Tra gli allievi illustri c’è Giorgio Metta, direttore dell’Istituto italiano di Tecnologia e “papà” di iCub, robot umanoide
Laboratori all’avanguardia e un percorso alla scoperta dell’economia “green”
di Stefano Ambu
Una scuola che guarda all’innovazione. Da sempre: non è un caso che tra i suoi allievi più illustri ci sia stato Giorgio Metta, nato a Cagliari 50 anni fa, direttore dell’Istituto Italiano di...
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Una scuola che guarda all’innovazione. Da sempre: non è un caso che tra i suoi allievi più illustri ci sia stato Giorgio Metta, nato a Cagliari 50 anni fa, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Ha studiato al Giua negli anni Ottanta. E da lì è partito per un bella e lunga avventura che lo ha portato a diventare il papà di iCub, il robot umanoide su cui si riversano applicazioni di studi e ricerche dell’Iit di Genova.
L’istituto è intitolato al chimico antifascista Michele Giua, sardo di Castelsardo, arrestato per cospirazione politica nel 1935 sotto il regime di Mussolini e condannato nel 1936 dal “Tribunale speciale per la difesa dello Stato” a quindici anni di reclusione. Ne scontò otto di carcere duro nei penitenziari di Castelfranco Emilia, Civitavecchia e San Gimignano. Giua è stato celebrato recentemente dall’istituto che porta il suo nome con un bel convegno con la presenza della nipote Anna Foa, docente di Storia moderna alla Sapienza di Roma.
Sorto a Cagliari nel 1968 con la sola specializzazione in Chimica Industriale (la sede allora era nel quartiere di San Benedetto) ha conosciuto nella sua storia momenti di forte espansione dell’utenza in concomitanza con lo sviluppo del polo chimico in Sardegna, settore occupazionale inizialmente privilegiato dei diplomati dell’istituto.
Nel corso degli anni, il dibattito legato alla trasformazione del curriculum di studi ha portato alla scelta di ampliare e differenziare l’offerta formativa dell’Istituto. Accanto al corso ordinario di Chimica, che ne caratterizzava la specificità, sono stati introdotti successivamente il biennio sperimentale(Liceo Tecnico), il triennio Ambiente ed il triennio Informatica. Per estendere l’offerta formativa anche al percorso liceale, senza però rinunciare alla vocazione all’istruzione tecnica, è stato avviato il quinquennio sperimentale del Liceo Scientifico Tecnologico. La sede centrale si trova a Cagliari, Pirri – via Montecassino e la sezione staccata ad Assemini – via Bacaredda. Oggi il Giua si articola in tre indirizzi: Chimica dei Materiali e Biotecnologie Ambientali; Informatica; Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate.
«L’Istituto Tecnico - spiega la dirigente scolastica Maria Romina Lai- si caratterizza per la grande spinta all’innovazione. Dispone di laboratori di altissimo livello. E soprattutto si confronta con le esperienze nazionali e internazionali. Partecipa a progetti europei, aderisce alla mobilità transfrontaliera, mette in comune le buone pratiche con un confronto diretto con altre realtà».
Tutto bene, ma c’è un nuovo obiettivo: «La quota di ragazze è ancora troppo bassa - si rammarica la preside- sono sicura che il Giua sia un istituto adatto ad accogliere anche un tipo di contributo e visione differenti da quello maschile. Si tratta di superare quella vecchia concezione che il sapere tecnico sia per gli uomini e non per le donne».
Il Giua - spiegano dalla scuola- offre una solida base di cultura generale e una specifica formazione tecnica e scientifica, necessaria sia per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni, sia per proseguire gli studi, soprattutto negli Istituti Tecnici Superiori (attraverso corsi post-diploma a carattere biennale) e nelle facoltà scientifiche e tecnologiche.
L’indirizzo biotecnologie ambientali sviluppa un percorso di studi unico nel suo genere. I laboratori all’avanguardia, spesso utilizzati in gemellaggio con i ricercatori della facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari, i numerosi progetti e le collaborazioni attive con aziende eventi pubblici, fanno sì che gli studenti acquisiscano competenze di altissimo livello tecnico, oltre alle conoscenze in ambito biochimico. Ciò permette di ricevere, già nell’ultimo anno di studi, proposte di lavoro e di stage.
