La Nuova Sardegna

Allarme Coldiretti in Sardegna: "Colture a rischio con la falsa primavera"

Allarme Coldiretti in Sardegna: "Colture a rischio con la falsa primavera"

"Queste alte temperature possono essere pagate a caro prezzo dal mondo agricolo isolano"

01 febbraio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Le temperature sopra la media stagionali stanno mandando in tilt la natura con un risveglio anticipato delle fioriture che potrebbe essere ulteriormente accelerato nei prossimi giorni quando sono previste ancora temperature primaverili. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in relazione all’ondata di temperature sopra la media che sta investendo non solo la Sardegna ma anche il resto d’Italia dopo un mese di gennaio estremamente mite segnato anche da scarsa piovosità.

"Una anomalia dopo un 2019 che è stato in Italia il quarto anno più caldo dal 1800 con una temperatura superiore addirittura di 0,96 gradi rispetto alla media di riferimento dopo i record di 2014, 2015 e 2018 _ secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr _. Una falsa primavera in uno dei periodi che dovrebbe essere fra i più freddi dell’anno che ha ingannato le coltivazioni favorendo un risveglio che potrebbe esporle nelle prossime settimane a delle gelate con danni incalcolabili per l’agricoltura".

"Dal nord al sud della Sardegna, passando per l’oristanese, si vedono mandorli ormai in fiore da giorni. Ma si intravedono sbocciare anche altri alberi da frutto come pesche e albicocche. Alte temperature – continua la Coldiretti – che stanno favorendo anche la sopravvivenza degli insetti alieni arrivati in Italia dall’estero proprio con il surriscaldamento del clima".

“I cambiamenti climatici stanno stravolgendo i ritmi della natura – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Se prima queste annate anomale erano rare adesso sono frequenti: stagioni stravolte, calamità estreme o con lunghe siccità oppure lunghi periodi di piogge spesso sotto forma di bombe d’acqua. Stravolgimenti che stanno mandando in tilt anche le imprese agricole i primi a pagarne le conseguenze e spesso incapaci di potervi porvi rimedio o di prevenire, vista l’aleatorietà del clima".

"Le conseguenze sono pagate a caro prezzo _ spiega ancora Cualbu _ alcune volte con la perdita di intere annate spesso con conseguenze anche pluriennali, come per esempio, purtroppo non l’unico, le gelate di aprile del 2017 che hanno causato danni ingenti soprattutto alla viticoltura. Cosi come la siccità del 2017 o le persistenti e violente piogge del 2018. Ma i cambiamenti climatici sono terreno fertile anche per il diffondersi di insetti alieni spesso letali per i raccolti. Per questo è fondamentale sburocratizzare e semplificare i modi e i tempi delle assicurazioni sulle colture che in qualche modo tutelano l’azienda o ne attutiscono il danno”.

“Le alte temperature sopra la media di gennaio potrebbero essere pagate a caro prezzo dal mondo agricolo – evidenzia infine il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Da una stima della Coldiretti nazionale le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali. Ribadiamo sino alla noia la necessità del forum permanente sui cambiamenti climatici, per accelerare la sperimentazione di una agricoltura più adatta al nuovo clima”

Primo piano
Aerei

Sì al volo diretto Olbia-New York nel 2026

di Giandomenico Mele
Le nostre iniziative