Scuole vecchie e insicure bocciate Nuoro e Sassari
di Alessandro Pirina
Fondazione Agnelli: le province sarde tra le peggiori per le condizioni degli edifici Nell’isola l’età media degli istituti è di 44 anni. Nel 2030 a rischio oltre 1600 classi
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SASSARI. Il ministro Lorenzo Fioramonti, anche in una recente intervista alla Nuova, si è soffermato sulla volontà di rendere le scuole più sicure. Affermazione che a prima vista potrebbe apparire scontata, quasi banale, ma così non è. Basta legge i dati della Fondazione Agnelli per capire che in Italia siamo di fronte a una emergenza sicurezza nelle scuole. Coperture e solai con problemi strutturali, elementi di pericolo, inquinamento acustico, barriere architettoniche, età degli edifici molto elevata. Una emergenza che riguarda in modo particolare la Sardegna, dove nonostante gli edifici abbiamo un’età media più bassa rispetto al resto del Paese - 44 anni contro i 75 della Liguria -, ci sono alcune province dove quasi una scuola su due presenta problemi di sicurezza. Dopo Messina, dove il 55 per cento degli istituti non è a norma, la classifica poco edificante degli edifici vede tre province sarde. A Nuoro le scuole insicure sono il 44 per cento del totale, a Sassari il 42 e a Oristano il 37.
Il report. È stato presentato ieri il report della Fondazione Agnelli sull’edilizia scolastica. Un’indagine approfondita da cui emerge un’Italia con scuole vecchie e pericolanti. Metà degli edifici risale al periodo che va tra il 1960 e il 1985, ma tante sono le scuole costruite ai primi del Novecento, e dunque con più di cento anni sulle spalle. Da questo punto di vista la Sardegna vanta le scuole più giovani. Perlomeno nel panorama generale. Nell’isola infatti gli edifici hanno un’età media di 44 anni. Otto anni in meno della media nazionale. Solo in Calabria e Molise sono più recenti (42 anni). Al nord, in generale, le scuole sono più vecchie, quasi antiche. In Liguria hanno una media di 75 anni, in Piemonte di 64, in Toscana ed Emilia Romagna di 56.
Insicurezza. Ma non è solo una questione di età. Gli edifici presentano problemi strutturali che le rendono insicure, non a norma. Su 39.200 scuole monitorate 9.200 registrano fattori di insicurezza. Il 16 per cento ha problemi di copertura e solaio, il 21 per cento problemi ambientali, il 13 di inquinamento acustico e sempre il 13 presenta elementi di pericolo. Una bocciatura senza appello quella della Fondazione Agnelli, che ha stimato in 200 miliardi di euro la somma necessaria per mettere in sicurezza le scuole italiane. Più o meno l’11 per cento del Pil. Una cifra che richiede almeno vent’anni di interventi di restyling puntando su sicurezza, sostenibilità energetica e didattica innovativa.
Calo demografico. Non ci sarà però bisogno di costruire nuove scuole, perché in base alle previsioni nel 2030 gli studenti saranno un milione e 100mila in meno. Un crollo demografico che comporterà un inevitabile taglio di classi in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Per l’esattezza 43.392 a livello nazionale. Di questa la Sardegna potrebbe perderne 1.653. Il calo maggiore riguarderebbe la scuola primaria, con una variazione rispetto a oggi di 680 classi. E ancora 341 in meno alla secondaria di primo grado, 321 alle scuole superiori e 311 alla scuola dell’infanzia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il report. È stato presentato ieri il report della Fondazione Agnelli sull’edilizia scolastica. Un’indagine approfondita da cui emerge un’Italia con scuole vecchie e pericolanti. Metà degli edifici risale al periodo che va tra il 1960 e il 1985, ma tante sono le scuole costruite ai primi del Novecento, e dunque con più di cento anni sulle spalle. Da questo punto di vista la Sardegna vanta le scuole più giovani. Perlomeno nel panorama generale. Nell’isola infatti gli edifici hanno un’età media di 44 anni. Otto anni in meno della media nazionale. Solo in Calabria e Molise sono più recenti (42 anni). Al nord, in generale, le scuole sono più vecchie, quasi antiche. In Liguria hanno una media di 75 anni, in Piemonte di 64, in Toscana ed Emilia Romagna di 56.
Insicurezza. Ma non è solo una questione di età. Gli edifici presentano problemi strutturali che le rendono insicure, non a norma. Su 39.200 scuole monitorate 9.200 registrano fattori di insicurezza. Il 16 per cento ha problemi di copertura e solaio, il 21 per cento problemi ambientali, il 13 di inquinamento acustico e sempre il 13 presenta elementi di pericolo. Una bocciatura senza appello quella della Fondazione Agnelli, che ha stimato in 200 miliardi di euro la somma necessaria per mettere in sicurezza le scuole italiane. Più o meno l’11 per cento del Pil. Una cifra che richiede almeno vent’anni di interventi di restyling puntando su sicurezza, sostenibilità energetica e didattica innovativa.
Calo demografico. Non ci sarà però bisogno di costruire nuove scuole, perché in base alle previsioni nel 2030 gli studenti saranno un milione e 100mila in meno. Un crollo demografico che comporterà un inevitabile taglio di classi in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Per l’esattezza 43.392 a livello nazionale. Di questa la Sardegna potrebbe perderne 1.653. Il calo maggiore riguarderebbe la scuola primaria, con una variazione rispetto a oggi di 680 classi. E ancora 341 in meno alla secondaria di primo grado, 321 alle scuole superiori e 311 alla scuola dell’infanzia.
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