La Nuova Sardegna

Disoccupati, uno su tre è disabile

di Michela Cuccu
Disoccupati, uno su tre è disabile

Le assunzioni delle categorie protette sono bloccate per la spending review

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ORISTANO. Oltre 40mila disabili in Sardegna sono senza lavoro. Cifra di per se preoccupante, che lo diventa ancor di più se raffrontata agli ultimi rilevamenti dell’Istat che indicano in 111.500 il totale dei disoccupati. In altre parole, un terzo dei senza lavoro nell’isola è portatore di disabilità. Il dato, in tutta la sua drammaticità è emerso, a Santa Giusta, nel corso di un convegno sui temi dell’agricoltura sociale come opportunità di inserimento lavorativo per le categorie svantaggiate, organizzato nella Comunità “Il seme”. È stato Alfio Desogus, presidente regionale della Fish, la Federazione italiana per il superamento delle disabilità, a rendere pubblica una realtà che sa di dramma nel dramma, addirittura più grave. «Nella pubblica amministrazione ci sono 396 posti di lavoro vacanti riservati alle categorie protette», ha denunciato Desogus «posti di lavoro che non possono essere assegnati per il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e a causa del patto di stabilità». Il pensiero dunque va alla spending review, con la spesa pubblica ridotta all’osso.

Eppure, in Sardegna, ci sono migliaia di euro di fondi pubblici destinati all’inserimento lavorativo dei disabili, mai spesi. «Tre anni fa la Regione stanziò 184.600 euro per i tirocini lavorativi dei portatori di disabilità – riferisce Desogus – avrebbero dovuto gestirli le Province, che ne hanno speso appena il 45 per cento. Ora, per poter utilizzare quei fondi bisognerà riavviare la programmazione, ma nel frattempo, il Comitato regionale per il lavoro ai disabili da due anni non si riunisce e solo adesso stanno rinnovando le nomine». Una realtà fatta di esclusioni che non riguarda solo il settore pubblico. «Nel settore privato, malgrado ci sia l’obbligo di assunzione dei disabili, l’impresa può eluderla attraverso una relazione tecnica», denuncia Roberta Manca, segretario generale della Cgil di Oristano «Quella dei disabili esclusi dal mondo del lavoro – tuona la sindacalista – è una tragedia nella tragedia».

Un altro dato riguarda il numero, enorme, di invalidi e disabili, il 70 per cento dei 149mila iscritti ai registri Inps e Inail, che hanno come unico sostentamento un assegno di sussistenza di 289euro mensili. Il commento di Desogus è raggelante «si tratta di persone candidate alla perpetua povertà».

Una delle soluzioni tracciate per cancellare l’esclusione dal lavoro di migliaia di sardi potrebbe arrivare consentendo ai disabili di diventare imprenditori, magari nell’artigianato e in agricoltura. Su questo fronte la Regione ha compiuto un importante passo in avanti, quando, l’anno scorso è stata varata la Legge 11 che, sviluppando il concetto di agricoltura sociale, offrirebbe un’opportunità di lavoro nelle aziende agricole, di pesca e negli agriturismo. «Peccato che la legge non sia mai stata finanziata e non c’è certezza se ciò avverrà nel prossimo Bilancio», è l’amara conclusione del presidente di Fish Sardegna.

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