Vacche, una dieta di alghe per emettere meno gas
di Davide Pinna
Il progetto del Consorzio Uno per gli allevamenti bovini nella piana di Oristano L'asparagopsis taxiformis ridurrebbe anche dell’84% la produzione di metano
30 aprile 2022
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ORISTANO. Due ambienti completamente diversi, il mare e la terra. Eppure, la loro inaspettata congiunzione potrebbe aiutare ad alleviare il problema delle emissioni di gas serra derivanti dall'allevamento animale, soprattutto bovino. Non è forse un caso, dunque, che l'idea nasca in un luogo che terra e mare si sono contesi per millenni, prima delle bonifiche del Novecento. A Oristano, nel settecentesco chiostro del Carmine che ospita i corsi universitari del Consorzio Uno, con lo sguardo rivolto alla piana del Terralbese, che oggi rappresenta grazie ad Arborea il centro più importante dell'allevamento vaccino in Sardegna. L'idea riguarda l'ipotesi di utilizzare l'asparagopsis taxiformis e armata, due tipi di alghe originarie dell'Oceano Pacifico, come additivo per l'alimentazione delle vacche da latte: l'alga sarebbe in grado di ridurre la produzione e le emissioni di metano durante i processi digestivi in una percentuale che varia dal 50 all'84 per cento. Il progetto è stato sviluppato, sulla base di studi e ricerche scientifiche in corso in tutto il mondo e soprattutto in Australia e Nuova Zelanda, dagli studenti del corso in Biotecnologie industriali e alimentari Lorenzo Anedda, Gabriele Marongiu, Francesca Onnis, Matteo Pinna, Giorgia Porru, Gloria Porru, Martina Schirru e Chris Whitman. «La bonifica e l'aumento delle temperature hanno eliminato la naturale capacità di assorbire anidride carbonica dall'atmosfera delle zone umide del Terralbese – ha spiegato Anedda -, che ora invece producono metano in seguito alla decomposizione della materia organica in condizioni di scarsa ossigenazione. Inoltre la zona è fortemente interessata dall'allevamento bovino». Stando ai dati forniti dagli studenti, gli allevamenti bovini sono responsabili di un terzo del metano rilasciato in atmosfera e nella Provincia di Oristano vengono allevate 21.500 vacche che producono ogni anno 3 miliardi di litri di metano. Se alla loro dieta venisse aggiunta una piccola dose di asparagopsis, le emissioni potrebbero ridursi sino a 504 milioni di litri annui. Sono già tante le istituzioni, le aziende e le start up di tutto il mondo che stanno facendo ricerca in questo settore, ma il territorio oristanese potrebbe essere particolarmente adeguato. Ci sono, infatti, tutte le condizioni perché si crei una filiera che vada dalla coltivazione all'utilizzo dell'alga. Proprio a Oristano, peraltro, ha sede Livegreen, che si trova oggi al primo posto in Italia per produzione dell'alga spirulina, con dieci tonnellate annue. Il progetto è stato sviluppato nel corso dell'iniziativa internazionale Climathon, organizzato nel 2021 a Oristano dal Consorzio Uno insieme alla rete Maristanis, guidata all'epoca dal Comune di Terralba. Ieri, la presentazione al pubblico e ai portatori di interesse da parte degli studenti e del direttore del Consorzio Uno Francesco Asquer e del docente di Biochimica Enrico Sanjust. Fra gli intervenuti, il responsabile ricerca di Livegreen Claudio Ledda, che ha garantito supporto per la ricerca e la sperimentazione, i consiglieri d'amministrazione della Cooperativa produttori Arborea Federico Torresan e Roberto Bergamin, i responsabili delle associazioni imprenditoriali, i sindaci di Terralba Sandro Pili e Arborea Manuela Pintus, l'assessora alle Attività produttive del Comune di Oristano Marcella Sotgiu, gli esponenti del mondo della ricerca istituzionale e delle professioni.