«Dormire sospesi tra gli alberi, il turismo è un tuffo nella natura»
La scelta di vita di Adriano Ribera, imprenditore lombardo di 50 anni Ha lasciato Milano e si è trasferito nel Sarrabus investendo nell’ospitalità
Lascio tutto e vado a vivere in Sardegna. Sembra quasi il titolo di un film, ma l'idea che un anno fa ha folgorato un imprenditore milanese di 50 anni è tutto tranne che un'opera di finzione. Adriano Ribera, infatti, grafico con un'esperienza trentennale e, da alcuni anni, imprenditore nel mondo del tree camping, dopo aver passato quattro giorni tra i boschi, le cascate e il mare di Villaputzu, ha venduto la sua casa di Milano e con moglie e figlio si è trasferito nella piccola località del Sarrabus. Da Milano a Villaputzu il passo è enorme, ma Ribera non ha dubbi sui vantaggi di vivere in una piccola località, dove si respira aria buona, non c'è traffico, di sera si vedono le stelle e la gente è genuina.
Tutto è nato nel maggio del 2021 quando Adriano è andato a trovare i clienti che avevano comprato alcune tende per il tree camping, quel tipo di campeggio in cui le tende sono sospese tra gli alberi. Una formula innovativa che da alcuni anni si sta diffondendo nel mondo, riscuotendo sempre più successo. Quando l’imprenditore milanese è arrivato nelle campagne di Villaputzu e ha passato quattro giorni immerso nella natura, tra cascate meravigliose, spiagge turchesi, fiumi da percorrere in kayak, boschi da attraversare in quad, è stato amore. Uno di quegli amori che ti cambiano la vita, e così è stato.
Adriano è così entrato in società con gli imprenditori locali Marco Dessì, Fabio Porcu ed Ettore Loi, che avevano creato il progetto di Sa Rutta Experience, nato per avvicinare i turisti alla natura in modo consapevole. E un anno fa ha venduto la casa di Milano e si è trasferito in Sardegna, continuando a svolgere anche la sua attività imprenditoriale precedente, ma da “nomade digitale”.
La formula di Sa Rutta è innovativa perché i pacchetti che vengono offerti variano continuamente a seconda delle stagioni o per adattarsi alla tipologia dei turisti. Giovani appassionati di trekking, oltre all’esperienza di dormire nelle tende sospese tra gli alberi nel bosco dell’Eco-Camp, nelle montagne di Villaputzu, possono fare l’escursione in quad e poi arrivare a piedi fino alle meravigliose cascate di “Su fossu ’e su para”, oppure possono fare una escursione lungo il fiume Flumini Durci a bordo dei kayak origami, pieghevoli e leggerissimi. Per le famiglie con bimbi al seguito vengono organizzati corsi di bushcraft, alla scoperta di animali e piante, e tecniche di sopravvivenza. In tutti i pacchetti sono inclusi la cena, la colazione e il pranzo con prodotti tipici sardi. La formula di Sa Rutta solitamente prevede una sola notte e i prezzi variano molto a seconda del tipo di esperienza che si sceglie di fare, a quella “Relax” alla più intensa “Wild”.
Per Adriano è difficile fare paragoni tra la vita a Milano e quella in Sardegna. «Non esistono similitudini. In Sardegna è tutto diverso: il cielo, le stelle, il profumo che si respira nell’aria, il clima, le tradizioni, i ritmi, la cucina, la lingua, orari e metodi di lavoro, l’approccio alla vita quotidiana… ma soprattutto le persone! - racconta Adriano - In Sardegna ho riscoperto la genuinità dei rapporti umani, la loro purezza, il grande valore con il quale ancora si considera una stretta di mano: qui ritrovo i valori che sento totalmente miei e che nel corso degli anni la vita milanese mi ha lentamente sottratto. Credo che per le persone della mia età, che non hanno più grande bisogno di “movida”, discoteche e aperitivi, la Sardegna possa essere considerato un vero e proprio Eden».
Certamente è enorme il salto tra una metropoli cosmopolita come Milano e un piccolo centro di meno di 5mila abitanti in Sardegna. «A Villaputzu trovo davvero tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento della mia vita per essere felice - spiega l’imprenditore milanese -. Certamente dal punto di vista dell’offerta culturale, rispetto a Milano, vivere in un piccolo paese del Sud Sardegna ha senza dubbio forti limitazioni. Ma Cagliari dista solo un’ora di macchina, lo stesso tempo che impiegherei per raggiungere il centro di Milano da un paese della provincia milanese. Sembra un paradosso, ma dal punto di vista professionale, di Milano mi manca ciò da cui ho deciso di allontanarmi: l’estrema competitività e i ritmi incessanti. Ma sono certo che mi abituerò alla mia nuova vita sarda molto rapidamente».
