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Uniss – Agraria

Risorse genetiche, tesoro sardo

Risorse genetiche, tesoro sardo

I riconoscimenti internazionali e il ruolo di leader nella ricerca

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Il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari è l’unica struttura universitaria della Sardegna a occuparsi di formazione e ricerca in campo agrario e forestale. Tradizionalmente sensibile alle esigenze del territorio, il dipartimento dell’Uniss ha adottato, fin dalla sua fondazione, una chiara strategia: proiettare le peculiarità dell’agricoltura sarda in contesti di ricerca internazionali.

Una realizzazione di questa strategia è il Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione (NRD) che, partendo da studi sui sistemi pastorali della Sardegna, si è imposto come leader internazionale per le ricerche sulla sostenibilità dei sistemi agrari e forestali nei paesi in via di sviluppo. Dopo oltre vent’anni di lavoro, la strategia ha portato ad eccellenti risultati: NRD ha ottenuto il segretariato generale di Desertnet international, il più grande think-tank di ricercatori impegnati nella lotta alla desertificazione e il coordinamento del Global Network of Dryland Research Institutes (GNDRI), un’estesa associazione di istituzioni attive nella ricerca scientifica sulle zone aride.

Certamente la Sardegna può essere considerata lo scrigno di biodiversità agraria del Paese, una peculiarità che ha messo il Dipartimento di Agraria nelle condizioni di aderire, come socio fondatore, ai centri nazionali Agritech e Biodiversità (National Biodiversity Fuure Centre, NBFC) e alla infrastruttura di ricerca MIRRI sulla Bioscienza e la Bioeconomia sostenibili, oltre che partecipare come assoluto protagonista al progetto E-INS di cui UNISS è coordinatore, già descritto nel precedente inserto.

Con questi progetti, finanziati dal PNRR, Uniss mette a disposizione del Sistema Paese le competenze dei docenti di agraria e di veterinaria per condividere con i ricercatori di altre istituzioni l’esperienza accumulata sulla resilienza dei sistemi agro-zootecnici multifunzionali, sulla conservazione della biodiversità vegetale e microbica e sui servizi ecosistemici associati all’agricoltura e all’allevamento.

Al centro delle ricerche ci saranno non solo il recupero e la valorizzazione delle antiche varietà di frumento, di ortaggi, di vite e di razze ovine e bovine, ma anche la caratterizzazione di piante aromatiche e officinali endemiche, per l’estrazione di metaboliti con potenzialità per il settore farmaceutico o cosmetico o per il miglioramento del benessere animale.

L’insularità della Sardegna, spesso considerata un limite allo sviluppo, sarà declinata come un vantaggio nelle ricerche sulla tutela del territorio, sulla valorizzazione dei servizi ecosistemici, sulla valutazione di fattibilità delle strategie di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

Un pacchetto molto ampio di competenze predisposto in coerenza con la già citata strategia: proiettare le peculiarità del territorio a partire dai centri di ricerca dipartimentali e interdipartimentali.

Gli studi di biodiversità potranno infatti contare sulle competenze di docenti del dipartimento maturate nell’ambito del Centro per la Biodiversità Vegetale che ha sede nei locali della sede distaccata di Surigheddu.

Un altro esempio di successo è il riconoscimento della grande esperienza di gestione e di ricerca nella prevenzione degli incendi che ha spinto il Centro Euro-Mediterraneo Cambiamenti Climatici (CMCC) ad aprire nei locali del dipartimento la Divisione IAFES (Impatti su Agricoltura, Foreste e Servizi Ecosistemici) con un focus specifico sulle interazioni tra cambiamenti climatici ed ecosistemi terrestri – naturali e semi-naturali – e settori antropici.

Questi includono l’agricoltura, le foreste, il suolo e i sistemi urbani, con particolare attenzione alle risorse collegate e ai servizi generati, quali la sicurezza alimentare, la gestione sostenibile della risorsa idrica, la valutazione degli impatti, della vulnerabilità e delle conseguenze derivanti dalla combinazione di condizioni climatiche e gestione del territorio nei diversi settori, e l’identificazione e la valutazione di opportune strategie di adattamento per aumentare la resilienza climatica.

Anche la partecipazione alla rete MIRRI, un’iniziativa che ha l’obiettivo di valorizzare la biodiversità delle collezioni microbiche presenti in 24 centri, tra Università e Centri di Ricerca italiani, va ricondotta agli studi effettuati sui prodotti tipici del territorio come il lievito madre provenienti da tutta l’Isola e centinaia di lieviti flor, microrganismi caratterizzanti due gioielli dell’enologia sarda: la Malvasia di Bosa DOC e la Vernaccia di Oristano DOC. E molto altro sta per arrivare.

Di recente il dipartimento di Agraria ha fondato il Centro Innovative Agriculture per coordinare le attività di ricerca sulla cosiddetta agricoltura digitale come la messa a punto di sistemi di monitoraggio delle colture da droni, o tramite integrazione di immagine satellitari, la definizione di tecniche colturali e di allevamento che sfruttino il potenziale delle nuove tecnologie per esaltare sostenibilità e qualità. Queste sono le attività più rilevanti. Le attività di ricerca del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, finanziate da oltre centoventi progetti vinti su bandi competitivi, per oltre trenta milioni di budget, sono il fulcro della formazione di studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca, giovani ricercatori che interagiscono con i docenti portando nuove idee, energia ed entusiasmo.

(a cura di Andrea Porceddu, docente ordinario di Genetica agraria)

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