La Nuova Sardegna

Stipendi dei manager, in Sardegna i più alti

di Alessandro Pirina
Stipendi dei manager, in Sardegna i più alti

Moirano guadagna 240mila euro, il suo omologo nelle Marche 186mila In Puglia gli importi più bassi, in Sicilia variano a seconda delle città

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SASSARI. Il maxi stipendio di Fulvio Moirano sembra non avere rivali. Il numero uno della sanità isolana tocca quota 200mila euro, che possono lievitare fino a 240mila in caso di buoni risultati raggiunti. Un tesoretto annuo che non va giù non solo a segmenti della maggioranza, ma nemmeno al ministro Beatrice Lorenzin, che ha stigmatizzato l’ostinazione della Regione a non voler rispettare il limite massimo stabilito dalla legge per i manager pubblici. Il tetto di 154mila euro, all inclusive. Un vincolo, è l’accusa della titolare della Salute, che non è stato rispettato non solo per il super manager della nuova Asl unica, ma nemmeno per i direttori sanitario e amministrativo, Francesco Enrichens e Stefano Lorusso, intestatari di un contratto da 160mila euro, più altri 32mila per eventuali premi. Sopra la soglia anche i manager del Brotzu e della Azienda mista di Sassari, 180mila euro, e della Azienda universitaria di Cagliari, a quota 170mila. Più bassi, e sotto la soglia, i compensi dei direttori delle aree socio-sanitarie, dai 130mila di Cagliari ai 105mila di Sanluri, passando per i 120mila di Sassari e Nuoro e i 110mila di Olbia e Oristano. Un tariffario gonfiato per il governo, in piena regola per la Regione. Quel che è certo è che, al di là della presunta violazione della norma, gli stipendi sardi sembrano essere i più alti d’Italia. Ma non si può non tenere conto che quella isolana è una realtà speciale. Non solo perché lo sancisce lo Statuto, ma anche perché la Sardegna ha deciso di puntare su una azienda sanitaria unica. Con un solo super manager alla guida e otto direttori-collaboratori ad affiancarlo nelle ex 8 Asl. Una scelta, quella della giunta, che ha portato a una sforbiciata dei dirigenti, ma allo stesso tempo a un ritocco all’insù dei compensi.

Per trovare uno scenario simile a quello sardo bisogna andare nelle Marche, dove esiste una Asl unica dal 2003. Anche in questo caso al vertice c’è un direttore generale, che, in base al contratto firmato nel 2015, ha uno stipendio pari a 155mila euro all’anno, più un eventuale 20 per cento per i risultati raggiunti. Al direttore sanitario e amministrativo spettano compensi pari all’80 per cento di quello del super manager, 124mila euro più i premi. La Asl delle Marche è suddivisa in 5 aree vaste: al timone di ognuna c’è un direttore, a cui è attribuito uno stipendio tra i 128 e i 130mila euro annui. In Puglia, dove resistono sei Asl più due aziende ospedaliere universitarie, gli stipendi sono più bassi. Una decurtazione che risale a qualche anno fa, quando spending review era la parola d’ordine. A Bari e dintorni il direttore generale di una Asl non va oltre i 111mila euro, i direttori amministrativi e sanitari si fermano a quota 89mila.

Cambio di rotta, invece, in Veneto. Proprio nelle scorse settimane la giunta leghista di Zaia ha cancellato i tagli del 20 per cento decisi 5 anni fa. Una decisione che ha fatto risalire gli stipendi dei direttori delle 9 Ussl fino a 154mila euro. Uno scenario simile a quello che si sta verificando in Piemonte, dove la giunta Pd di Chiamparino ha portato i compensi del manager della Città di salute di Torino da 124 a 150mila euro e degli altri direttori da 122 a 135mila euro.

In Friuli Venezia Giulia, regione a Statuto speciale come la Sardegna, il manager della Asl 6 prende 139mila euro, il direttore sanitario 113mila e quello amministrativo 110mila. Sono invece più alti i compensi in Sicilia. A Messina il manager arriva a prendere 140mila euro, a Ragusa 130mila. C’è poi il caso di Palermo, dove al direttore generale spettano 139mila euro, ma ci sono altri dirigenti di grado inferiore che sfiorano i 160mila euro.

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