Massacro a Porto Torres, mamma e figlia lottano ma le ferite sono gravissime
Città sotto choc. In via Principessa Giovanna ci sono ancora i segni della violenza
PORTO TORRES. Le tracce di sangue ancora troppo evidenti e difficili da nascondere nonostante i ripetuti tentativi di lavaggio. Non solo per terra ma anche sui muretti che delimitano la piazza davanti ai garage. Il passeggino accanto al pianerottolo.
In via Principessa Giovanna la gente passa, chiede, si ferma. C’è chi scuote la testa e chi piange, qualcun altro fa dei segni con la mano per provare a spiegare una azione folle alla quale non sarà mai possibile dare un senso.
Un bidoncino dei rifiuti rovesciato fa capire che le priorità in questo momento sono altre. Tramortita, senza forze. La città si è svegliata così, addolorata e incredula di fronte a una tragedia che se non fosse per la vittima e le due donne gravemente ferite non ha altri punti di riferimento diretti a Porto Torres. Fulvio Baule, il muratore 40enne di Ploaghe arrestato per l’omicidio del suocero Basilio Saladdino, poliziotto in congedo di 70 anni, e per il duplice tentato omicidio della moglie Ilaria Saladdino, 39 anni, e della suocera Caterina Mancusa, di 70, infatti non lo conosce nessuno. Tutti sanno, però, che ha agito con una ferocia inaudita e poteva fare una strage. Orrore e tanta paura, anche per i gemellini di un anno - un maschietto e una femminuccia - i bimbi che uno dei condomini ha messo al sicuro: un intervento forse provvidenziale mentre l’omicida si allontanava dal luogo del delitto per poi costituirsi ai carabinieri nella caserma di via Antonelli.
Il giorno dopo è dedicato al silenzio, alla ricerca di una speranza alla quale aggrapparsi. Anche alla preghiera per chi crede e invoca un aiuto per salvare le vite di madre e figlia che lottano tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione del “Santissima Annunziata”: le prossime 48 ore saranno decisive per le valutazioni dei medici. Via Principessa Giovanna è un angolo di città a due passi dal Lungomare, dall’istituto tecnico Nautico e dalla Lidl, uno dei supermercati più frequentati: poche decine di metri di tranquillità dove sabato sera Fulvio Baule ha scritto una delle pagine più nere e tragiche che Porto Torres possa ricordare.
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Con Ilaria Saladdino, dopo un matrimonio durato circa quattro anni, la storia era finita da poco più di tre mesi. Una crisi lenta, condizioni complesse che avevano messo a dura prova la relazione, sino a portarla ai titoli di coda. La giovane donna aveva deciso di lasciare la casa di Ploaghe e tornare a casa dai genitori: una scelta responsabile per evitare che la situazione potesse degenerare. I dettagli stabiliti dal giudice del Tribunale, anche per quanto riguarda gli adempimenti - quelli sempre più controversi e dolorosi - relativi ai figli. I bimbi affidati alla mamma con giorni e orari stabiliti nei quali il padre poteva vederli per parte della giornata. Come è accaduto sabato. Una situazione non agevole, come capita talvolta in questi casi, con ritardi e mancato rispetto degli orari nel riportare i bambini a casa della ex moglie. C’era già stata qualche discussione e la tensione sembrava destinata a salire di tono.
Sabato sera Ilaria ha atteso l’ex marito nella piazza rientrata, davanti casa dei genitori. Ansia e angoscia perchè l’uomo non arrivava con i bambini, poi finalmente la Punto bianca è comparsa in via Principessa Giovanna. La discussione tra i due ha assunto subito toni pesanti. Le urla sono state sentite chiaramente dai vicini. E dai genitori che un po’ erano preparati: Basilio Saladdino aveva già indossato piagiama e pantofole, era davanti alla tv. Ma la sua attenzione era verso l’esterno: ha capito subito che stava accadendo qualcosa di grave. È sceso per strada, ha affrontato il genero che stava riempiendo di botte Ilaria.
«Devi andare via, ci devi lasciare in pace». Poteva finire tutto lì, con quattro schiaffi e le urla. Invece Fulvio Baule ha fatto pochi passi, ha aperto il cofano della Punto e dalla cassetta degli attrezzi ha preso una accetta, si è scagliato come una furia contro il poliziotto che è stato colpito più volte alla spalla e alla testa. Basilio Saladdino è caduto a terra, è morto subito dopo. La figlia, Ilaria, ha cercato di bloccare l’ex marito ma è stata raggiunta anche lei da diversi colpi alla testa. Così pure la mamma Caterina Mancusa che ha cercato disperatamente di proteggere la figlia: l’uomo si è fermato solo quando l’ex moglie si è accasciata accanto al padre ormai privo di vita. E lì a pochi passi è caduta anche la mamma.
Violenza e bestialità mai viste, un film dell’orrore calato nella realtà di un sabato di fine febbraio: un morto a terra, mamma e figlia in condizioni gravissime. Nessuna giustificazione per quello che ha fatto Fulvio Baule. Non ce ne può essere. Mai.