Le regole sul superbonus mettono in crisi le imprese isolane
di Roberto Petretto
Pressing politico sul governo Draghi per una modifica della cessione del credito. Mura (Pd): non possiamo permetterci di frenare mentre ci sono segni di ripresa
06 febbraio 2022
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SASSARI. Le nuove regole sul superbonus stanno mandando in crisi decine di imprese e compromettendo le speranze di tanti cittadini di ottimizzare la resa energetica delle proprie abitazioni a costo zero. Norme che tendono a evitare utilizzi poco chiari della legge, ma che rischiano di bloccare tutto. «Il Pd in Parlamento è mobilitato ovunque per togliere dal Dl Sostegni ter la norma che prevede che la cessione unica del credito per i bonus edilizi - dice la presidente della Commissione lavoro della Camera, Romina Mura -. Siamo convinti che dobbiamo dare il massimo delle opportunità alle nostre imprese: il superbonus è ossigeno e va facilitata la sua fruizione evitando di aggiungere ostacoli alle difficoltà che già ci sono, a partire dai costi delle materie prime».
Dalle imprese e dalle associazioni di categoria arrivano proteste e segnali d’allarme: «L’ascolto delle associazioni è costante e intendiamo dare risposte concrete - prosegue la parlamentare Pd -. Con un impatto calcolato di circa mezzo miliardo in Sardegna il settore è strategico per l'economia anche per i riflessi sul fronte occupazionale, e non possiamo permetterci di frenare le assunzioni mentre ci sono segni di ripresa nell'edilizia dell'isola».
Il Pd ha presentato una serie di emendamenti: «Stiamo mandando precisi segnali al Governo - aggiunge la parlamentare - affinché receda da provvedimenti che creano più problemi di quanti si vorrebbero evitare. Siamo tutti schierati su questa linea, che è la linea della correttezza e della crescita per cui è nato e deve continuare a lavorare il Governo Draghi».
Per scoraggiare le truffe il Governo ha messo nuovi limiti alla cessione dei crediti: si potrà fare, ma solo una volta. Questo significa che i crediti ceduti dal cittadino a banche, imprese costruttrici o fornitori, non possono essere da questi nuovamente ceduti. Decisione che ha fatto insorgere costruttori e organizzazioni artigiane, preoccupate dal possibile blocco delle imprese. Alcune piccole banche hanno infatti già stoppato le nuove pratiche di cessione dei crediti non avendo la possibilità di assorbirli e non potendoli più cedere di nuovo.
Per l’Ance «i nuovi vincoli alla cessione dei crediti avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso, con il rischio di creare migliaia di contenziosi e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche».
Dalle imprese e dalle associazioni di categoria arrivano proteste e segnali d’allarme: «L’ascolto delle associazioni è costante e intendiamo dare risposte concrete - prosegue la parlamentare Pd -. Con un impatto calcolato di circa mezzo miliardo in Sardegna il settore è strategico per l'economia anche per i riflessi sul fronte occupazionale, e non possiamo permetterci di frenare le assunzioni mentre ci sono segni di ripresa nell'edilizia dell'isola».
Il Pd ha presentato una serie di emendamenti: «Stiamo mandando precisi segnali al Governo - aggiunge la parlamentare - affinché receda da provvedimenti che creano più problemi di quanti si vorrebbero evitare. Siamo tutti schierati su questa linea, che è la linea della correttezza e della crescita per cui è nato e deve continuare a lavorare il Governo Draghi».
Per scoraggiare le truffe il Governo ha messo nuovi limiti alla cessione dei crediti: si potrà fare, ma solo una volta. Questo significa che i crediti ceduti dal cittadino a banche, imprese costruttrici o fornitori, non possono essere da questi nuovamente ceduti. Decisione che ha fatto insorgere costruttori e organizzazioni artigiane, preoccupate dal possibile blocco delle imprese. Alcune piccole banche hanno infatti già stoppato le nuove pratiche di cessione dei crediti non avendo la possibilità di assorbirli e non potendoli più cedere di nuovo.
Per l’Ance «i nuovi vincoli alla cessione dei crediti avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso, con il rischio di creare migliaia di contenziosi e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche».