La Nuova Sardegna

Politica

Campo largo e soriani: timidi segnali di dialogo

di Umberto Aime
Alessandra Todde e Renato Soru
Alessandra Todde e Renato Soru

Il centrosinistra ancora diviso in vista delle elezioni regionali di febbraio

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Cagliari Il tempo stringe, nonostante manchino ancora quattro mesi alle Regionali. Qualche segnale di pace comincia a intravedersi in un centrosinistra spaccato in due tronconi, da una parte c’è Alessandra Todde e dall’altra Renato Soru. Ma questo filo di fumo potrebbe essere anche l’ultima possibilità per evitare uno scontro fratricida a febbraio.

La proposta L’alleanza dell’ex governatore (Progetto Sardegna, Progressisti, +Europa, Liberu e Upc) s’è fatta avanti, almeno così pare, con un comunicato. «Ribadiamo – si legge – la disponibilità a confrontarci con la coalizione Pd-Cinque stelle, per chiarire, in maniera trasparente e definitiva, se esiste ancora la possibilità di realizzare una consultazione democratica che porti alla scelta di una candidata/o unitaria/o rappresentativo dei due schieramenti». Perché in caso contrario, lasciano intendere gli stessi partiti, «noi andremo dritti per la nostra strada senza più fermarci». È una velata richiesta di armistizio, oppure un’ultima chiamata? Entrambe le cose, ma è evidente che per il gruppo Soru oltre non si può andare, perché gli elettori, in estrema sintesi, ormai devono capire se «possiamo essere ancora fratelli» o invece «saremo avversari».

La risposta Alessandra Todde e la sua coalizione, composta da dodici sigle, non hanno detto no, ma neanche sì alla mano tesa. Perché – si legge nel comunicato di risposta – «noi abbiamo già scelto la candidata presidente e approvato la bozza del programma». Lasciando quindi intendere che ora questi pilastri non possono essere certo rimessi in discussione. Però, ecco l’apertura, seppure molto timida, «sin dall’inizio di questo percorso le nostre parole chiave sono state sempre unità e condivisione e continueranno a essere le stesse per tutta la campagna elettorale». Il che potrebbe voler dire: la coalizione di Alessandra Todde, come in passato, è disponibile a trovare un punto d’incontro, purché dall’altra parte non ci sia la pretesa di rimettere tutto in discussione. Con queste premesse, è però difficile, se non impossibile, che a breve i due gruppi possano aprire un canale di comunicazione. A meno che la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, che domani sarà a Cagliari per la Festa dell’Unità, non riesca nell’impresa di riallacciare i rapporti con Renato Soru. Però va ricordato che l’ex governatore dallo stesso partito è andato via sbattendo la porta e dunque nulla è più come prima.

Botta e risposta I due gruppi, in ogni caso, continuano a fronteggiarsi in quella che ormai è una guerra di posizione. Pierfranco Devias, leader di Liberu, e quindi schierato con Soru, ha scritto: «Bisogna che qualcuno smetta di abusare della favoletta maschilista che Alessandra Todde sarebbe osteggiata in quanto donna, i motivi del dissenso sono ben altri e soltanto politici». Poi, rivolto a chissà quali dirigenti dell’altro fronte, ha proseguito: «Smettetela di riscoprirvi sensibili solo per marketing elettorale, le donne non vanno usate come esche per acchiappare voti». Dalla barricata opposta è arrivata la replica di Sinistra futura, che è schierata con Alessandra Todde: «Siamo orgogliosi di aver contribuito a fare in modo che il centrosinistra sardo, perché la scelta è avvenuta tutta in Sardegna, oggi proponga una donna alla guida del governo regionale e siamo pronti a dare il massimo contribuito per la vittoria finale». Poi in questo confronto, seppure a distanza, è intervenuto a titolo personale anche Emiliano Deiana, iscritto al Pd e presidente dell’Associazione dei Comuni: «Tutti nel campo progressista, dopo le Politiche, recriminavano sul perché Pd e M5s fossero andati divisi. Adesso che questa alleanza si è concretizzata in Sardegna, perché non va più bene? Poi, aggiungo, oggi basta entrare in qualunque bar o salire sui mezzi pubblici per capire la forza dirompente che ha avuto e avrà la candidatura di una donna per la presidenza della Regione. L’entusiasmo è evidente, il resto sono solo chiacchiere, o ancora peggio, chiacchiericcio politico». 

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