Vaccini a singhiozzo la protesta dei fragili
Ritardi e incertezze nelle forniture impediscono programmazione efficace La nuova fornitura di Pfizer e AstraZeneca sufficiente per una settimana
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CAGLIARI. Vaccinazioni: da giorni l’altalena tiene tutti con il fiato sospeso. Ancora non è stato trovato un equilibrio fra l’entusiasmo per i picchi raggiunti, con i recenti oltre 13mila immunizzati al giorno, e gli ultimi scivoloni fino a quota 8mila, e quindi sotto la soglia minima imposta dalla tabella di marcia assegnata alla Sardegna, 11mila. Tutti sono preoccupati. C’è chi studia correzioni in corsa e soprattutto soluzioni: la cabina di regia regionale e l’Ats-Ares. In tanti, invece, sono in attesa di risposte esaurienti: le associazioni dei pazienti fragili, ad esempio. Programmare è difficile, le incognite non sono cambiate: dalle forniture mai puntuali da parte delle multinazionali farmaceutiche alle rinunce improvvise di chi è stato convocato negli hub, alle contestazioni quotidiane sollevate dai medici di famiglia. Fino a quando, purtroppo, l’ottovolante sarà invece una costante? Chissà.
Nuove forniture. Nelle ultime 24 ore, all’ospedale Binaghi, il centro regionale di stoccaggio, sono state consegnate oltre 65mila dosi Pfizer, stavolta quasi 5mila in più rispetto a quelle previste. Domani dovrebbero arrivare 51mila AstraZeneca, esaurite dappertutto, in particolare nel Nord Sardegna, nell’ultimo fine settimana. Nel frattempo, le prime 9mila fiale Johnson&Johnson sono state messe in circolazione, e potrebbero essere girate ai medici di famiglia per le vaccinazioni a domicilio, però pare che, in queste ore, siano finite le scorte di Moderna, sulla carta destinate alla stessa platea. Comunque, i magazzini sarebbero di nuovi pieni, almeno fino alla prossima settimana. C’è da aggiungere un’altra novità: le dosi di richiamo per i vaccini AstraZeneca non saranno più entro 45 giorni, ma fra tre mesi. Lo slittamento è stato concordato per aumentare il numero delle persone vaccinate almeno con la prima dose, e questo escamotage dovrebbe accelerare i tempi dell’attesa immunità di gregge, con almeno il 60-70 per cento della popolazione messa al sicuro a cavallo fra maggio e giugno.
Replica alle critiche. In Consiglio regionale, durante le celebrazioni per Sa die de sa Sardigna, il governatore Christian Solinas ha ribadito quanto svelato dal commissario dell’Ats-Ares, Massimo Temussi, alla Nuova, pochi giorni fa. «Addirittura la settimana scorsa – le parole del presidente - c’è stato detto di non andare oltre, perché diversamente non avrebbero potuto garantirci l’approvvigionamento delle fiale. Dunque, siamo in linea con il target e gli obiettivi che ci sono stati assegnati dalla gestione commissariale nazionale». Poi ha proseguito, riferendosi anche alle altre variabili che pesano sulla campagna vaccinale: «Degli ultimi 14mila soggetti fragili convocati, hanno risposto solo in 3.800», senza però specificare il motivo del perché di così tante rinunce. Sta di fatto che la filiera dei vaccini, in Sardegna, prima o poi un equilibrio dovrà pur trovarlo: secondo il nuovo piano dell’Ats è intorno alle 15mila dosi giornaliere entro poche settimane, mentre la prossima asticella, stavolta a detta del commissario nazionale, dovrebbe essere 17mila prima di metà maggio. Ma su un fatto la Regione ha comunque ragione da vendere: «Pretendiamo maggiori certezze su quantità e date delle forniture». Il generale-commissario, Francesco Paolo Figliuolo, ha giurato, ancora una volta: «Non ci saranno più intoppi», anche se l’intera partita, però, continua a essere decisa solo dalle strategie delle onnipotenti aziende farmaceutiche.
