piccole e medie dimensioni – ha detto –. Ecco perché nel 2013 abbiamo creato gli incubatori Cubact e Fablab che fanno da fucina per i progetti start-up».
Adesso, dunque, c’è la prospettiva concreta che la candidatura dell’incubatore di Sassari si trasformi nell’accesso alla rete Bic (Business Incubation Center) creata dal Cern nei Paesi membri del laboratorio che ancora in Italia deve essere avviata e che sarà gestita dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ieri presente all’incontro con la vicepresidente Speranza Falciano. «È un’occasione che non ci possiamo lasciar sfuggire – ha concluso Pigliaru – ed è per questo che bisogna investire per creare un capitale umano di persone istruite che possano rispondere ai requisiti richiesti da un’istituzione come il Cern e a un mercato basato sull’alta tecnologia».
Di seguito, davanti a un pubblico di addetti ai lavori e di molti politici (il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il senatore Silvio Lai, il sindaco di Sassari Nicola Sanna e di Porto Torres Sean Wheeler, più diversi assessori regionali) i responsabili del Cern hanno illustrato il funzionamento del laboratorio (un consorzio di 21 Paesi) dal punto di vista della ricerca sui protoni e l’attività, inaugurata alcuni anni fa, di promozione di piccole medie aziende che possano sfruttare il marchio e le conoscenze del Cern. Giovanni Anelli, che dirige il Gruppo di Trasferimento Tecnologico, ha illustrato le opportunità di collegarsi alla rete dei Bic per poter, attraverso le università, dare corpo a progetti ad alto tasso tecnologico.
Enrico Chesta ha invece parlato del settore medico, che trova applicazione nella produzione di sofisticati macchinari per la diagnosi e per la cura dei tumori e di quello aerospaziale. Dopo gli interventi di Francesco Taccetti, esperto del Cern nelle applicazioni al settore dei Beni Culturali e di Cristina Vistoli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sono state illustrate le aziende già nate all’interno degli incubatori dell’università di Sassari.