Piano dimensionamento scolastico, i presidi attaccano l’assessore Andrea Biancareddu
De Pau (Anp): «Le linee guida non tengono conto delle specificità dell’isola»
Sassari Non si possono mettere sullo stesso piano scuole piccole in territori disagiati e scuole ugualmente poco popolate che gravitano a poca distanza dai centri urbanizzati facilmente raggiungibili. Né si può pensare che creare maxi autonomie scolastiche nelle grandi città possa essere una soluzione perché le dimensioni eccessive le renderebbero difficilmente gestibili, aumentando così le difficoltà degli studenti e delle studentesse. È una bocciatura quella dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, nei confronti delle linee guida – per ora una bozza in attesa delle osservazioni – predisposte dalla Regione, assessorato all’Istruzione, sull’applicazione della riforma sul dimensionamento scolastico. Una applicazione che l’assessore regionela Andrea Biancareddu ritiene conveniente, per evitare che gli accorpamenti delle autonomie – in Sardegna il loro numero dovrebbe calare da 270 sino a 220 entro il prossimo triennio – venga deciso da altri e non da chi conosce le caratteristiche e le esigenze dei territori. Massimo De Pau, presidente regionale dell’Anp, parla a nome dell’oltre 90% dei dirigenti scolastici sardi che fanno parte dell’associazione «il cui compito è porsi come interlocutrice della politica in merito alle proposte che riguardano la scuola e la formazione, con la finalità di qualificare al meglio il sistema».
Proprio con questo obiettivo nel mese di aprile l’associazione aveva organizzato un convegno regionale per discutere della riforma annunciata dal ministro Valditara: «Erano presenti tanti amministratori locali che si sono confrontati con i dirigenti e con il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani. La Regione invece era assente. È stata quella la prima occasione nella quale l’Anp ha ribadito la necessità di ragionare con attenzione sulla crescita della scuola, a partire dalle aree disagiate e alla luce dell’annunciato piano di dimensionamento. Avremmo voluto manifestare tutte le nostre perplessità all’assessore Biancareddu in occasione degli incontri preparatori alla stesura delle linee guida – continua De Pau – ma non siamo stati invitati. Ora la visione della bozza conferma tutti i dubbi: è infatti un mero strumento matematico per l’applicazione del decreto legislativo, non c’è alcuno studio di tipo sociale, economico o di analisi delle diverse realtà territoriali». Il presidente Anp va avanti: «La nostra associazione sostiene da anni il principio di compensazione necessario a salvare scuole in zone marginali, in cui spesso è proprio la scuola l’ultimo presidio dello Stato. Il principio di compensazione viene meno quando si mettono sullo stesso piano scuole poco numerose a prescindere da dove si trovino: è chiaro che quella vicina alla città gode di una situazione più favorevole rispetto a quella isolata e penalizzata da un sistema di collegamenti carente». Secondo i dirigenti l’applicazione delle linee guida porterebbe all’impoverimento del sistema scolastico sardo «già agli ultimi posti in Italia, nonostante l’impegno quotidiano degli operatori, sia come risultati dell’apprendimento che di lotta alla dispersione scolastica». La richiesta alla Regione è «modificare in maniera sostanziale le linee guida», intervento per il quale l’Anp è pronta a offrire il proprio contributo.