Crollo del traffico aereo a settembre come nel ’95
Assaeroporti: dopo una timida ripresa in estate, calo dei passeggeri del -70% Numeri in forte ribasso anche nei tre scali dell’isola: tra il -51% e il - 53%
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SASSARI. Sono dati che preoccupano, quelli degli aeroporti italiani nell’era del Covid: in particolare quello di settembre, con soli 5.738.268 passeggeri, cioè il 69,7% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Per trovare cifre del genere bisogna ritornare indietro di 25 anni, sino al 1995, ovvero in un periodo in cui non c’era stata ancora l’esplosione del turismo legata allo sviluppo delle compagnie low cost. Lo fa sapere Assaeroporti, che parla di “nuovo pesante crollo” dopo la timida ripresa dei mesi estivi. L’anno potrebbe chiudersi con 58 milioni di passeggeri, il 70% in meno rispetto ai 193 milioni registrati nel 2019 e con una contrazione del fatturato per i gestori aeroportuali pari a 2 miliardi di euro. Tanto da far affermare al presidente fabrizio Palenzona che «senza aeroporti il Paese si ferma, il Governo intervenga con aiuti diretti al settore per salvare migliaia di posti di lavoro».
I tre aeroporti sardi non fanno eccezione in un quadro tanto fosco, anche se rispetto alla media nazionale hanno percentuali più basse (sono i grossi scali nazionali a trascinare verso l’alto il calo): ad Alghero i passeggeri di settembre sono stati 73.547 (-53,6%, -52,1% nei voli nazionali e un -56,9% in quelli internazionali), a Olbia 199.038 (-51,4%, -32.6% nazionali e - 66,1% internazionali), a Cagliari 246.742 (-53,1%, – 46,6% nazionali e -66,6% internazionali ).
In particolare, a livello nazionale il dato relativo ai voli extra Ue registra un drammatico calo del -91% riconducibile soprattutto alle quarantene e alle restrizioni imposte dai singoli Stati ai viaggi aerei. Altrettanto marcata la contrazione del traffico Ue, pari al -78%, mentre più contenuta, ma comunque significativa, quella dei voli nazionali, -46%.
Numeri in discesa anche per i movimenti (il numero totale degli aeromobili in arrivo o partenza) e il cargo aereo (la quantità totale in tonnellate del traffico merci e della posta in arrivo o partenza), che si attestano rispettivamente a -50% e -23,4%, sempre rispetto a settembre 2019. Nello specifico, Alghero fa registrare un - 26,2% nei movimenti e +77% nel cargo; Olbia un -28,5% e +26,1%, Cagliari -17,1% e un pesante -95,9%.
Lo scenario critico emerge anche dai dati relativi al periodo marzo-settembre 2020: dal lockdown ad oggi il sistema aeroportuale nazionale ha perso l’83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci. E secondo le proiezioni Aci Europe, in base alla sempre minore propensione al viaggio e al turismo, si prevede una ripresa del traffico aereo sui livelli pre-Covid non prima del 2024-2025.
«Senza un piano di rilancio il comparto rischia di non risollevarsi con gravissime conseguenze per cittadini e imprese – dice Fabrizio Palenzona – Il Governo non deve abbandonare il sistema aeroportuale anzi deve investire su di esso perché strategico per le attività del Paese e per la ripresa dell’economia». E propone come necessaria «l’istituzione di un apposito Fondo, con una dotazione di almeno 800 milioni di euro, a compensazione dei danni subiti dai gestori. Un Fondo analogo a quello già approvato dalla Commissione europea in favore degli aeroporti tedeschi che deve assolutamente rientrare nella legge di bilancio. Sono indispensabili anche specifiche misure in materia di ammortizzatori sociali che prevedano la proroga della Cigs senza soluzione di continuità per ulteriori 12 mesi. Dobbiamo consentire agli aeroporti di tutelari i livelli occupazionali e salvaguardare gli investimenti». (a.palmas)
I tre aeroporti sardi non fanno eccezione in un quadro tanto fosco, anche se rispetto alla media nazionale hanno percentuali più basse (sono i grossi scali nazionali a trascinare verso l’alto il calo): ad Alghero i passeggeri di settembre sono stati 73.547 (-53,6%, -52,1% nei voli nazionali e un -56,9% in quelli internazionali), a Olbia 199.038 (-51,4%, -32.6% nazionali e - 66,1% internazionali), a Cagliari 246.742 (-53,1%, – 46,6% nazionali e -66,6% internazionali ).
In particolare, a livello nazionale il dato relativo ai voli extra Ue registra un drammatico calo del -91% riconducibile soprattutto alle quarantene e alle restrizioni imposte dai singoli Stati ai viaggi aerei. Altrettanto marcata la contrazione del traffico Ue, pari al -78%, mentre più contenuta, ma comunque significativa, quella dei voli nazionali, -46%.
Numeri in discesa anche per i movimenti (il numero totale degli aeromobili in arrivo o partenza) e il cargo aereo (la quantità totale in tonnellate del traffico merci e della posta in arrivo o partenza), che si attestano rispettivamente a -50% e -23,4%, sempre rispetto a settembre 2019. Nello specifico, Alghero fa registrare un - 26,2% nei movimenti e +77% nel cargo; Olbia un -28,5% e +26,1%, Cagliari -17,1% e un pesante -95,9%.
Lo scenario critico emerge anche dai dati relativi al periodo marzo-settembre 2020: dal lockdown ad oggi il sistema aeroportuale nazionale ha perso l’83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci. E secondo le proiezioni Aci Europe, in base alla sempre minore propensione al viaggio e al turismo, si prevede una ripresa del traffico aereo sui livelli pre-Covid non prima del 2024-2025.
«Senza un piano di rilancio il comparto rischia di non risollevarsi con gravissime conseguenze per cittadini e imprese – dice Fabrizio Palenzona – Il Governo non deve abbandonare il sistema aeroportuale anzi deve investire su di esso perché strategico per le attività del Paese e per la ripresa dell’economia». E propone come necessaria «l’istituzione di un apposito Fondo, con una dotazione di almeno 800 milioni di euro, a compensazione dei danni subiti dai gestori. Un Fondo analogo a quello già approvato dalla Commissione europea in favore degli aeroporti tedeschi che deve assolutamente rientrare nella legge di bilancio. Sono indispensabili anche specifiche misure in materia di ammortizzatori sociali che prevedano la proroga della Cigs senza soluzione di continuità per ulteriori 12 mesi. Dobbiamo consentire agli aeroporti di tutelari i livelli occupazionali e salvaguardare gli investimenti». (a.palmas)