La Nuova Sardegna

Le urla della bimba nel bar: vi prego aiutate mia madre

di Nadia Cossu
Le urla della bimba nel bar: vi prego aiutate mia madre

La supplica disperata della figlia 11enne di Zdenka, uccisa da una coltellata

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SASSARI. «Aiutate mia madre! Aiutate mia madre!». A urlare a squarciagola all’interno del bar “British” di Sorso è la figlia undicenne di Zdenka Krejcikova, la donna accoltellata a morte dal suo compagno Francesco Baingio Douglas Fadda, sabato scorso.

Novità sulla dinamica. Nuovi sconcertanti dettagli emergono sulla dinamica dell’omicidio del 15 febbraio. Sono circa le 20.30 quando la quarantenne della Repubblica ceca entra nel locale sotto casa. Tiene in braccio una delle due gemelle, con problemi fisici, e in preda al terrore – o forse per non farsi sentire dall’uomo dal quale si sente minacciata – riesce a dire sottovoce: «Aiutatemi». Una richiesta appena sussurrata. Ma subito dopo sono le grida disperate della piccola a richiamare l’attenzione dei pochi avventori presenti. Poi entra lui, Fadda, con un coltello in mano. Zdenka, arrivata all’altezza del bancone, scivola e cade insieme alla bambina che tiene in braccio. E in quel momento Fadda si inchina e le sferra la coltellata, poi fa cadere l’arma a terra ed esce per tornare poco dopo con una Bmw bianca che parcheggia fuori dal bar lasciandola con il motore acceso. Rientra nel locale, prende in braccio la donna ferita, la mette in macchina e rientra una seconda volta per prendere la bambina malata e sistemare anche lei dentro l’auto, mentre l’altra gemella lo segue. A quel punto va via a tutta velocità.

La scelta della fuga a Ossi. Più volte ci si è chiesti per quale ragione Francesco Fadda abbia abbandonato la donna in quell’abitazione di Ossi. In realtà da Pietro Ippolito, suo conoscente da vent’anni, il 45enne era già stato nel primo pomeriggio dello stesso giorno per fargli vedere la Bmw, dicendogli che era un nuovo acquisto (ma quell’auto l’aveva presa a noleggio). Ippolito non è in casa quando Fadda arriva. È al bar e torna dopo circa un quarto d’ora. Varcato il portone di casa vede sul pianerottolo Fadda inginocchiato che tiene in braccio la compagna e chiede aiuto. Quando Pietro Ippolito gli domanda spaventato dove stia portando la donna in quelle condizioni si sente rispondere che Zdenka si era accoltellata da sola.

Ultimi istanti di vita di Zdenka. Mentre l’indagato si toglie la camicia intrisa di sangue e ne indossa una pulita dell’amico, arriva la guardia medica il cui ambulatorio è lì di fronte. La chiama proprio Pietro Ippolito, anche se Fadda è contrario e addirittura per impedirgli di farlo lo colpisce con un pugno al petto. Quando il medico entra nell’appartamento, sul divano del salotto sono sedute le due bambine. Sulla sinistra c’è Zdenka, esanime, e accanto a lei il compagno che l’ha accoltellata poco prima. La donna non parla, rantola e accenna solo piccoli movimenti con la testa. Alla vista della dottoressa, Francesco Fadda si agita, prende entrambe le bambine e si allontana dall’abitazione di via Spinoza.

Le due tappe al bar di Usini. Nel bar “Monster” di Usini dove Francesco Fadda va dopo l’omicidio insieme a una delle due gemelle (l’altra la lascerà dentro la macchina) l’indagato era già stato alle 19.30, prima quindi del delitto. E c’era andato proprio con Zdenka. Nel locale entra da solo e ordina un campari e chiede a una delle bariste di portare un crodino in macchina dove c’è la sua compagna assieme alle due bambine. Paga e mentre sta uscendo dal locale rivolge qualche apprezzamento a un gruppo di ragazze: «Siete tutte così belle a Usini?». Non ottiene risposte e mentre entra in macchina si rivolge a Zdenka con queste parole: «Mì che oggi te ne vai in pullman».

Segnale, questo, del fatto che la coppia aveva con molta probabilità litigato durante la giornata o che comunque il rapporto tra i due era particolarmente teso.

«Ho pugnalato uno al cuore». Nello stesso bar Fadda torna dopo l’omicidio e mentre sta riparando una carta di credito con dello scotch, a voce alta dice: «Ho litigato con uno che mi ha rotto i coglioni e l’ho pugnalato al cuore». E poi si rivolge a una ragazza: «Ma secondo lei me li danno dieci anni per aver accoltellato al cuore una persona con un coltello da cucina?». Una frase che lascia tutti basiti, ma l’uomo è esuberante e non danno particolare importanza a quelle parole decisamente infelici. Scopriranno solo dopo cosa è successo.

La fuga notturna a Marritza. Fadda a quel punto si allontana con la Bmw e fa perdere le tracce per una notte intera. «Ho portato le bambine al mare a Marritza per mangiare» dirà nella sua fantasiosa ricostruzione. A mangiare «barrette di cioccolato e patatine comprate al bar di Usini». L’ennesima bugia.

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