La Nuova Sardegna

Sanità, Nieddu incontra i sindaci ma non ha soluzioni rapide

di Giusy Ferreli
Sanità, Nieddu incontra i sindaci ma non ha soluzioni rapide

L’assessore: «Mancano gli specialisti, problemi che esistono da decenni»

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NUORO. Alla fase preliminare degli Stati generali della salute, chiesti a gran voce dall’assemblea Anci Cal di Arborea, gli amministratori del centro Sardegna si sono presentati con un chilometrico cahier de doléance. In cambio, dall'assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, hanno ricevuto un impegno solenne, i numeri delle azioni già intraprese e la notizia dello stanziamento di 13 milioni di euro della legge "Omnibus" appena licenziata per incentivare i medici a scegliere le sedi disagiate.

Impossibile riportare tutti i mali della sanità elencati con dovizia di particolari durante il vertice convocato a Cagliari ma ci sono volute ore perché le delegazioni arrivate da Nuoro, Oristano e Lanusei illustrassero le singole situazioni all'assessore Mario Nieddu, al suo direttore generale Marcello Tidore e al direttore sanitario Ats Giorgio Carboni. Dall'Ogliastra dove ha sede l’unico ospedale del territorio, il Nostra signora della Mercede di Lanusei, funestato da un black out che per ore ha paralizzato l’attività e con diversi reparti sull’orlo del collasso, per proseguire con Nuoro e il suo San Francesco, che ben lontano dai fasti di una volta ha dovuto chiudere per quattro giorni la sua Chirurgia generale, per finire con Oristano, che ha subito l’onta di affittare i medici del pronto soccorso del San Martino, lo stato in cui versano i servizi sanitari si è rivelato in tutta la sua drammaticità. Non sono mancati gli accenti polemici accompagnati dalle dichiarazioni di buona volontà in nome di una causa comune: il diritto alla salute dei cittadini. L’assessore, che nella sala conferenze di via Roma ha voluto i vertici delle Assl e degli ospedali ed era affiancato dal promotore del vertice, il presidente di Anci Emiliano Deiana, è partito da quella che è l'amara realtà: la mancanza di medici.

«I principali problemi derivano dalla carenza di specialisti – ha detto Nieddu –, una situazione che arriva da decenni di mancata programmazione. Negli ultimi due anni abbiamo preso provvedimenti per cambiare rotta decuplicando le borse di studio regionali per le scuole di specializzazione, inserendo il vincolo a esercitare nell’Isola per almeno tre anni e ripubblicando tutte le ore di specialistica ambulatoriale, 830mila. Infine rimuovendo il blocco del turnover che avevamo ereditato».

I numeri snocciolati da Nieddu riguardano i concorsi: 65 banditi e 31 conclusi e nuovamente banditi dopo l'esaurimento delle graduatorie. Ha ribadito quello che ha detto in occasione dell’emergenza chirurgia del San Francesco: «Occorre condividere le risorse umane con i presidi che ne hanno più bisogno».

Al termine del confronto nessuno si è sbilanciato. «Sono notizie che accogliamo favorevolmente e che, una volta messe in pratica, potranno contribuire ad alleviare almeno in parte la condizione di sofferenza del San Martino», è stato il commento del sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, in risposta all’annuncio dell’arrivo di alcuni specialisti per i reparti più a rischio. «L’incontro – ha sottolineato il primo cittadino oristanese – è stato utile per definire con i responsabili della sanità sarda e territoriale tempi e modi per affrontare alcune delle principali criticità».

Per il sindaco di Lanusei la strada è lunga e impervia. «Ancora – detto Davide Burchi – non posso dirmi soddisfatto se non della disponibilità che tutti gli attori hanno dimostrato, i problemi ci sono e li conosciamo bene. Si tratta di trovare gli strumenti normativi ed economici per superare una situazione che non consente tentennamenti».

Anche per il suo collega nuorese si è trattato di un incontro interlocutorio, sulla scia dello schema deciso durante l'assemblea Anci Cal. «Chiediamo massimo impegno per i concorsi dei primariati e per lo scorrimento delle graduatorie che potranno dare risposte alle esigenze di salute dei cittadini. Da parte nostra, se ci sarà da dare battaglia a Roma lo faremo».

E sulla legislazione straordinaria è ritornato il massimo responsabile della sanità sarda. «Siamo i emergenza – è stata la conclusione di Nieddu – in cui gli strumenti ordinari non bastano più. Serve una revisione delle regole a livello nazionale e, in questo senso, la sinergia tra le istituzioni, tra Regione e i sindaci, dà sicuramente forza alle istanze e alle necessità del nostro territorio».

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