Decreto del Governo: entro il 2030 nell’isola altri 6 gigawatt di rinnovabili
Il testo inviato dal ministro Pichetto alla conferenza delle Regioni
Cagliari La Bibbia per come, dove e quando installare le rinnovabili è un decreto di dieci articoli e due tabelle che ieri il ministro della sicurezza energetica Gilberto Pichetto-Fratin ha inviato, per il parere di legge, alla conferenza delle Regioni. Il testo è riservato, ma si può leggere per intero nei siti di news dedicate, come Quotidiano Energia. E per la Sardegna riserva tante sorprese. Lo spirito del decreto vuole essere condiviso con le regioni, ma non ammette più tempi morti o ritardi. Se le amministrazioni regionali non rispetteranno i piani verranno di fatto commissariate, e i programmi andranno avanti. Il decreto come primo punto, indica, da quest’anno al 2030 gli obiettivi minimi, intermedi e finali per ciascuna regione di nuova potenza energetica rinnovabile installata. Al 2030, è l’obiettivo nazionale, l’Italia dovrà avere installati ulteriori impianti di rinnovabili installate per un potenza di 80 gigawatt. La Sardegna dovrà contribuire con nuova ulteriore potenza di 6,2 gigawatt, raggiunti con installazioni ogni anno che variano da 343 a 1269 megawatt per arrivare appunto a un dato finale di 6,2 gigawatt nel 2030. Il confronto con le Regioni si aprirà subito, ma non potrà mettere in dubbio il dato nazionale, semmai è pensabile un ritocco di quote da regione a regione, ma per chi ne avrà di meno ci sarà qualcuno che ne avrà di più. Ma non sarà questo il vero nodo del contendere, bensì quello dei poteri sostitutivi in caso di inadempienze sull’altro punto cardine del decreto: l’individuazione delle aree idonee su dove installare le rinnovabili. Il governo fa capire che tempo da perdere non ne ha. Entro 180 giorni (6 mesi) dall’entrata in vigore del decreto le Regioni dovranno varare una legge dove sono indicate le superfici e le aree idoneee. Nel caso di mancato varo della legge interviene il consiglio dei ministri con apposito decreto sostitutivo. Stesso caso se si accumulano ritardi nel raggiungimento annuale degli obiettivi e se si riscontra inerzia da parte delle Regioni. In questi casi scatta subito il potere sostitutivo e le autorizzazioni arriverebbero direttamente da Roma. In caso di approvazione del decreto ad agosto, come probabile il nostro consiglio regionale dovrebbe legiferare a gennaio. A ridosso delle elezioni. Ma il governo ha voluto anche dare indicazioni, abbastanza dettagliate, su come devono essere individuate le aree idonee all’impianto delle nuove rinnovabili. Sicuramente saranno idonee le aree dove già ci sono impianti, poi quelle dei siti oggetto di bonifica, le cave e le miniere abbandonate, i beni del demanio militare e o dell’agenzia del demanio da dismetteregli impianti e le aree delle Ferrovie dello Stato e i siti nella disponibilità delle società di gestione aeroportuale. Individuate anche le fasce di rispetto per le zone gravate da uso civico e per quelle sottoposte a tutela paesaggistica: 3 chilometri per gli impianti eolici e 500 metri per il fotovoltaico. E infine le aree agricole. Anche qui il decreto individua le aree idonee, indicando anche la percentuale minima e massima della superficie agricola utilizzata. Nel caso della Sardegna, che ha una superficie agricola utilizzata di 11,876 chilometri quadrati sui 24mila globali, la superficie disponibile, per il fotovoltaico sarà pari a circa ulteriori 40 chilometri quadrati, pari a circa 4000 ettari. Le prime reazioni al decreto arrivano dalle associazioni dei produttori di energia eolica, che giudicano troppo severe le fasce di rispetto e irrealistiche per il raggiungimento degli obiettivi. Sicuramente parere antitetico arriverà dalle Regioni. E a quel punto avrà gioco facile il ministro Pichetto a mediare. Mantenendo, in questo come in altri punti l’impostazione originaria del decreto. che sarà una rivoluzione.
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