La Nuova Sardegna

Pigliaru: «Il nord dell’isola ora è la nostra priorità»

di Luca Rojch
Pigliaru: «Il nord dell’isola ora è la nostra priorità»

Il governatore lancia la sua campagna: industria, trasporti e viabilità Sul tavolo mette centinaia di milioni di euro per rilanciare il territorio

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SASSARI. Il governatore guarda verso Nord. I suoi avversari lo accusano di essere vittima della sindrome sudista, ma Francesco Pigliaru non ci sta e mette sul tavolo i milioni di euro che la sua giunta ha destinato al Capo di sopra. «Cifre importanti. 100 milioni per interventi nelle strutture ospedaliere di Sassari, 30 milioni per la ricerca universitaria, 35 milioni per i lotti 2 e 3 della metro, 27 milioni per le scuole. Oltre 120 milioni per l’Alghero-Sassari, 130 milioni per il tratto di 131 che va verso Sassari. 75 milioni per la manutenzione delle strade. Solo per citare alcuni interventi. Non sono firme su protocolli, sono soldi veri, messi in strumenti operativi o in legge, come per il caso delle nuove entrate – dice Pigliaru convinto –. Accanto a questi ci sono i forti investimenti chiesti a Rfi per rinnovare una rete ferroviaria disastrosa proprio da Oristano in su. Ma il nostro sguardo è rivolto al nord su tutte le priorità».

L’industria. Il blitz di Pigliaru a Sassari è servito, tra le altre cose, anche per un confronto con i sindacati. «Abbiamo parlato a lungo – spiega –. Condivido le loro preoccupazioni e da mesi la giunta lavora per trovare una soluzione. Il loro sciopero non è contro. Non è contro la Regione, è uno sciopero per mettere in evidenza la gravità della situazione di alcune crisi del territorio. Ed è su questo che lavoriamo». Pigliaru non si nasconde. «Noi dobbiamo puntare allo sviluppo delle imprese – sottolinea il governatore –. L’energia diventa uno strumento fondamentale per creare i presupposti di crescita delle aziende. Ep ha un ruolo chiave. Per noi il suo investimento da 700 milioni di euro deve restare nel territorio di Porto Torres. Sulla costruzione del quinto gruppo apriremo un confronto. Ma partiamo da un punto fermo. L’investimento non può essere evitato. Questo intervento si può anche inquadrare all’interno del piano energetico della Regione che prevede un passaggio graduale dal carbone e petrolio al metano, per poi arrivare alle rinnovabili. Domani sarò di nuovo a Roma a parlare delle emergenze del Nord dell’isola».

Il futuro verde della chimica. Anche su questo punto Pigliaru non ha incertezze. «Noi crediamo in modo profondo al progetto Matrica. Per noi rimane un punto fermo. E pretendiamo che lo sia anche per il governo – aggiunge –. Ecco perché pretendiamo che Eni resti all’interno del progetto. Secondo noi Matrica va nella direzione giusta. È vero che il crollo del prezzo del petrolio ha portato nello stesso tempo a un appesantimento dei conti di Eni e a un rallentamento dei progetti alternativi. Ma la chimica verde è il futuro. E l’Italia è leader in questo settore. Non accetteremo mai un passo indietro da parte del governo. In questi mesi abbiamo lavorato per puntellare questo progetto».

Il metano. Il governatore dedica al metano un punto del piano per la Sardegna deciso con il governo. «Abbiamo puntato sui rigassificatori e sui depositi – afferma –. Abbiamo l’accordo con il governo e abbiamo anche ottenuto che l’isola abbia sempre un prezzo di mercato identico al resto d’Italia. In caso di crescita del costo al cittadino sardo interverrà il governo per parificare il costo. Ma il metano è un punto di transizione. Partiamo dalle centrali a carbone e petrolio che si trovano nell’isola, affiancheremo il metano, ma il futuro sono le fonti rinnovabili».

