Recovery plan: presentati 206 progetti
La giunta li aveva inviati al governo Conte. C’è un po’ di tutto, dalla sanità all’ambiente, dall’innovazione alle aragoste
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CAGLIARI. Il segreto è svelato: ecco i 206 progetti che, a dicembre, la giunta Solinas ha inviato all’allora governo Conte per il Recovery plan sardo da 7,6 miliardi. Nel pacchetto c’è davvero di tutto: dalle ferrovie alle dighe, dalle microplastiche al dissesto idrogeologico fino alle energie rinnovabili, all’erosione delle coste e alla sanità territoriale. Ma anche l’allevamento intensivo di aragoste, ricci e agnelli. Più diversi possibili interventi per sconfiggere lo spopolamento e far crescere l’offerta turistica rurale. Tirando le somme: 1,6 miliardi per finanziare dalla digitalizzazione alla competitività, oltre 3,3 a favore della “rivoluzione verde” e della transizione ecologica. Poi 1,8 miliardi per le infrastrutture e quasi 352 milioni assegnati alla macro area «istruzione, formazione, ricerca e cultura». Ancora 245 milioni per la sanità e 472 da poter mettere in corsa a favore dell’«equità sociale, di genere e territoriale».
Addio mistero. Per oltre due mesi le schede sono state blindate, scatenando più di uno scontro politico fra la maggioranza di centrodestra e le opposizioni, ma sollevando anche diversi dubbi sulla qualità dei progetti proposti. Fino a punto da far dire agli avversari della Giunta: «Hanno svuotato i cassetti in tutta fretta». Invece a pochi giorni dal dibattito in aula, è stato confermato per martedì mattina, il mistero è stato svelato, e non perché la Regione abbia sdoganato il pacchetto. C’è stata una fuga di notizie. Una falla, nella strategia della riservatezza, che ha sorpreso anche quanti, come la consigliera regionale Desirè Manca dei 5 stelle, avevano sollecitato un accesso agli atti. Ma che poi, in queste ore, hanno ricevuto una risposta di questo tenore dalla Direzione generale della presidenza della Regione: «I progetti non sono mai pervenuti in questi uffici». Però, alla fine e attraverso altre vie, le 206 schede sono saltate fuori.
Le schede. Il dettaglio è peggio di un labirinto. A cominciare dai 200 milioni per la realizzazione di due ospedali, ad Alghero e nel Sulcis. Sono oltre 50 i milioni ipotizzati per contrastare lo spopolamento e riqualificare le periferie urbane, compreso il quartiere Monte Rosello di Sassari. Sul fronte trasporti: 140 milioni per quattro tratte della Metro Cagliari, 12,6 destinati alla ferrovia Sassari-Sorso, 93 a favore della rete aeroporti, compresa la bretella Olbia-Costa Smeralda, 26 milioni per gli autobus Arst e 20 incasellati sotto la voce «Trenino verde». Per quanto riguarda il territorio: 349 milioni contro il dissesto idrogeologico, 374 indirizzari agli acquedotti e 20 per le bonifiche nelle area industriale di Porto Torres. Nella sezione «Rivoluzione verde» spazio anche ad alcune richieste singolari: 10 milioni per aragoste e ricci, 30 per vigneti e sugherete e 10 fra orzo e birre artigianali. Nella sezione «Innovazione tecnologica», accanto alla trasformazione digitale della Pubblica amministrazione (135 milioni) e al piano turistico «Destinazione Sardegna» (100 milioni), ci sono anche progetti non certo strategici: 3 milioni per l'agnellone pesante, 1,7 che mira alla valorizzazione della lana, fino ai 3 milioni che dovrebbero favorire gli allevamenti delle oche da ingrasso. Per ritornare su temi più classici: 700 milioni per la rete idrogeno e 190 in carico al progetto «Città green». Zone interne e borghi vivi potrebbero ricevere intorno ai 25 milioni, con una quota di altri 100 milioni a sostegno del commercio online. Poi i progetti per le Università di Cagliari e Sassari, e il telescopio Einstein, 27 milioni.
Il futuro. Tutti questi 206 progetti, però, potrebbero presto valere carta straccia. Sin dall’inizio del mandato, il governo Draghi ha sollecitato alle Regioni un «secondo Recovery plan di alto profilo». Ed ecco perché martedì il Consiglio regionale dovrà proporre anche qualcosa di semmai molto più europeo. (ua)
Addio mistero. Per oltre due mesi le schede sono state blindate, scatenando più di uno scontro politico fra la maggioranza di centrodestra e le opposizioni, ma sollevando anche diversi dubbi sulla qualità dei progetti proposti. Fino a punto da far dire agli avversari della Giunta: «Hanno svuotato i cassetti in tutta fretta». Invece a pochi giorni dal dibattito in aula, è stato confermato per martedì mattina, il mistero è stato svelato, e non perché la Regione abbia sdoganato il pacchetto. C’è stata una fuga di notizie. Una falla, nella strategia della riservatezza, che ha sorpreso anche quanti, come la consigliera regionale Desirè Manca dei 5 stelle, avevano sollecitato un accesso agli atti. Ma che poi, in queste ore, hanno ricevuto una risposta di questo tenore dalla Direzione generale della presidenza della Regione: «I progetti non sono mai pervenuti in questi uffici». Però, alla fine e attraverso altre vie, le 206 schede sono saltate fuori.
Le schede. Il dettaglio è peggio di un labirinto. A cominciare dai 200 milioni per la realizzazione di due ospedali, ad Alghero e nel Sulcis. Sono oltre 50 i milioni ipotizzati per contrastare lo spopolamento e riqualificare le periferie urbane, compreso il quartiere Monte Rosello di Sassari. Sul fronte trasporti: 140 milioni per quattro tratte della Metro Cagliari, 12,6 destinati alla ferrovia Sassari-Sorso, 93 a favore della rete aeroporti, compresa la bretella Olbia-Costa Smeralda, 26 milioni per gli autobus Arst e 20 incasellati sotto la voce «Trenino verde». Per quanto riguarda il territorio: 349 milioni contro il dissesto idrogeologico, 374 indirizzari agli acquedotti e 20 per le bonifiche nelle area industriale di Porto Torres. Nella sezione «Rivoluzione verde» spazio anche ad alcune richieste singolari: 10 milioni per aragoste e ricci, 30 per vigneti e sugherete e 10 fra orzo e birre artigianali. Nella sezione «Innovazione tecnologica», accanto alla trasformazione digitale della Pubblica amministrazione (135 milioni) e al piano turistico «Destinazione Sardegna» (100 milioni), ci sono anche progetti non certo strategici: 3 milioni per l'agnellone pesante, 1,7 che mira alla valorizzazione della lana, fino ai 3 milioni che dovrebbero favorire gli allevamenti delle oche da ingrasso. Per ritornare su temi più classici: 700 milioni per la rete idrogeno e 190 in carico al progetto «Città green». Zone interne e borghi vivi potrebbero ricevere intorno ai 25 milioni, con una quota di altri 100 milioni a sostegno del commercio online. Poi i progetti per le Università di Cagliari e Sassari, e il telescopio Einstein, 27 milioni.
Il futuro. Tutti questi 206 progetti, però, potrebbero presto valere carta straccia. Sin dall’inizio del mandato, il governo Draghi ha sollecitato alle Regioni un «secondo Recovery plan di alto profilo». Ed ecco perché martedì il Consiglio regionale dovrà proporre anche qualcosa di semmai molto più europeo. (ua)