Insularità, lettera bipartisan a Sassoli
Parlamentari e consiglieri: il divieto di aiuti di Stato troppo rigido, l’Ue intervenga
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CAGLIARI . L’appello per abbattere l’insularità è sempre più trasversale. 35 fra consiglieri regionali e parlamentari sardi hanno firmato la lettera indirizzata al presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, in cui la sollecitazione è questa: «L’attuale schema che vieta gli aiuti di Stato è troppo rigido e finora non ha permesso alla Sardegna di utilizzare i fondi europei per riequilibrare gli svantaggi dell’insularità». Le firme in calce sono quelle di quasi tutti i partiti – Fdi, Fi, Udc, Pd, Italia viva, Lega, LeU e Progressisti – e comincia con una considerazione rivolta proprio a Sassoli: «Se è vero, come lei ha più volte affermato, che “la difesa dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà dev’essere perseguita sempre all’interno dell’Ue, allora siamo certi che il nostro appello incontrerà la sua sensibilità». Per poi entrare nel merito del caso insularità: «La Sardegna – è scritto nella lettera – è prigioniera di un sistema che non le consente di allinearsi agli standard delle altre regioni, e questo è anche dovuto alla disciplina europea sulla concorrenza applicata in maniera troppo rigida, tanto da diventare un freno alle politiche di coesione». In sostanza «sembra che la disciplina degli aiuti di Stato sia per l’Europa sia prevalente su qualsiasi altro diritto fino a trasformarsi in un macigno per una regione, come la Sardegna, le cui criticità derivano non tanto dalla distanza quanto dalla discontinuità territoriale rispetto al continente europeo». L’obiettivo dei 35 è evidente: trovare un punto di riferimento, a Strasburgo e Bruxelles, per discutere quello che la Sardegna non è riuscita ancora a ottenere: le stesse agevolazioni concesse alle regioni ultraperiferiche europee anche su come possono utilizzare, i divieti per loro sono molti meno, i fondi europei.