La Nuova Sardegna

Emergenza idrica

Falla nella condotta Coghinas 2, migliaia di persone senz’acqua

di Giovanni Bua
Falla nella condotta Coghinas 2, migliaia di persone senz’acqua

Disagi a Castelsardo, problemi anche a Sassari, Porto Torres, Stintino e Tergu. Intervento terminato alle 19 di ieri, ma c’è l’incognita del riavvio in pressione

11 luglio 2023
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Sassari Lo scalcagnato Coghinas 2 ha di nuovo battuto un colpo, rovinando il risveglio di parecchie migliaia di persone e creando enormi disagi soprattutto a Castelsardo, completamente senz’acqua da lunedì sera fino a ieri a tarda notte.

E se nel borgo dei Doria è emergenza vera, non sono mancati i problemi in tutto il sassarese. A Sassari che, nonostante le ormai collaudate manovre per aumentare l’alimentazione alternativa da Budighinzu e Cuga, si è trovata con i rubinetti a secco dal pomeriggio di ieri fino a notte nei quartieri di Lu Fangazzu, San Paolo, San Giuseppe, Monserrato, Tingari, Monte Rosello medio, Sassari 2, Badde Pedrosa, Monte Furru Valle Gardona e Gioscari, Luna e Sole, Prunizzedda e Monte Rosello Alto e Carbonazzi. A Porto Torres, dove l’acqua è stata chiusa alle 18 di ieri. E a Tergu, dove l’attivazione dell’alimentazione integrativa dai pozzi locali non ha evitato la chiusura dalle 19.30 di ieri.

Orari tutti da verificare chiaramente, visto che le squadre dell’Enas hanno finito intorno alle 19 di ieri di lavorare nel tratto che l’altro ieri notte ha ceduto all’improvviso, costringendo a chiudere l’alimentazione della condotta che rifornisce di acqua grezza i potabilizzatori Abbanoa di Truncu Reale (al servizio di Sassari, Porto Torres e Stintino), Monte Agnese (Alghero) e Castelsardo.

Un intervento iniziato di prima mattina, dopo che per tutta la notte tra lunedì e martedì si era provveduto a svuotare l’acquedotto.

Il tratto interessato dalla rottura, tra la diga di Santa Maria Coghinas e il potabilizzatore di Pedra Maiore, non è tra i più difficili da raggiungere (pur essendo abbastanza in alto) ma è lontano dai pozzetti di controllo e per di più in una sezione di condotta dove l’acqua scorre ad altissima pressione.

La zona è quella in località la Ciaccia, a Valledoria, teatro di numerose rotture, tra cui quella clamorosa del 2021 quando per 5 giorni 100mila persone rimasero completamente a secco.

Le squadre Enas hanno dovuto passare alcune ore a scavare e portare alla luce la condotta, fare l’esatta diagnosi del guasto (un giunto di guarnizione che ha ceduto) per poi ricollocare al suo posto la “guarnizione” e completare il non semplice “rattoppo” con speciali resine.

Il problema infatti è che l’acqua, dopo essersi fatta largo nel giunto, attacca il calcestruzzo del tubo ad altissima pressione, letteralmente “mangiandolo”. Fortunatamente lo spegnimento dell’impianto è stato tempestivo, ma sarebbero bastate un altro paio d’ore per essere costretti a sostituire l’intero tratto di condotta, con i tempi che si allungherebbero di parecchio, e la situazione che sarebbe, per l’ennesima volta, diventata di difficile gestione.

Il problema è che, per vedere se la riparazione è andata a buon fine, bisognerà aspettare di rimettere in pressione l’impianto, e incrociare le dita. Spesso infatti il tratto di condotta riparato finisce per “pompare” più acqua e causare rotture più avanti.

Niente di nuovo purtroppo, con Enas che non può far altro che ottimizzare i tempi di intervento e di svuotamento e riempimento dell’acquedotto, e attivare il collegamento con la rete del consorzio di bonifica della Nurra per alimentare in parte Truncu Reale grazie al bacino del Cuga, con Abbanoa che nel mentre dispiegato il solito piano straordinario di distribuzione, calcolando “al litro” le scorte nei serbatoi e aumentando l’alimentazione alternativa dal potabilizzatore del Bidighinzu alimentato dall’omonimo invaso. Il tutto in attesa dell’inizio degli interventi da 70 milioni che dovrebbero risolvere una volta per tutte i problemi della cadente maxi condotta. E, aspettando quelli, della purtroppo scontata prossima rottura.

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