Gaza, corpi in fosse comuni. Usa divisi su sostegno a Israele
Il dramma dell’ospedale al Shifa: «Sono stati inumati 179 cadaveri»
Roma «Siamo stati costretti a seppellire» i corpi «in una fossa comune». Il dramma vissuto dall’ospedale al Shifa di Gaza è nelle parole di Mohammad Abu Salmiyah, direttore. Secondo Abu Salmiyah, nelle fosse comuni sono stati inumati 179 cadaveri, compresi quelli di neonati e di pazienti ricoverati in terapia intensiva. Altri 40 degenti sono morti nell’ultimo giorno, ha fatto sapere il ministero della sanità di Gaza. C’è poi la carenza di incubatrici che mette a repentaglio la vita dei bambini nati prematuri. Le forze israeliane di difesa (Idf) hanno annunciato di essere al lavoro per consegnarne 37.
La fornitura, ha però avvertito il Coordinamento delle attività governative israeliane nei territori palestinesi, «avverrà quando la situazione lo consentirà». Nell’enclave dovrebbero arrivare a breve gli aiuti umanitari italiani, come ha spiegato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Dopo giorni di attesa - ha spiegato - credo che stiano entrando a Gaza in queste ore». Gran parte della comunità internazionale continua a chiedere pause umanitarie nella Striscia e preme per arrivare a una liberazione degli oltre 240 ostaggi catturati da Hamas lo scorso 7 novembre. Un funzionario israeliano ha rivelato al Washington post che le trattative per il rilascio di una parte delle persone tenute prigioniere dai miliziani palestinesi si stanno avvicinando a una conclusione positiva, mentre Haaretz riporta che il capo dello Shin Bet si trova in Egitto proprio per favorire i negoziati. L’Idf ha, intanto, annunciato la morte della soldatessa 19enne Noa Marciano, detenuta da Hamas, che stava prestando servizio nel kibbutz di Nahal Oz quando la base è stata attaccata il 7 ottobre. Stessa sorte anche per l’attivista israeliana di origini canadesi Vivian Silver, uccisa dalle milizie palestinesi nel primo giorno di guerra. Sulla sorte degli ostaggi il ministro israeliano degli Esteri, Eli Cohen, ha comunque invitato alla prudenza. «Non ci sono prove», ha avvertito, che siano ancora vivi. Cohen è poi tornato sulla polemica con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, affermando che «non merita» di guidare l’organizzazione e accusandolo di non aver promosso «alcun processo di pace nella regione».
Nella Striscia di Gaza continuano le operazioni dell’Idf che ha rivendicato di aver preso il controllo di diversi edifici governativi di Hamas nei quartieri di Sheikh Ijlin e Rimal di Gaza City e di aver completato la conquista del campo di al-Shati, considerato una delle principali roccaforti di miliziani. Che, dal canto loro, mostrano fiducia sull’esito della guerra. «Siamo ancora all’inizio della battaglia», ha osservato il portavoce di Hamas in Libano, Osama Hamdan. Il tutto mentre non si sopiscono i rischi di un estensione del conflitto. I leader dei ribelli yemeniti Houti hanno annunciato l’intenzione, da parte del gruppo, di continuare a colpire Israele, mentre il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha chiesto ai leader mondiali di costringere Israele a «fermare la sua aggressione» su Gaza. Dove il bilancio delle vittime, ha riferito il locale ministero della sanità, è salito a 11.255 morti. Il dramma di Gaza continua a scuotere la società americana e a dividere l’amministrazione Biden. In California un sit-in guidato da pacifisti ebrei ha chiesto con insistenza un cessate il fuoco, mentre in una lettera diretta al presidente, Joe Biden, 400 tra politici e membri dello staff di circa 40 agenzie governative statunitensi hanno criticato il sostegno a Israele. Divisioni che il segretario di Stato, Antony Blinken, ha ammesso rivolgendosi allo staff del dipartimento di Stato. «So che per molti di voi le sofferenze causate da questa crisi stanno avendo un peso profondo a livello personale. Vi ascoltiamo: ciò che condividete informa la nostra politica e i nostri messaggi».