Nuoro-Olbia: la scheda c’è, i soldi no
Il progetto SaRNet è stato inviato al Mit ma non compare tra le opere del Pnrr
15 agosto 2021
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SASSARI. C’è una scheda che la Regione ha inviato al ministero delle Infrastrutture (Mit) che però non è stata inclusa nel Pnrr e nessuno sa bene il motivo. Si tratta di un progetto ripartito in tre step di cui basterebbe finanziarne soltanto il primo per rivoluzionare la rete ferroviaria sarda. Ne sono convinti sia il “Comitato spontaneo Trenitalia nuorese”, che lo sostiene con forza, sia lo stesso docente dell’università di Cagliari, Gianfranco Fancello, che sul progetto ha lavorato in prima persona. «La Regione ha presentato una scheda – spiega il coordinatore del comitato, l’avvocato nuorese Claudio Solinas – inviata al Mit il 27 aprile 2021, chiamata SaRNet e suddivisa in tre blocchi. Il primo riguarda la trasformazione in scartamento ordinario della Nuoro-Macomer. E non è richiesto un grande progetto perché si opera sull’area di sedime esistente, con curve già smussate. Occorre solo allargare i binari di 50 centimetri».
In sostanza la visione è mettere in rete su scartamento ordinario tutti i capoluoghi di provincia, i porti e gli aeroporti. «Obiettivamente è la scheda più strategica – aggiunge Solinas – sostenibilissima e con un onere economico di appena 114 milioni di euro. Porrebbe le basi per quella più ambiziosa Nuoro-Prato Sardo-Olbia con 6 fermate, perché se la ferrovia raggiunge Nuoro, il successivo step sarà la Nuoro-Olbia». Un toccasana sarebbe anche lo snodo di Borore, che a quel punto diventerebbe hub di transito per i viaggi tra Sassari e Cagliari.
Il progetto in sé rappresenta un cambio di paradigma. In passato, infatti, seguendo la logica della domanda sui trasporti, si pensava a nuove strade ferrate dove c’era un bacino di utenza. E in questo concetto venivano tagliate fuori le zone interne.
«Il Pnrr ci dice un’altra cosa – spiega il docente di Ingegneria all’università di Cagliari, Gianfranco Fancello – colmiamo il gap infrastrutturali dei territori per favorire la mobilità sostenibile. E noi su questo obiettivo ci siamo mossi coerentemente, è su questo che dobbiamo battere. Abbiamo lavorato su questa scheda secondo gli obiettivi posti dalla stessa Ue, cioè superare le condizioni di isolamento e disequilibrio tra i territori».
Nonostante questo nel Pnrr non c’è nemmeno un euro stanziato per questo progetto rivoluzionario. «Siamo ancora in tempo – riprende Gianfranco Fancello –. Serve una forte mobilitazione di natura politica e delle parti sociali. Questo è un progetto che va sostenuto perché rilancia globalmente il sistema sardo e mette le coste occidentale e orientale in collegamento tra loro, ed entra nelle zone interne dando una possibilità di sviluppo». (s.sant.)
In sostanza la visione è mettere in rete su scartamento ordinario tutti i capoluoghi di provincia, i porti e gli aeroporti. «Obiettivamente è la scheda più strategica – aggiunge Solinas – sostenibilissima e con un onere economico di appena 114 milioni di euro. Porrebbe le basi per quella più ambiziosa Nuoro-Prato Sardo-Olbia con 6 fermate, perché se la ferrovia raggiunge Nuoro, il successivo step sarà la Nuoro-Olbia». Un toccasana sarebbe anche lo snodo di Borore, che a quel punto diventerebbe hub di transito per i viaggi tra Sassari e Cagliari.
Il progetto in sé rappresenta un cambio di paradigma. In passato, infatti, seguendo la logica della domanda sui trasporti, si pensava a nuove strade ferrate dove c’era un bacino di utenza. E in questo concetto venivano tagliate fuori le zone interne.
«Il Pnrr ci dice un’altra cosa – spiega il docente di Ingegneria all’università di Cagliari, Gianfranco Fancello – colmiamo il gap infrastrutturali dei territori per favorire la mobilità sostenibile. E noi su questo obiettivo ci siamo mossi coerentemente, è su questo che dobbiamo battere. Abbiamo lavorato su questa scheda secondo gli obiettivi posti dalla stessa Ue, cioè superare le condizioni di isolamento e disequilibrio tra i territori».
Nonostante questo nel Pnrr non c’è nemmeno un euro stanziato per questo progetto rivoluzionario. «Siamo ancora in tempo – riprende Gianfranco Fancello –. Serve una forte mobilitazione di natura politica e delle parti sociali. Questo è un progetto che va sostenuto perché rilancia globalmente il sistema sardo e mette le coste occidentale e orientale in collegamento tra loro, ed entra nelle zone interne dando una possibilità di sviluppo». (s.sant.)