La Nuova Sardegna

Sanità

Specializzazioni deserte, nessuno vuole più fare il medico in prima linea

di Luigi Soriga
Specializzazioni deserte, nessuno vuole più fare il medico in prima linea

I giovani scelgono guadagni più facili: snobbata Medicina d’Urgenza. Sold out Dermatologia. Un terzo dei posti delle scuole non viene assegnato

27 ottobre 2023
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Sassari Ci sono una serie di medici che dovrebbero essere protetti come i panda. Specie non solo rara, ma ormai pressoché in estinzione. Perché le vecchie generazioni sono ormai in pensione, o risorte nel privato, e le nuove leve prima di scegliere una scuola di specializzazione si fanno bene i conti in tasca. E le valutazioni che fanno sono estremamente pragmatiche: guadagni, orario di lavoro, rischi e responsabilità. Ecco perché le oltre 16mila borse di specializzazione a livello nazionale, dell’ultimo concorso che si chiude in questi giorni, per oltre un terzo rischiano di restare inutilizzate. Chi ha una laurea in medicina in tasca, al romanticismo della prima linea in corsia, all’adrenalina del pronto soccorso o dell’emergenza urgenza, preferisce lavorare subito e guadagnare tanto. Meglio diventare dermatologi, chirurghi plastici, radiologi, magari con la possibilità di uno studio privato o dell’intramoenia. Altro che gli specializzandi che si portano a casa soltanto 1300 euro netti al mese. E la Sanità, nel suo complesso, paga a caro prezzo lo scotto di queste scelte.

L’esempio eclatante è quello degli anestesisti. Se all’Aou di Sassari, o al Brotzu di Cagliari, o in tutti gli altri ospedali non si riesce a far andare a regime le sale operatorie, è perché manca chi ha il compito di addormentare i pazienti. E le liste di attesa dei malati oncologici in attesa di intervento, continua ad allungarsi. I numeri fanno capire bene come sia impossibile portare a regime, o almeno far marciare al trotto, l’assistenza nell’isola. Mancano all’appello, con stima al ribasso, 92 anestesisti: Asl 1 (Ozieri; Alghero): 8. Asl 2 (Olbia; Tempio): 10. Asl 3 (Nuoro; Sorgono): 4. Asl 4 (Lanusei): 2. Asl 5 (Oristano; Bosa): 10. Asl 6 (S. Gavino): 0. Asl 7 (Carbonia; Iglesias): 12. Asl 8 (Cagliari; Isili; Muravera): 10. Aou SS: 12. Aou Ca: 8. Arnas: 8. Areus: 8. Diventare anestesisti comporta un grande peccato originale: non bastano i 6 anni della facoltà di Medicina, ma per essere in regola per un contratto di assunzione bisogna avere in mano la specializzazione, ovvero altri 6 anni di studio.

Una bella differenza rispetto alle altre branche, dove si può scendere in campo dopo sei anni. Però anche la Medicina d’Urgenza promette orari da burnout in pronto soccorso, e stipendi ridicoli, rispetto a stress e rischi di denunce. Così, sempre a Sassari, la percentuale dei contratti non assegnati è del 50 per cento. L’università si ritrova con sei contratti di specializzazione non assegnati sui 12 stanziati. Contemporaneamente nell’ateneo turritano quattro scuole di specializzazione nel 2023 non hanno avuto alcuna assegnazione: si tratta di Urologia (unico caso in Italia), Geriatia, Malattie infettive e tropicali e Medicina nucleare.

A livello nazionale il trend è allarmante. Su 16.165 contratti banditi, quelli rimasti liberi sono 6.125 su (ben il 38%). In sintesi oltre una borsa su tre non sarà impiegata con centinaia di milioni investiti per la formazione che andranno sprecati. Molto male, in tutta Italia, anche la Radioterapia: 181 borse e solo 23 immatricolati (il 13%). Ma stanno scomparendo anche i chirurghi, specializzazione così cruciale nella quale oltre il 56% delle borse di Chirurgia generale rischiano di restare inutilizzate. Tradotto: tra qualche anno le sale operatorie chiuderanno i battenti. Invece nei comparti sanitari con grandi potenzialità nel privato, l’appeal guarda caso è diverso. Immatricolazioni oltre il 75 per cento. Tipo radiodiagnostica (641 immatricolati su 741 contratti) a ginecologia e ostetricia (501 su 580), da neurologia (311 su 351) a oftamologia (252 su 269) e a pediatria (834 su 885). E poi il pienone di chirurgia plastica ed estetica (133 su 139), malattie dell’apparato cardiovascolare (656 su 684) e il sold-out di dermatologia (157 immatricolati su 158 contratti). 

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