Il vegano e il post su Altea: «Mi minacciano di morte»
di Roberto Petretto
Il medico aveva esultato su Facebook per la tragica fine del cacciatore
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OLBIA. Da ieri il dottor Pasquale Mario Bacco è tenuto d’occhio in modo discreto da agenti della Digos che cercano di fare in modo che nessuno attenti alla sua integrità fisica: «Non avete idea delle cose che mi sono state scritte, sulla bacheca Facebook e nei messaggi privati – dice Bacco al telefono –. Ho ricevuto almeno 120 minacce esplicite di morte. Denuncerò tutti, devo tutelare me e la mia famiglia. Ho la Digos che mi viene appresso».
Pasquale Bacco, medico e vegano militante e convinto, napoletano di origine, da domenica ha visto le sue giornate sconvolte dalle conseguenze di un post sulla morte di Andrea Altea, il cacciatore di Aggius ucciso dalla fucilata di un compagno di battuta. Un post in cui Bacco esprimeva soddisfazione per l’episodio tragico e che ha scatenato una pioggia di migliaia di commenti. Pochi a sostegno della sortita di Bacco, moltissimi con sfumature che andavano dal critico, all’indignato, all’aggressivo. E tanti, tanti insulti. Oggi Pasquale Bacco chiarisce meglio il suo pensiero, anche se l’assunto di partenza non sembra destinato a sopire le polemiche, anzi: «Chiariamo una cosa: io rinnovo la mia idea e non la rinnego. Tra un cacciatore e un animale indifeso, io mi auguro che muoia il cacciatore». Queste sono le basi di partenza della discussione. Con una puntualizzazione però, che Bacco ritiene fondamentale: «Attenzione: parlo di cacciatore e non di persona. C’è una bella differenza. La mia non voleva essere una presa di posizione contro Andrea Altea che non conoscevo e contro cui non avevo niente. Io contesto e combatto la figura del cacciatore, di un uomo che si alza al mattino, imbraccia un fucile e va a trucidare degli esseri viventi indifesi».
Distinzione che potrebbe non convincere i tanti che in questi due giorni l’hanno sommerso di critiche e non solo: «Sa gli insulti, le offese, le minacce che ho ricevuto? E lasciamo perdere espressioni come “coglione” o “merda” su cui potrei passare sopra. Ho ricevuto offese pesantissime da una ragazzina di 16 anni. C’è chi, con tanto di nome e cognome, ha detto di voler venire sin qui per spararmi in bocca. C’è chi ha minacciato di stuprare mia figlia. Per fortuna ho le spalle forti: una persona più debole di fronte a questa reazione disumana avrebbe vacillato».
Invece Pasquale Mario Bacco non è intenzionato a cedere, a rivedere qualcosa delle sue convinzioni: «Ripeto, nulla di personale contro la persona che è morta. Ma io sono vegano e continuo ad auspicare un mondo in cui non si ammazzino gli animali, un mondo in cui non si esca di casa per uccidere».
Non sembra farlo vacillare neppure l’ipotesi che una uscita come la sua sia controproducente per chi porta avanti la battaglia vegana. Non potrebbe essere stato un boomerang quel post? E tutti gli altri che sono seguiti? «Nessun boomerang. Noi vegani siamo persone della massima coerenza. Siamo in pochi e siamo abituati a prendere calci in faccia. Non posso certo annullare le convinzioni che mi hanno condotto a 30 anni di battaglie».
Il punto fondamentale, per Pasquale Mario Bacco, è solo uno: la distinzione tra cacciatore e persona: «Mi dispiace per lui. Tutti dicono che fosse una brava persona, intanto però trucidava gli animali. Sono stato contento e lo rivendico che tra cacciatore e cinghiale sia morto il cacciatore».