Ciò che non convince Adriano della Sardegna è l’approccio al mondo del turismo. «Credo che sia fondamentale, come primissima cosa, diversificare l’offerta turistica in funzione delle necessità e delle evoluzioni del mercato - afferma Adriano Ribera -: il turista attuale è alla ricerca di benessere fisico e mentale, di unicità, di originalità, di esclusività, di soluzioni nuove che non trova nel turismo di massa».
La Sardegna non è solo mare, ma d’inverno le strutture ricettive sono in gran paete chiuse. Una tendenza difficile da invertire. «La Sardegna non può permettersi di rimanere isolata per 8/9 mesi l’anno - afferma il pioniere del tree camping in Italia -. Un lavoro enorme andrebbe fatto proprio sui trasporti, per consentire ai viaggiatori di visitare l’isola senza le difficoltà che tutti ormai in Sardegna conosciamo. È difficile muoversi persino per noi che in Sardegna ci abitiamo e dovremmo contare sulla continuità territoriale, figurarsi per chi vuole raggiungere il territorio durante la bassa stagione. Sono certo che se la Sardegna fosse maggiormente e più facilmente connessa potendo contare su tariffe adeguate, inizieremmo a vedere le stagioni allungarsi. Se poi fossimo in grado di proporre anche soluzioni turistiche totalmente nuove e che possano incontrare la richiesta dei turisti di oggi, beh… la strada sarebbe decisamente in discesa. Serve nuova capacità attrattiva per dare impulso al raggiungimento di nuovi target di clientela, aumentando così il mercato».
Secondo l'imprenditore lombardo la politica ha un ruolo fondamentale per fare decollare il turismo fuori stagione. «È la lentezza della macchina pubblica a influire negativamente sullo sviluppo delle strutture extra-alberghiere, che è esattamente il comparto che necessita di maggior flessibilità, velocità di reazione, soluzioni idonee. La Sardegna, a mio modo di vedere, per le sue caratteristiche uniche potrebbe essere un gigantesco “incubatore” di nuove proposte turistiche, un laboratorio di idee e di creatività, una grande “Università del Turismo”. Sarebbe necessaria una drastica inversione di tendenza: mettere mano ai regolamenti, svecchiarli, semplificarli, aggiornali con la stessa rapidità che il mercato richiede, poter contare su strumenti di valutazione più snelli e flessibili, una maggior propensione alla valutazione delle proposte innovative».
Adriano Ribera infine vuole rivolgere un messaggio ai giovani sardi che vogliono avviare un’attività nel mondo del turismo: «I giovani di oggi, in linea generale, devono saper apprezzare la fatica, elemento che determina il valore di alcuni successi della nostra vita. I giovani devono essere intraprendenti, non devono aver paura di osare, non possono crescere con il timore di non riuscire a raggiungere i propri sogni. Anche da questo punto di vista lo Stato deve avere un ruolo fondamentale di supporto, a partire ovviamente dalla scuola. Sappiamo perfettamente che “fare impresa” in Italia non è per nulla semplice, i giovani futuri imprenditori dovrebbero essere supportati e agevolati nella fase di start up, mentre al contrario sono costretti a divincolarsi con grande fatica in un ginepraio di norme obsolete, regole superate e costi difficilmente sostenibili. Ad un giovane sardo consiglierei di non improvvisare, ma di prepararsi al meglio: non è sufficiente una buona idea per fare impresa, bisogna avere una profonda conoscenza del mercato nel quale ci si sta immettendo, elaborando una visione il più possibile d’insieme. È ovvio che le competenze individuali non possono discostarsi molto dall’obiettivo imprenditoriale. Un giovane di successo ha una visione diversa, una visione di sviluppo: riflette su come potrebbero essere migliorabili le cose e non su come lo sono attualmente. È necessario un inguaribile ottimismoGiovani ragazzi sardi, avete tra le mani un territorio unico, storie incredibili da raccontare, una moltitudine di potenzialità inespresse: credete nella vostra terra, usate la testa ed imparate ad osare!».