La Nuova Sardegna

Sennori, cesti di pane sapori sublimi e savoir faire

di Pasquale Porcu
Sennori, cesti di pane sapori sublimi e savoir faire

Ecco i segreti del successo del Commensale, ristorantino gestito da Nicolino e Loredana nel centro storico

09 aprile 2022
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Il segreto del ristorante Il Commensale di Sennori è semplice: un pane buonissimo e un olio extravergine di oliva straordinario. Il pane è quello che produce un piccolo artigiano (Daniele Doneddu dell’Arte del Pane, in via Cottoni 18 a Sennori). Un pane profumato di semola di grano duro e lievito madre cotto nel forno a legna. Mettete a tavola un cesto con questi pani e fate subito un gol. Il secondo gol il ristoratore lo fa con l’olio Evo Senso dell’azienda agricola di Alessandro Ibba, in via Nievo 3 a Sennori.

Fa bene Nicolino Cubeddu, patron del ristorante insieme alla moglie Loredana, a offrirlo a tavola a inizio pasto. Il profumo (è un fruttato medio) ti conquista subito; delicato, elegante con quella punta di amaro è in perfetta armonia con il gradevole amaro che hanno gli oli buoni. In bocca esplode gioiosamente con i gusti di carciofo, cardo, mandorla fresca e foglia di pomodoro che segna i migliori oli da olive di varietà Bosana. Gli uliveti, in agro di Sorso, sono seguiti con grande cura e competenza e il risultato si sente. Provare per credere usandolo con parsimonia anche sugli antipasti e i primi piatti.

E se questa è la premessa non c’è che da aspettarsi un pranzo che si affida alla abilità del cuoco e soprattutto sulla qualità della materia prima locale. E bisogna dire che Sennori rappresenta uno dei migliori giacimenti agroalimentari per quanto riguarda le produzioni: pani, dolci, olii, frutta, verdura. Un mercato da scoprire (o da riscoprire) per gli appassionati dei prodotti di grande qualità.

“Il Commensale”, che troverete sulla strada principale del paese, piccolo ma accogliente, aperto tre anni fa, ha una sala a pianterreno e una al piano di sopra, con romantica terrazza. Tavoli ben apparecchiati ma senza inutili sfarzi. Cordiale e professionale l’accoglienza. Una bomboniera per chi cerchi un posto dove mangiare bene e soprattutto sano.

Il menu, che ha incontrato il plauso anche della delegazione di Sassari dell’Accademia Italiana della Cucina, nel nostro caso, si apriva con un delizioso gazpacho, crostino croccante e mentuccia. Una proposta fresca e gradevole per far aprire lo stomaco alle egregie cose che avremmo assaggiato dopo.

Sulla stessa lunghezza d’onda nella delicatezza, anche il rotolino di pesce spada in carpione su finocchi e arancia. E poi un assaggio perfetto di rana pescatrice su crema di asparagi e il fantastico flan di verdurine di campo con straccetti di manzo (ma perché non troviamo più, nei ristoranti, piatti come questo?). Prima di concludere con un gattuccio in salsa agrodolce con chips di patate dal sapore più deciso ma non arrogante.

Ed eccoci al primo: spaghetti al nero di seppia in forte crisi di identità nonostante l’apporto generoso, in termini di gusto, dei gamberi rossi, presi in ostaggio dalla consistenza amidacea della pasta: un piatto accettabile, certo, ma al di sotto delle altre portate. Un piatto che a tavola è arrivato tiepido e senza l’esuberanza che una tale proposta dovrebbe avere. Peccato. Ma, si sa, anche questo può succedere.

Per secondo una onesta tanuta in crosta su vellutata di carciofi. In conclusione un parfait al torrone di Sennori, necessariamente molto dolce in giudizioso abbinamento con un capolavoro dell’enologia sarda: Moscato della Confraternita omonima di Sennori che quest’anno festeggia i 50 anni dell’ottenimento della Doc.

I vini che hanno accompagnato il pranzo erano quelli della cantina di Nuraghe Crabioni di Sorso. Il servizio ai tavoli preciso e molto premuroso.

Chiusura il martedì, meglio prenotare al numero 079.362480.

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