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Pnrr revisionato col sì dell’Europa, l’isola perderà quasi 5 milioni di euro

di Roberto Petretto
Pnrr revisionato col sì dell’Europa, l’isola perderà quasi 5 milioni di euro

La rimodulazione decisa dal Governo aumenta i fondi per le imprese. A pagare dovrebbero essere i piani dei Comuni per la rigenerazione urbana

26 novembre 2023
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Sassari Il ministro Raffaele Fitto ci prova ad essere rassicurante, ma non ci riesce appieno. D’altronde, quando cerca di dire che parte dei fondi del Pnrr destinati ai comuni non sarà tagliata, lascia intendere che, di fatto, questi tagli ci sono perché le amministrazioni locali, per mandare avanti i progetti dovranno attendere «un’altra copertura finanziaria».

Il Governo Meloni ha incassato in questi giorni il “sì” dell’Europa a un aggiornamento del Pnrr. Più che di aggiornamento si dovrebbe forse parlare di riorganizzazione perché il Governo ha spostato risorse. Di questo “aggiustamento” beneficeranno soprattutto le imprese, alle quali sono destinati 12 miliardi in più. Da dove saranno presi questi soldi? Circa 20 misure escono dal Pnrr e, come ha detto il ministro, saranno finanziate con altri fondi.

A farne le spese saranno soprattutto i Comuni con i loro progetti di rigenerazione urbana e di prevenzione contro il dissesto idrogeologico. E tra questi ci sono anche numerosi Comuni sardi. Difficile, al momento, fare una stima esatta dei Comuni e dei progetti interessati.

«1.228 interventi non esistono più nella nuova base dati - si elgge sulla banca dati di Openpolis -. Come se fossero stati stralciati o comunque in qualche modo esclusi dal Pnrr».

Con l’accordo europeo il numero dovrebbe essere secso a poco più di un migliaio. Cosa che non cambia di molto la sostanza delle cosa. Il taglio dovrebbe essere intorno ai 250 milioni. Sempre Openpolis fa u8na stima che riguarda l’isola dove i fondi Pnrr per progetti che non esistono più ammontano a 4,63 milioni di euro. La Regione che registra la maggiore perdita di risorse è la Puglia, con 62 milioni, seguita da Piemonte (24,28), Lombardia (22,37) e Veneto (18,72).

Quali sarano le cifre esatte e, soprattutto, quali saranno i progetti colpiti, lo si potrà sapere solo quando la rimodulazione prevista dal Governo arriverà in Parlamento.

Di certo alcuni Comuni hanno già deciso di rinunciare ad alcuni progetti. «Alla luce delle prime notizie relative alle decisioni della Commissione Europea sui progetti del Pnrr affidati ai Comuni – ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro – ora sappiamo per quali opere bisogna trovare urgentemente nuove fonti di finanziamento, visto che parliamo di gare espletate e lavori in corso. Fin dal primo giorno i sindaci hanno detto che non rinunceranno a nessuno degli impegni presi con i cittadini».

Allarme anche da parte dei costruttori: «Ci siamo preoccupati dall’inizio, quando si è avuta contezza della riprogrammazione da parte del governo di quei piccoli lavori dei Comuni che per noi però erano fondamentali, dopo tanti anni di mancanza di risorse, anche perché, essendo lavori piccoli, erano più facili da portare a termine. – spiega Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori di Confindustria –. Molti di quei lavori erano già a uno stato avanzato sotto il profilo dei bandi e dell’aggiudicazione, ma c’è stato un contraccolpo perché i sindaci non se la sentono di avviare i lavori nell’incertezza delle risorse».

Ora c’ un altro timore: che i tagli vadano a colpire progetti presentati dai Comuni per la realizzazione di centomila posti nelle scuole per l’infanzia. La previsione iniziale era di realizzarne 250mila, ma il piano “revisionato” dal Governo Meloni ha fatto scendere la stima a 150mila.

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