Coronavirus, in Sardegna una App e braccialetti elettronici per controllare chi è in isolamento
La Regione ha adottato il modello Corea ma nessuno potrà essere obbligato a scaricarla
CAGLIARI. Come funzionerà l’app anti-Covid-19? Chi dovrà o potrà scaricarla sullo smart phone, permettendo così di essere geolocalizzato? Scritto che la Sardegna è stata una delle prime regioni ad adottare il modello Corea del Sud e sottolineata l’autoproduzione del software, c’è ancora un bel po’ da spiegare. Anzi, molto di più del logo scelto per l’applicazione, «Covid 19 Regione Sardegna», tra l’altro scontato ma comunque immediato. Prima di tutto l’app è destinata solo agli sfollati del Nord Italia in Sardegna e ai sardi rientrati a casa spinti dall’emergenza nei Paesi dove vivevano fino a pochi giorni prima. In tutto è un campione composto da 26.127 persone, ma nella realtà supererebbero le 30mila. Fra loro ci sono i casi positivi in quarantena sorvegliata domiciliare, 200 o poco più, e gli autotodenunciati, che hanno compilato il modulo al momento dell’arrivo o nei giorni successivi. Però va subito precisato che scaricare l’app sarà una loro decisione volontaria, non un obbligo, perché in Europa – molto più che altrove – le leggi a tutela della privacy sono stringenti e quindi sarà indispensabile il consenso preventivo del diretto interessato. E infatti le modalità su Android (attiva) e Ios (lo sarà nelle prossime ore) permetteranno solo di localizzare le persone. Cioè: nessun dato della sfera sanitaria sarà (o dovrebbe essere) violato, mentre la Protezione civile avrà la possibilità di conoscere con esattezza il luogo e gli spostamenti delle persone inserite nel «cruscotto» di verifica. Con un’esattezza che arriva al numero civico della strada, sarà possibile verificare se il Signor X sta rispettando o meno la quarantena obbligatoria, nel caso in cui sia risultato positivo al test, oppure se il Signor Y in isolamento s’è spostato anche solo per far la spesa, o peggio ha guidato l’auto, trasferendosi nel Comune vicino. La strategia dell’app si basa infatti sulla regola delle tre T, teorizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità: testare (al momento dell’arrivo), tracciare (durante la quarantena o l’isolamento) e trattare (verifica dei contatti). I dati incrociati permetteranno di tenere sotto controllo ciascun caso, rendere più efficaci le verifiche da parte delle forze dell’ordine, ma anche anticipare eventuali nuove zone a rischio. Gli aggiornamenti gestiti dalla Protezione civile, permetteranno anche la comunicazione in tempo reale fra Regione e sindaci, che a loro volta potranno organizzare controlli, e anche il censimento dei punti di prima necessità come farmacie e market. Infine, attraverso un altro filone dell’app, sarà possibile la gestione da remoto dei posti letto negli ospedali, a cominciare da quelli nei reparti malattie infettive e rianimazione. «Abbiamo messo in campo una struttura di alta tecnologia che ci darà una mano importante», ha sottolineato il governatore Solinas. Anche se alcuni esperti hanno già criticato l’avvio dell’app. Perché? «Perché produrrebbe uno stigma sociale» Cioè? «La disapprovazione o una discriminazione degli altri verso il controllato». (ua)
Non solo una app per tracciare arrivi e quarantene di chi è sbarcato in Sardegna dall'inizio dell'emergenza sanitaria, ma anche braccialetti elettronici per rilevare in tempo reale i parametri dei pazienti positivi asintomatici. La Regione ne ha già ordinato un primo quantitativo, duemila, e conta di metterli a disposizione dell'Unità di crisi nei prossimi giorni. Nel dettaglio il sistema fornisce a distanza agli specialisti indicazioni importanti per stabilire le reali condizioni del paziente ancora senza sintomi: dalla saturazione dell'ossigeno ai parametri cardiaci e misurazione della temperatura corporea. Grazie all'andamento di questi dati i medici potranno capire se quel paziente, asintomatico e in isolamento domiciliare, dovrà essere ricoverato o meno, arrivando quindi a una ospedalizzazione precoce prima che il quadro clinico possa peggiorare. Un passo ulteriore verso la telemedicina con l'analisi clinica a distanza sfruttando le innovazioni della tecnologia.