Negli ultimi tempi si sta sviluppando un percorso rivolto alla sostenibilità, economia green e riscoperta dei prodotti del territorio da utilizzare in cosmesi, aromaterapia, e campo biomedico grazie, ad esempio, all’ultimo macchinario arrivato nell’istituto che permette l’estrazione a vapore degli oli essenziali dalle piante sarde più pregiate.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’istituto è intitolato al chimico antifascista Michele Giua, sardo di Castelsardo, arrestato per cospirazione politica nel 1935 sotto il regime di Mussolini e condannato nel 1936 dal “Tribunale speciale per la difesa dello Stato” a quindici anni di reclusione. Ne scontò otto di carcere duro nei penitenziari di Castelfranco Emilia, Civitavecchia e San Gimignano. Giua è stato celebrato recentemente dall’istituto che porta il suo nome con un bel convegno con la presenza della nipote Anna Foa, docente di Storia moderna alla Sapienza di Roma.
Sorto a Cagliari nel 1968 con la sola specializzazione in Chimica Industriale (la sede allora era nel quartiere di San Benedetto) ha conosciuto nella sua storia momenti di forte espansione dell’utenza in concomitanza con lo sviluppo del polo chimico in Sardegna, settore occupazionale inizialmente privilegiato dei diplomati dell’istituto.
Nel corso degli anni, il dibattito legato alla trasformazione del curriculum di studi ha portato alla scelta di ampliare e differenziare l’offerta formativa dell’Istituto. Accanto al corso ordinario di Chimica, che ne caratterizzava la specificità, sono stati introdotti successivamente il biennio sperimentale(Liceo Tecnico), il triennio Ambiente ed il triennio Informatica. Per estendere l’offerta formativa anche al percorso liceale, senza però rinunciare alla vocazione all’istruzione tecnica, è stato avviato il quinquennio sperimentale del Liceo Scientifico Tecnologico. La sede centrale si trova a Cagliari, Pirri – via Montecassino e la sezione staccata ad Assemini – via Bacaredda. Oggi il Giua si articola in tre indirizzi: Chimica dei Materiali e Biotecnologie Ambientali; Informatica; Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate.
«L’Istituto Tecnico - spiega la dirigente scolastica Maria Romina Lai- si caratterizza per la grande spinta all’innovazione. Dispone di laboratori di altissimo livello. E soprattutto si confronta con le esperienze nazionali e internazionali. Partecipa a progetti europei, aderisce alla mobilità transfrontaliera, mette in comune le buone pratiche con un confronto diretto con altre realtà».
Tutto bene, ma c’è un nuovo obiettivo: «La quota di ragazze è ancora troppo bassa - si rammarica la preside- sono sicura che il Giua sia un istituto adatto ad accogliere anche un tipo di contributo e visione differenti da quello maschile. Si tratta di superare quella vecchia concezione che il sapere tecnico sia per gli uomini e non per le donne».
Il Giua - spiegano dalla scuola- offre una solida base di cultura generale e una specifica formazione tecnica e scientifica, necessaria sia per un rapido inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni, sia per proseguire gli studi, soprattutto negli Istituti Tecnici Superiori (attraverso corsi post-diploma a carattere biennale) e nelle facoltà scientifiche e tecnologiche.
L’indirizzo biotecnologie ambientali sviluppa un percorso di studi unico nel suo genere. I laboratori all’avanguardia, spesso utilizzati in gemellaggio con i ricercatori della facoltà di Scienze dell’Università di Cagliari, i numerosi progetti e le collaborazioni attive con aziende eventi pubblici, fanno sì che gli studenti acquisiscano competenze di altissimo livello tecnico, oltre alle conoscenze in ambito biochimico. Ciò permette di ricevere, già nell’ultimo anno di studi, proposte di lavoro e di stage.
Negli ultimi tempi si sta sviluppando un percorso rivolto alla sostenibilità, economia green e riscoperta dei prodotti del territorio da utilizzare in cosmesi, aromaterapia, e campo biomedico grazie, ad esempio, all’ultimo macchinario arrivato nell’istituto che permette l’estrazione a vapore degli oli essenziali dalle piante sarde più pregiate.
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