Intanto sul web la bufera di commenti continua con dimensioni e toni che hanno costretto la Meleam, la società che si occupa di sicurezza sui posti di lavoro di cui Bacco è amministratore, a diffondere un comunicato nel quale si precisa che «le dichiarazioni del professor Bacco sono espressione di un libero cittadino e quindi assolutamente personali e legittime». La società «si dissocia da qualsiasi dichiarazione non autorizzata e condivisa e quindi privata del professor Bacco, cosi come di qualsiasi dei propri dipendenti. I contenuti espressi in forma privata dal professor Bacco non possono e non devono essere ricondotti, in alcun modo, alla Meleam Spa».
Pasquale Bacco, medico e vegano militante e convinto, napoletano di origine, da domenica ha visto le sue giornate sconvolte dalle conseguenze di un post sulla morte di Andrea Altea, il cacciatore di Aggius ucciso dalla fucilata di un compagno di battuta. Un post in cui Bacco esprimeva soddisfazione per l’episodio tragico e che ha scatenato una pioggia di migliaia di commenti. Pochi a sostegno della sortita di Bacco, moltissimi con sfumature che andavano dal critico, all’indignato, all’aggressivo. E tanti, tanti insulti. Oggi Pasquale Bacco chiarisce meglio il suo pensiero, anche se l’assunto di partenza non sembra destinato a sopire le polemiche, anzi: «Chiariamo una cosa: io rinnovo la mia idea e non la rinnego. Tra un cacciatore e un animale indifeso, io mi auguro che muoia il cacciatore». Queste sono le basi di partenza della discussione. Con una puntualizzazione però, che Bacco ritiene fondamentale: «Attenzione: parlo di cacciatore e non di persona. C’è una bella differenza. La mia non voleva essere una presa di posizione contro Andrea Altea che non conoscevo e contro cui non avevo niente. Io contesto e combatto la figura del cacciatore, di un uomo che si alza al mattino, imbraccia un fucile e va a trucidare degli esseri viventi indifesi».
Distinzione che potrebbe non convincere i tanti che in questi due giorni l’hanno sommerso di critiche e non solo: «Sa gli insulti, le offese, le minacce che ho ricevuto? E lasciamo perdere espressioni come “coglione” o “merda” su cui potrei passare sopra. Ho ricevuto offese pesantissime da una ragazzina di 16 anni. C’è chi, con tanto di nome e cognome, ha detto di voler venire sin qui per spararmi in bocca. C’è chi ha minacciato di stuprare mia figlia. Per fortuna ho le spalle forti: una persona più debole di fronte a questa reazione disumana avrebbe vacillato».
Invece Pasquale Mario Bacco non è intenzionato a cedere, a rivedere qualcosa delle sue convinzioni: «Ripeto, nulla di personale contro la persona che è morta. Ma io sono vegano e continuo ad auspicare un mondo in cui non si ammazzino gli animali, un mondo in cui non si esca di casa per uccidere».
Non sembra farlo vacillare neppure l’ipotesi che una uscita come la sua sia controproducente per chi porta avanti la battaglia vegana. Non potrebbe essere stato un boomerang quel post? E tutti gli altri che sono seguiti? «Nessun boomerang. Noi vegani siamo persone della massima coerenza. Siamo in pochi e siamo abituati a prendere calci in faccia. Non posso certo annullare le convinzioni che mi hanno condotto a 30 anni di battaglie».
Il punto fondamentale, per Pasquale Mario Bacco, è solo uno: la distinzione tra cacciatore e persona: «Mi dispiace per lui. Tutti dicono che fosse una brava persona, intanto però trucidava gli animali. Sono stato contento e lo rivendico che tra cacciatore e cinghiale sia morto il cacciatore».
Intanto sul web la bufera di commenti continua con dimensioni e toni che hanno costretto la Meleam, la società che si occupa di sicurezza sui posti di lavoro di cui Bacco è amministratore, a diffondere un comunicato nel quale si precisa che «le dichiarazioni del professor Bacco sono espressione di un libero cittadino e quindi assolutamente personali e legittime». La società «si dissocia da qualsiasi dichiarazione non autorizzata e condivisa e quindi privata del professor Bacco, cosi come di qualsiasi dei propri dipendenti. I contenuti espressi in forma privata dal professor Bacco non possono e non devono essere ricondotti, in alcun modo, alla Meleam Spa».