La Nuova Sardegna

Gli ambientalisti: il centrodestra vuole riesumare Costa Turchese

Gli ambientalisti: il centrodestra vuole riesumare Costa Turchese

Nella "rivisitazione" del Ppr che va in aula in consiglio regionale gli oppositori vedono riemergere anche la cementificazione dei terreni a sud di Olbia e dell'area storica di Tuvixeddu a Cagliari

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CAGLIARI. Il fronte unico in difesa del Piano paesaggistico c’è. Pd, 5 stelle, Progressisti e Leu hanno stretto un patto con gli ambientalisti, anche le differenze restano. «Insieme faremo tutto il possibile per non permettere al centrodestra di scardinare, con un sotterfugio, i vincoli di tutela che dal 2006 hanno messo al sicuro la fascia costiera, le campagne e i beni identitari», hanno detto i consiglieri regionali Maria Laura Orrù, Roberto Li Gioi e Valter Piscedda dopo l’incontro con Legambiente, Fai, Wwf, Italia Nostra e il Gruppo d’intervento giuridico.

La data della grande sfida si conosce da settimane: mercoledì primo luglio. Quel giorno, in Consiglio regionale, comincerà il confronto-scontro sulle «interpretazioni autentiche del Ppr». Indispensabili, secondo il centrodestra, per evitare il blocco di alcune opere pubbliche. «Non è vero – hanno ribadito gli ambientalisti – Con questa legge-trucco, la giunta Solinas vuole invece tagliare fuori dal confronto il ministero, per poi poter fare quello che vuole nelle aree oggi tutelate».

È la stessa tesi accusatoria portata avanti dai partiti di minoranza. Per bloccare quello che definiscono uno «scandaloso grimaldello», hanno presentato 1.500 emendamenti. «A luglio – ha confermato Maria Laura Orrù – sfrutteremo ogni piega del regolamento per fermare questa nuova avanzata del cemento». Saranno gli ambientalisti a dar manforte agli oppositori. «Abbiamo già raccolto 27mila firme in difesa del Ppr», sono state le parole di Stefano Deliperi, portavoce del Gruppo d’intervento giuridico. «Se questa legge dovesse passare, saremo i primi a chiedere al Governo di impugnarla», ha aggiunto Vincenzo Tiana di Legambiente.

Le altre associazioni hanno sollevato anche altri dubbi: «Questa presunta interpretazione autentica rischia di avere effetti devastanti anche sul passato. Finirebbe per essere retroattiva e, in questo caso, riporterebbe indietro le lancette della storia al 2006, l’anno del via libera al Ppr». Quali sarebbero i rischi reale? «Che potrebbero ritornare in gioco diverse lottizzazioni bloccate dagli attuali vincoli. Penso al progetto Costa Turchese, a Olbia, o alla lottizzazione di Tuvixeddu, a Cagliari.

C’è dell’altro: la stessa interpretazione potrebbe cancellare, con dolo, anche diversi abusi edilizi», ha denunciato Li Gioi. Per Piscedda l’incontro con gli ambientalisti è stato fondamentale: «Ci siamo confrontati, mentre in commissione il centrodestra, con arroganza, ci aveva precluso persino questa possibilità». Per ora dalla maggioranza è arrivata una replica stringata: «Il nostro unico scopo è riconquistare più autonomia anche nell’urbanistica. Il resto è un inutile processo a delle intenzioni che noi non abbiamo».
 

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