La Nuova Sardegna

Sanità "malata" nell'isola, è quart'ultima in Italia

Silvia Sanna
Sanità "malata" nell'isola, è quart'ultima in Italia

Indagine Demoskopica: il sistema arranca tra bilancio in rosso e costi alle stelle per le famiglie

30 marzo 2018
3 MINUTI DI LETTURA





È il sistema sanitario il primo malato da curare nell’isola. L’isola è quart’ultima nella classifica nazionale e la guarigione sembra un traguardo ancora lontano. Se l’indice di soddisfazione del servizio è mediamente basso, l’isola precipita per quanto riguarda i costi, con un bilancio drammaticamente in rosso che si traduce in un disavanzo procapite che sfiora i 200 euro. Altra nota dolente la percentuale di mobilità attiva: nessuno viene a curarsi nell’isola da altre regioni, segno che il servizio offerto non convince ad affrontare la trasferta oltre mare.

L’indagine. I dati sono stati elaborati nello studio Ips, indice di performance sanitaria, realizzato dall’istituto Demoskopica per il terzo anno consecutivo. Sono otto gli indicatori presi in esame: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva e mobilità passiva, risultato d’esercizio, disagio economico delle famiglie per spese sanitarie “out of pocket” (di tasca propria), spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, costi della politica e speranza di vita. Dall’incrocio di numeri e percentuali, è l’Emilia Romagna la prima in classifica. Mentre il peggiore servizio sanitario è quello offerto dal Molise. La Sardegna è quart’ultima, tre gradini più in basso rispetto a un anno fa.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.16657622:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/03/30/news/arru-partiti-dalle-macerie-e-fatta-una-riforma-storica-1.16657622]]

Le tre aree. Demoskopica divide l’Italia in tre parti, sulla base delle performance delle regioni: ci sono quelle sane, quelle influenzate e quelle malate. La Sardegna è inserita tra le regioni malate, all’interno di un quintetto di cui fanno parte anche la Campania, la Calabria, la Sicilia e il Molise. Solo regioni del Sud a conferma del netto divario con il Nord per quanto riguarda l’offerta sanitaria, nonostante alcuni timidi passi avanti compiuti da alcune realtà meridionali. Ma non della Sardegna.

Isola bocciata. Tredicesima su venti per quanto riguarda il grado di soddisfazione del servizio con la percentuale del 30,5% e il punteggio di 32,5: significa che neppure un sardo su tre promuove il sanitario dell’isola. Il dato è inferiore alla media nazionale che si ferma al 36,7%. Ma non è certamente questo l’aspetto meno lusinghiero per la Sardegna che viene fuori dall’indagine. L’isola è ultima in classifica sulla mobilità attiva: sono stati appena 3833 i ricoveri di pazienti provenienti da altre regioni italiane, con un indice dell’1,5% e un punteggio uguale a zero. Se la sanità sarda non attira i non residenti riesce comunque a trattenere gli isolano: la nostra regione è seconda nella classifica della mobilità passiva, relativa ai sardi che vanno a curarsi fuori. Sono stati 14.918 con un indice del 5,6: il saldo finale della mobilità è negativo, perché ha generato un debito di oltre 82 milioni di euro.

Spese alle stelle. Il profondo rosso del bilancio è stata la principale molla che ha spinto la Regione a mettere in campo la riforma sanitaria con la creazione dell’Ats, l’agenzia di tutela della salute nata il 1 gennaio del 2017, e riordinare la rete ospedaliera con una distribuzione dei servizi e delle specializzazioni finalizzata a migliorare l’offerta complessiva e ottimizzare i costi. Il primo dato che colpisce è il segno meno alla voce bilancio d’esercizio: -320.800milioni di euro, che valgono un punteggio di 10,3 e il penultimo posto in classifica. Peggio della Sardegna fa solo il Trentino Alto Adige per un motivo: il rosso in bilancio si traduce in quasi 217 euro per residente, circa 23 in più rispetto all’isola.

Rinuncia alle cure. La Sardegna sta in fondo alla classifica anche per un altro genere di spese, quelle non coperte dal servizio sanitario e che le famiglie pagano di tasca propria: si tratta per esempio dei costi per l’acquisto di farmaci, visiste specialistiche, cure odontoiatriche, ricoveri in case di cura. Secondo l’indagine Demoskopica sono 66.607 le famiglie sarde in difficoltà, pari a una quota del 9,2%. A pari merito la Calabria, peggio dell’isola solo la Campania e il Molise. Di queste famiglie sarde in difficoltà, secondo l’indagine, una parte fa parte del più vasto nucleo per in Italia rinuncia alle cure per ragioni economiche o perché non si fida del sistema sanitario: 13,5 milioni di persone, pari a una famiglia su tre.

Primo piano
La decisione

Autonomia differenziata, la Consulta accoglie il ricorso della Sardegna e “smonta” la riforma

L'intervista

Il prete scomunicato da Papa Francesco: «Con Bergoglio nulla di personale, ma non è lui il vero pontefice»

Le nostre iniziative