Pigliaru incalza il governo sul metano: vogliamo risposte
di Alessandro Pirina
Dopo il sì alla Tap il presidente della Regione chiede il via libera alla dorsale sarda. «È tutto pronto, l’esecutivo si deve dare una mossa: i sardi devono pagare meno»
3 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Il metano non può attendere. O meglio la Sardegna non può più aspettare quella rivoluzione energetica agognata da anni. A ribadirlo è il governatore Francesco Pigliaru, che ancora una volta chiede al governo di uscire dalla ambiguità sula dorsale sarda. Un progetto arrivato quasi al traguardo, ma sulla cui realizzazione incombe una gigante incognita a 5 stelle. Il partito di governo infatti in più di una occasione ha espresso dubbi sulla metanizzazione dell’isola. E anche il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, lo aveva freddamente liquidato come un «progetto obsoleto», salvo poi fare una parziale retromarcia dopo l’incontro con Pigliaru. «Come per tutte le grandi infrastrutture che abbiamo avuto in eredità – aveva dichiarato – sarà eseguita un’attenta analisi tecnico-finanziaria per valutare i costi-benefici dell’opera e poi valuteremo il da farsi senza pregiudizi ideologici». Che è proprio quello che è accaduto in Puglia dove la contestatissima Tap, il gasdotto trans adriatico che partirà dalla Grecia per arrivare in Italia, ha avuto il via libera definitivo. Nonostante la ferma opposizione del Movimento 5 stelle, che in questa occasione ha dovuto incassare una sonora sconfitta.
Ed è proprio partendo da quanto accaduto in questi giorni per la Tap che Pigliaru ritorna alla carica con il governo, con la speranza che i 5 stelle facciano retromarcia anche sul metano. Il governatore, che nei giorni scorsi ha scritto al premier Giuseppe Conte e al ministro Luigi Di Maio senza avere risposta, questa volta si rivolge al viceministro all’Economia, il leghista Massimo Garavaglia, che ha definito la Tap «un capitolo chiuso: è un capitolo importante perché avremo costi energetici più bassi per il sistema industriale, è una cosa positiva. Più c'è la possibilità di differenziare le fonti energetiche meglio è». Parole che diventano un assist per Pigliaru, che, non appena sente l’intervento dell’esponente leghista, scrive un post su Facebook. «Sulla Tap ha ragione, vice ministro Garavaglia. Ma per la Sardegna neanche una parola?». Il governatore incalza l’esponente del governo Conte. «Giusto, condivido quanto ha detto sul Tap. Ma è un discorso che vale anche e soprattutto per la Sardegna dove il costo dell'energia è molto più alto che nel resto d'Italia per l'assenza di metano. Il progetto per portare il metano c'è, vedete di darvi una mossa».
Poche parole in cui emerge tutta l’insoddisfazione di Pigliaru per come il governo Conte sta gestendo la questione della dorsale. Una vertenza che sembrava risolta quando nel 2006, era l’epoca del governo Renzi, nel Patto per la Sardegna furono destinati un miliardo e 400 milioni per dotare l’isola, unica regione finora sprovvista, del metano. Una rivoluzione che significherebbe 400 milioni di risparmio per famiglie e imprese. Ma con il cambio a Palazzo Chigi il progetto ha subito un brusco stop. Il no dei 5 stelle - ma anche del Psd’Az, alleato di ferro della Lega - ha congelato il tutto. Di qui l’interventismo di Pigliaru, che prima ha scritto a Conte e Di Maio, senza ricevere risposta, e ora, dopo l’ok alla Tap, si rivolge al viceministro Garavaglia. «Datevi una mossa»
Ed è proprio partendo da quanto accaduto in questi giorni per la Tap che Pigliaru ritorna alla carica con il governo, con la speranza che i 5 stelle facciano retromarcia anche sul metano. Il governatore, che nei giorni scorsi ha scritto al premier Giuseppe Conte e al ministro Luigi Di Maio senza avere risposta, questa volta si rivolge al viceministro all’Economia, il leghista Massimo Garavaglia, che ha definito la Tap «un capitolo chiuso: è un capitolo importante perché avremo costi energetici più bassi per il sistema industriale, è una cosa positiva. Più c'è la possibilità di differenziare le fonti energetiche meglio è». Parole che diventano un assist per Pigliaru, che, non appena sente l’intervento dell’esponente leghista, scrive un post su Facebook. «Sulla Tap ha ragione, vice ministro Garavaglia. Ma per la Sardegna neanche una parola?». Il governatore incalza l’esponente del governo Conte. «Giusto, condivido quanto ha detto sul Tap. Ma è un discorso che vale anche e soprattutto per la Sardegna dove il costo dell'energia è molto più alto che nel resto d'Italia per l'assenza di metano. Il progetto per portare il metano c'è, vedete di darvi una mossa».
Poche parole in cui emerge tutta l’insoddisfazione di Pigliaru per come il governo Conte sta gestendo la questione della dorsale. Una vertenza che sembrava risolta quando nel 2006, era l’epoca del governo Renzi, nel Patto per la Sardegna furono destinati un miliardo e 400 milioni per dotare l’isola, unica regione finora sprovvista, del metano. Una rivoluzione che significherebbe 400 milioni di risparmio per famiglie e imprese. Ma con il cambio a Palazzo Chigi il progetto ha subito un brusco stop. Il no dei 5 stelle - ma anche del Psd’Az, alleato di ferro della Lega - ha congelato il tutto. Di qui l’interventismo di Pigliaru, che prima ha scritto a Conte e Di Maio, senza ricevere risposta, e ora, dopo l’ok alla Tap, si rivolge al viceministro Garavaglia. «Datevi una mossa»