Quirra: «Arsenico scaricato nel poligono»
di Giusy Ferreli
Riprende il processo dopo la relazione della commissione d’inchiesta sull’uranio, parlano i testimoni
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LANUSEI. La Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, ad un mese dalla relazione che ha suggellato i lavori dell'organismo parlamentare evidenziando diverse criticità, vuole scavare a fondo sulle controverse vicende del Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra. Molti degli aspetti che riguardano il più grande poligono d'Europa e il suo presunto inquinamento sono ancora da chiarire. Sul banco dei testimoni, nell'aula di San Macuto a Roma, ieri mattina sono comparsi il professore universitario Francesco Riccobono, consulente del ministero della Difesa nel monitoraggio ambientale. L'accademico ha evidenziato “un drammatico inquinamento da arsenico” e riferito di “uno sversamento dei fanghi della Rumianca, azienda attiva a Macchiareddu già negli anni '50, nella base militare e nelle vicinanze di Baccu Locci” ma nessuna traccia di uranio impoverito. I risultati del primo campionamento sommario senza incarico formale, avvenuto tra il 2001 e 2002 su richiesta del ministero della Difesa e sulle aree indicate dagli stessi militari, portarono ad una conferenza stampa del Ministero. Un secondo intervento, questa volta con 1500 campioni effettuato in un'area vastissima, ha coinvolto 23 ricercatori e l'Università di Cagliari portando allo stesso risultato ma anche ad un'iscrizione nel registro degli indagati per Riccobono (e a una successiva archiviazione) nel processo avviato dalla Procura della Repubblica di Lanusei sui veleni di Quirra. Riccobono è stato incalzato dal deputato di Unidos Mauro Pili che ha sostenuto che il materiale campionato fosse stato prelevato attraverso maglie troppo larghe. Nel pomeriggio la seduta è proseguita con l'audizione di Francesco Piras, generale in pensione dell'Aeronautica capo ufficio operazioni del poligono negli anni 80 e del maresciallo Francesco Palombo. L'ufficiale ha raccontato alla commissione, presieduta dal deputato sardo Giampiero Scanu, delle operazioni di brillamento effettuate nella base militare. Il sottufficiale ha invece ribadito quanto già dichiarato nel corso delle udienze nel processo sui Veleni di Quirra che si sta celebrando a Lanusei e che riprenderà domani mattina con la deposizione di tre testimoni della pubblica accusa. Il sottufficiale ha raccontato di buche larghe dai 20 ai 40 metri, dove veniva posizionato il materiale bellico destinato allo smaltimento. Buche che potevano contenere sino a 90mila proiettili di calibro diverso, bombe d’aereo e siluri della seconda guerra mondiale. «L’esplosione, innescata da circa 200 chilogrammi di tritolo, produceva nubi dell’altezza di 50-60 metri», ha raccontato Palombo ai componenti della Commissione che intendono acquisire altre testimonianze.