La Nuova Sardegna

Turismo e divieti

Il presidente dei camperisti sardi: «Ostilità immotivata contro di noi»

Il presidente dei camperisti sardi: «Ostilità immotivata contro di noi»

Luigi Pambira: «Possiamo andare dove va un’automobile. Non spendiamo? Una storia vecchia. Settore economico importante che in altri paesi è coccolato»

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Sassari «Crede che non percepiamo l’ostilità? Certo che la percepiamo». Luigi Pambira è il presidente dell’Associazione camperisti sardi. Accetta di fare una riflessione sul movimento del turismo plein air, su divieti e obblighi, diritti e doveri. Ma non accetta di finire, insieme alla categoria che rappresenta, sul banco degli imputati. «Chiariamo una cosa : le regole le detta l’articolo 185 del codice della strada che equipara il camper all’automobile. Quindi, dove sosta auto può sostare anche anche camper, a meno che non ci siano divieti particolari. Quindi se non metti a terra tavolini, sedie, tende, non si può parlare di campeggio abusivo».

Detto questo, i camperisti vengono visti come i protagonisti di uno turismo “povero”, che non porta ricchezza e, anzi, crea problemi. Pambira a quel punto si scalda: «Vi invito a dare un’occhiata per capire cos’è il Salone del camper Parma. Inizia la prossima settimana, dura 10 giorni. Ci saranno 130mila presenza. Ci sono ogni anno in Italia, tra locali e stranieri, 8 milioni di persone che si muovono in camper. Con quasi 3 miliardi di euro di fatturato generato. Nonostante ci sia stato Covid, il settore è sempre stato in crescita. Il campersimo non conosce crisi».

Eppure, come si diceva all’inizio, c’è ostilità. Si dice che i camperisti non portino nulla nel territorio che visitano: «Non spendiamo nulla? È una storia vecchia, di 40 anni fa. Quando i negozi chiudevano il fine settimana e quando bisognava andare a caccia del distributore di turno. Ora chi arriva qui non ha la scorta di viveri nel camper, viaggia con scorte essenziali e compra ovunque. Spalma l’economia su tutto il territorio. Turismo itinerante e quindi economia itinerante. Le aree sosta sono come i porti per le barche da diporto».

E allora questa ostilità? «Ci sono anche camperisti non rispettosi. Ma sono incivili a prescindere dal mezzo che usano. Io sono per prenderli e sanzionarli in modo che se lo ricordino. Ma ricordo una cosa: io nel camper ho il mio bagno, l’automobilista no. Chi va dietor i cespugli non siamo noi».

Pambira chiede un atteggiamento differente verso il movimento: «Perché non sfruttare questo filone? È un turismo che va coccolato: in Francia è tenuto sul palmo della mano, è un’economia importante. È stata approvata una legge regionale che incentiva i Comuni a creare aree sosta. Sono arrivate 90 domande, circa un terzo dei Comuni sardi quindi. Ma non dappertutto ci sono aree attrezzate. Si creino, prevedendo anche che siano a pagamento. Non essendoci luoghi di questo tipo le persone sostano dove possono. Ricordo che i campeggi aprono tre mesi all’anno mentre a settembre arriva il grosso flusso turistico dal nord Europa. È un settore che va coltivato: si muove tutto l’anno, ha fatturati importanti per la vendita mezzo. Chi va in camper non è gente che non ha possibilità. Un camper nuovo ha prezzi che partono da 50-60 mila euro. Non è un turismo povero, è solo uno stile di vita». (r.pe.)

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