Trasporti. La madre di tutte le battaglie si gioca su più tavoli. Cagliari-Roma-Bruxelles. Una triangolazione che rischia di lasciare la Sardegna a terra. «Siamo consapevoli delle difficoltà – dice – che per essere sinceri abbiamo ereditato». Una sorta di paralisi burocratica. Bruxelles ha aperto una procedura di infrazione contro gli aiuti dati dalla Regione agli aeroporti. Senza il pronunciamento dell’Ue non possiamo fare nulla. Né privatizzare l’aeroporto di Alghero, né dare vita alle politiche di stimolo dei vettori che portano nuove rotte con la Sardegna. Ma questo non significa che restiamo fermi. Per prima cosa abbiamo ottenuto dal governo l’impegno a darci 30 milioni di euro all’anno che si andranno ad aggiungere ai 45 che già destiniamo alla continuità territoriale 1 e 2. Questo ci consentirà di ampliare il numero di voli e di aprire nuove rotte in continuità».

Low cost. La Regione punta anche a incrementare i voli low cost. «Anche in questo caso dobbiamo attendere la risposta di Bruxelles, ma abbiamo già a disposizione risorse importanti – afferma –, oltre 20 miloni di euro. Soldi pronti per essere investiti su queste politiche. Il vero problema non sono le risorse, ma l’assenza di regole certe. Impossibile muoversi senza uno scenario definito di leggi».

Alghero. Un capitolo a parte è dedicato all’aeroporto di Alghero. «In questi anni è stato gestito male e ha funzionato male – afferma il governatore –. La testimonianza è davanti a noi. Ad altri scali che in Sardegna fanno utili. A nostro avviso c’è una sola strada per l’aeroporto di Alghero. È la privatizzazione. Un’azienda che abbia uno spirito imprenditoriale importante ed esperienza internazionale potrà dare nuovo slancio ad Alghero. È chiaro che tra quello che vogliamo e quello che possiamo fare c’è di mezzo la decisione dell’Ue, che di fatto ci paralizza. Ci avevano rassicurato che entro marzo sarebbe arrivata una decisione. La attendiamo ancora. Ma siamo fiduciosi».

Autostrade e mulattiere. I detrattori del governatore lo accusano di essere più impegnato a creare le autostrade digitali che a riparare le strade sarde. «Mi sembra ingeneroso – ribatte –. Per prima cosa abbiamo impegnato risorse importanti per le strade dell’isola e in particolare per il nord. Dalla 131 alla Sassari-Olbia alla Sassari-Alghero. Senza contare come la rete ferroviaria sia ritornata con noi a essere una priorità. L’obiettivo è arrivare in treno da Cagliari a Sassari in due ore. Ma insisto anche sull’aspetto delle autostrade digitali. Senza la rete veloce le nostre imprese non potranno mai diventare competitive. I centri dell’interno dell’isola saranno sempre più isolati e destinati a spopolarsi. L’accordo con Amazon, che distribuirà i prodotti del nostro artigianato, ne è un caso emblematico. Come potrebbero i nostri produttori approfittare di questa opportunità se non avessero un collegamento a banda larga? È chiaro che dobbiamo sostenere questa rivoluzione per far crescere la nostra isola».

Il riformista. In questi anni la giunta porta avanti una serie di riforme che rischiano di diventare impopolari, come la rivoluzione degli enti locali e del pianeta sanità. «Siamo consapevoli del profondo stravolgimento che si è venuto a creare con la cancellazione delle Province. Ma sono stati creati strumenti di governo del territorio moderni che guardano al futuro. Non abbiamo più 377 piccoli comuni isolati. Ma grazie ai nuovi strumenti si creano centri efficienti che danno servizi. Ora è necessario che i Comuni diano vita alle Reti metropolitane. In questo modo la Regione avrà un interlocutore forte e autorevole con cui programmare lo sviluppo del territorio». Nelle parole di Pigliaru è chiaro l’invito perché il nord e il centro dell’isola diano vita da subito alle Reti metropolitane, perché il gap dalla Città metropolitana non cresca.

Asl unica. È l’ultima crociata del governatore, quella su cui Pigliaru ha posto una sorta di fiducia. «Non è una presa di posizione – spiega –. Basta osservare cosa in questi anni è diventata la spesa sanitaria per capire che è indispensabile intervenire. Il rapporto tra standard di qualità e costi è insostenibile. È indispensabile ripensare la rete ospedaliera in modo moderno. Vanno cancellati inutili doppioni nella gestione delle Asl e si deve creare una rete ospedaliera di livello, con centri ad alta specializzazione e ospedali che offrano servizi di qualità nei territori. La Asl unica è uno strumento indispensabile per fare questo. Per dare più trasparenza nella spesa e nella gestione delle risorse». Pigliaru non lo dice in modo esplicito, ma ha iniziato la sua campagna per conquistare il nord.

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