La Nuova Sardegna

Il vento indipendentista spazza di nuovo la Corsica

Il vento indipendentista spazza di nuovo la Corsica

L’aggressione in carcere al leader Colonna fa riesplodere tensioni e scontri La solidarietà di iRS, ProgReS e Torra. L’apertura del presidente Macron

20 marzo 2022
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Una violenta aggressione avvenuta il 2 marzo nel carcere francese di Arles ha ridato vigore alle mai sopite spinte indipendentiste della Corsica, scatenando una vera rivolta in diverse città dell’isola, dove si sono verificate proteste anche violente, con assalti a palazzi delle istituzioni, esplosioni di bombe e lanci di molotov al grido di “Statu francese assassinu”.

Vicende che hanno interessato anche il mondo dell’indipendentismo sardo: iRS, ProgReS e Torra hanno testimoniato la loro solidarietà «tra la nazione sarda e la nazione corsa» di fronte al Consolato francese di Sassari, e anche Liberu e Sardigna Natzione Indipendentzia si sono subito dichiarati vicini alle istanze dei fratelli corsi.

Una situazione che ha messo in allerta il premier Macron, che si è detto pronto a concedere l’autonomia alla regione. Tutto questo perché la persona aggredita in carcere non è uno qualsiasi, bensì Yvan Colonna, un simbolo dell’indipendentismo corso che scontava l'ergastolo per l'omicidio, avvenuto nel 1998 ad Ajaccio, del prefetto Claude Erignac. A tentare di strangolarlo riducendolo in fin di vita (è tutt’ora in coma) un islamista radicale che lo avrebbe preso di mira dopo aver udito espressioni ritenute blasfeme. Una versione dei fatti considerata poco veritiera dal mondo indipendentista, che afferma l’innocenza di Colonna, visto come capro espiatorio di uno Stato francese “oppressore”, il quale ha sempre rifiutato di trasferirlo in un penitenziario corso. Dubbi anche sulle modalità del tentato omicidio, dato che Colonna era detenuto in regime di sorveglianza speciale.

La durezza degli scontri, che a Bastia hanno provocato 67 feriti, la maggior parte tra i gendarmi, e forse la paura di una escalation (l’ala dura depose le armi nel 2014, ma negli ultimi tempi paventava il ritorno ad attività clandestine) hanno spinto i vertici dello Stato a mostrarsi mai così disponibili per una svolta autonomista, come ha confermato il ministro dell’interno Darmanin durante una visita nell’isola. Quindi la decisione di sospendere la pena di Colonna per “motivi sanitari”.

Una svolta epocale, vista con favore dagli autonomisti (alle autorità dell'isola passerebbero le competenze in settori importanti come il sociale, la sanità e l'economia) ma che ha invece provocato le ire del Flnc, il Fronte di liberazione nazionale corso, che rifiuta con sdegno il progetto per cui di fatto il potere legislativo resterebbe nelle mani dello Stato, così come il controllo dei servizi di sicurezza (comprese le forze dell’ordine) e la giustizia. E d’altra parte al quotidiano Corse-Matin Darmanin aveva precisato: «Saranno discussioni per forza lunghe, il futuro dei corsi resta pienamente nella Repubblica francese».

A rendere ancora più incandescente la situazione si aggiungono le critiche alle istituzioni francesi e in particolare a Macron, accusato di cavalcare le vicende corse a fini elettorali: le presidenziali sono dietro l’angolo. (a.palmas)

Primo piano
La guerra in Medioriente

Attacco in Libano, sono tutti sardi i militari della Brigata Sassari feriti

Le nostre iniziative