Le proteste. A essere in allarme continuano a essere sopratuttto le associazioni dei pazienti a elevata fragilità ma anche i vulnerabili a causa di patologie pregresse. Dopo diverse denunce alla magistratura, digiuni e richieste di commissariamento, un cagliaritano ha inviato una lettera disperata al premier Draghi e al governatore Solinas. «Eravamo considerati pazienti prioritari, ma non siamo stati ancora contattati e purtroppo i nostri continui appelli sono sempre caduti nel vuoto, e le vostre promesse rimaste tali. Con quale coscienza, vi chiedo, sapendo che non riusciamo a vaccinarci, potete continuare a sostenere che tutto vada bene?». (ua)
Nuove forniture. Nelle ultime 24 ore, all’ospedale Binaghi, il centro regionale di stoccaggio, sono state consegnate oltre 65mila dosi Pfizer, stavolta quasi 5mila in più rispetto a quelle previste. Domani dovrebbero arrivare 51mila AstraZeneca, esaurite dappertutto, in particolare nel Nord Sardegna, nell’ultimo fine settimana. Nel frattempo, le prime 9mila fiale Johnson&Johnson sono state messe in circolazione, e potrebbero essere girate ai medici di famiglia per le vaccinazioni a domicilio, però pare che, in queste ore, siano finite le scorte di Moderna, sulla carta destinate alla stessa platea. Comunque, i magazzini sarebbero di nuovi pieni, almeno fino alla prossima settimana. C’è da aggiungere un’altra novità: le dosi di richiamo per i vaccini AstraZeneca non saranno più entro 45 giorni, ma fra tre mesi. Lo slittamento è stato concordato per aumentare il numero delle persone vaccinate almeno con la prima dose, e questo escamotage dovrebbe accelerare i tempi dell’attesa immunità di gregge, con almeno il 60-70 per cento della popolazione messa al sicuro a cavallo fra maggio e giugno.
Replica alle critiche. In Consiglio regionale, durante le celebrazioni per Sa die de sa Sardigna, il governatore Christian Solinas ha ribadito quanto svelato dal commissario dell’Ats-Ares, Massimo Temussi, alla Nuova, pochi giorni fa. «Addirittura la settimana scorsa – le parole del presidente - c’è stato detto di non andare oltre, perché diversamente non avrebbero potuto garantirci l’approvvigionamento delle fiale. Dunque, siamo in linea con il target e gli obiettivi che ci sono stati assegnati dalla gestione commissariale nazionale». Poi ha proseguito, riferendosi anche alle altre variabili che pesano sulla campagna vaccinale: «Degli ultimi 14mila soggetti fragili convocati, hanno risposto solo in 3.800», senza però specificare il motivo del perché di così tante rinunce. Sta di fatto che la filiera dei vaccini, in Sardegna, prima o poi un equilibrio dovrà pur trovarlo: secondo il nuovo piano dell’Ats è intorno alle 15mila dosi giornaliere entro poche settimane, mentre la prossima asticella, stavolta a detta del commissario nazionale, dovrebbe essere 17mila prima di metà maggio. Ma su un fatto la Regione ha comunque ragione da vendere: «Pretendiamo maggiori certezze su quantità e date delle forniture». Il generale-commissario, Francesco Paolo Figliuolo, ha giurato, ancora una volta: «Non ci saranno più intoppi», anche se l’intera partita, però, continua a essere decisa solo dalle strategie delle onnipotenti aziende farmaceutiche.
Le proteste. A essere in allarme continuano a essere sopratuttto le associazioni dei pazienti a elevata fragilità ma anche i vulnerabili a causa di patologie pregresse. Dopo diverse denunce alla magistratura, digiuni e richieste di commissariamento, un cagliaritano ha inviato una lettera disperata al premier Draghi e al governatore Solinas. «Eravamo considerati pazienti prioritari, ma non siamo stati ancora contattati e purtroppo i nostri continui appelli sono sempre caduti nel vuoto, e le vostre promesse rimaste tali. Con quale coscienza, vi chiedo, sapendo che non riusciamo a vaccinarci, potete continuare a sostenere che tutto vada bene?». (ua)