La Nuova Sardegna

Il caso

Gli ecoattivisti: «Daspo illegittimo, lottiamo come Gandhi e i pastori»

di Luigi Soriga
Gli ecoattivisti: «Daspo illegittimo, lottiamo come Gandhi e i pastori»

Per il blocco stradale a Cagliari foglio di via per due sardi di “Ultima generazione”. Ivano Peddis: «Frequentiamo qui l’università, non si può negare il diritto allo studio»

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Sassari A metà tra Gandhi e i pastori sardi. Una disobbedienza civile non violenta, pacifica, ma allo stesso tempo capace di creare disagio, rabbia, ma anche attenzione e solidarietà: insomma quel mix di fattori perfetti per far parlare di sé. Due ragazzi sardi di Ultima Generazione, l’associazione con gli eco-attivisti più radicali, sono stati colpiti da Daspo dopo l’ultimo blocco stradale apparecchiato in via Roma a Cagliari. Uno di loro è Ivano Peddis, 23 anni, di Uras, in provincia di Oristano.

«L’avevamo messo in conto. Ormai le questure si stanno muovendo su questa linea dura. Sembrano misure fatte a posta contro di noi. E a dirla tutta sono del tutto sproporzionate».

In verità a seguito del decreto sicurezza il blocco stradale ora è considerato un reato penale. «
Appunto. Veniamo assimilati a dei delinquenti. E questo per una iniziativa assolutamente pacifica, nella quale non facciamo altro che esercitare il nostro diritto a manifestare il nostro pensiero e cercare di sensibilizzare le persone ai temi ambientali. Il clima ci sta dando dei segnali precisi, cataclismi, inondazioni, e non abbiamo più molto tempo. Ecco perché abbiamo capito che i cortei, i sit-in e le petizioni non bastano più come forma di protesta. Per farci ascoltare c’è bisogno di azioni più incisive».

È d’accordo anche con l’imbrattare i monumenti, così come successo a Roma, con l’Arco della Pace o la Fontana di Trevi?
«Sì, sono favorevole anche a questa modalità, come a tutti gli altri metodi basati sulla nonviolenza».

Però, con queste azioni, vi siete guadagnati l’appellativo di eco-vandali.
«Lo smog delle città e delle industrie hanno un impatto pesantissimo sui monumenti e su altri beni di interesse storico. Le alluvioni e gli incendi puntualmente distruggono o danneggiano gravemente monumenti, musei ed edifici storici. Danni che puntualmente non vengono ripagati. Chi sono i veri "eco-vandali"? Cittadini e cittadine che lanciano qualche litro di vernice labaile o i manager di industrie fossili e i governanti di turno?».

A chi vi ispirate per le vostre manifestazioni?
«L’esempio dei pastori sardi ci ha fatto capire che il sistema dei blocchi stradali può rivelarsi molto efficace: è vero, crea disagi, ma allo stesso tempo permette di stare sotto i riflettori, far sentire la propria voce, far parlare di cambiamento climatico e anche conquistare la solidarietà altrui. Inoltre le assoluzioni dei pastori a processo per i blocchi stradali, ci fa essere ottimisti».

Difficilmente però gli automobilisti saranno così comprensivi e solidali nei vostri confronti, quando vi sdraiate sull’asfalto fermando il traffico all’ora di punta.
«Per queste situazioni ci ispiriamo a Gandhi: risolviamo il conflitto con le persone ascoltandole, parlandoci con rispetto, de-escalando la tensione. Sappiamo bene di creare disagi, e ce ne scusiamo ogni volta. Non rispondiamo a insulti e provocazioni, cerchiamo di essere il più gentili possibile».

Presenterete ricorso contro il Daspo urbano emesso dal questore, con divieto di rimettere piede nel comune di Cagliari per tre anni?
«Lo stiamo già preparando. Perché quella misura secondo noi è illegittima. Alla manifestazione eravamo in sette, dei quali due, io e una ragazza, siamo sardi e studiamo proprio all’Università di Cagliari. Mi sto laureando in Beni Culturali, e non si può privare una persona del diritto allo studio».

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