Addio al carbone nel 2025 atto ufficiale di Cingolani
di Giuseppe Centore
E in una intervista al Corriere della Sera Starace conferma la sua ricetta: «Cinque nuovi gigawatt di rinnovabili e uno di batteria e l’isola sarà tutta verde»
26 luglio 2021
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CAGLIARI. Nessun rinvio, nessun allungamento dei tempi: la produzione di energia elettrica da carbone cesserà nel 2025. Lo conferma il ministro della Transizione Ecologica Cingolani che a Napoli al G20 dell’Ambiente ha ribadito che l’Italia manterrà fede agli impegni e lo ripete, per la parte di sua competenza in una intervista al Corriere della Sera l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace, che ribadendo quanto dichiarato in esclusiva alla Nuova Sardegna il 9 luglio aggiunge per l’isola qualche elemento in iù.
Cingolani non ha solo annunciato la conferma «inderogabile» dell’uscita dal carbone al 2025, ma ha emanato un atto di indirizzo a Terna e Arera, la prima società pubblica che gestisce la rete nazionale, la seconda autorità di regolazione, che rappresenta il primo documento vincolante del governo, dopo il Pniec, su questo argomento.
Da parte sua Starace continua a vedere la transizione ecologica come una opportunità «anche se non è un pranzo di gala va detto che non sarà un funerale o una tragedia. Credo che piuttosto servano il coraggio e la coscienza per capire che è una transizione inevitabile, da affrontare tranquillamente».
Nell’intervista Starace, si rivolge indirettamente al sindacato, preoccupato per la chiusura della centrale di Portovesme (quella di Porto torres è della multinazionale ceca Eph).
«Abbiamo chiuso 23 centrali elettriche negli ultimi sette anni, senza licenziare nessuno, nel frattempo abbiamo investito sulle rinnovabili, le reti, la mobilità elettrica e incentivato l’elettrificazione dei consumi da parte dei nostri clienti, salvo poi aggiungere che serve migliorare ulteriormente il nostro mix energetico e la capillarità delle reti, diventare più sostenibili e meno dipendenti dall’importazione di materie prime e combustibili fossili dall’estero. Questo genererà più posti di lavoro rispetto a quelli che verranno a mancare».
E infine il riferimento all’isola, con i numeri di possibili investimenti: 5 giga di rinnovabili e 1 di batterie. «In Sardegna non è mai stato portato il gas metano, nel frattempo la chiusura entro il 2025 di due centrali a carbone sull’isola e la predisposizione da parte di Terna di un nuovo cavo sottomarino per aumentare il trasferimento di energia, hanno creato la condizione per un percorso di totale elettrificazione dell’isola. Possiamo rendere entro il 2030 la Sardegna la prima regione italiana ad allinearsi ai modelli del futuro, creando posti di lavoro e innescando un processo virtuoso».
Cingolani non ha solo annunciato la conferma «inderogabile» dell’uscita dal carbone al 2025, ma ha emanato un atto di indirizzo a Terna e Arera, la prima società pubblica che gestisce la rete nazionale, la seconda autorità di regolazione, che rappresenta il primo documento vincolante del governo, dopo il Pniec, su questo argomento.
Da parte sua Starace continua a vedere la transizione ecologica come una opportunità «anche se non è un pranzo di gala va detto che non sarà un funerale o una tragedia. Credo che piuttosto servano il coraggio e la coscienza per capire che è una transizione inevitabile, da affrontare tranquillamente».
Nell’intervista Starace, si rivolge indirettamente al sindacato, preoccupato per la chiusura della centrale di Portovesme (quella di Porto torres è della multinazionale ceca Eph).
«Abbiamo chiuso 23 centrali elettriche negli ultimi sette anni, senza licenziare nessuno, nel frattempo abbiamo investito sulle rinnovabili, le reti, la mobilità elettrica e incentivato l’elettrificazione dei consumi da parte dei nostri clienti, salvo poi aggiungere che serve migliorare ulteriormente il nostro mix energetico e la capillarità delle reti, diventare più sostenibili e meno dipendenti dall’importazione di materie prime e combustibili fossili dall’estero. Questo genererà più posti di lavoro rispetto a quelli che verranno a mancare».
E infine il riferimento all’isola, con i numeri di possibili investimenti: 5 giga di rinnovabili e 1 di batterie. «In Sardegna non è mai stato portato il gas metano, nel frattempo la chiusura entro il 2025 di due centrali a carbone sull’isola e la predisposizione da parte di Terna di un nuovo cavo sottomarino per aumentare il trasferimento di energia, hanno creato la condizione per un percorso di totale elettrificazione dell’isola. Possiamo rendere entro il 2030 la Sardegna la prima regione italiana ad allinearsi ai modelli del futuro, creando posti di lavoro e innescando un processo virtuoso».