La Nuova Sardegna

La testimonianza

Assalto al portavalori in Ogliastra, l’autista della bisarca: «La pistola contro di me, ho dovuto ubbidire»

Assalto al portavalori in Ogliastra, l’autista della bisarca: «La pistola contro di me, ho dovuto ubbidire»

Il racconto del conducente minacciato dalla banda

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Osini Spaventato, ancora tremante dopo la terribile esperienza vissuta. È agitato l’autista del camion bisarca della Tirso costretto a fermarsi sotto la minaccia delle armi. I malviventi avevano studiato bene il piano e prestabilito che quel mezzo sarebbe stato utilizzato per bloccare il furgone portavalori impedendogli il passaggio. Il racconto del conducente della bisarca, di San Sperate, è lucido e dettagliato.

«All’uscita di una curva – dice – ho trovato la strada sbarrata da una Giulietta. Mi sono dovuto fermare. Ho capito subito che non era una situazione normale e che stava succedendo qualcosa di grave». Giusta intuizione dal momento che un istante dopo «un uomo armato di pistola mi ha intimato di mettere il camion di traverso e di scendere dal mezzo – continua l’autista di San Sperate –. Non ho avuto scelta». L’uomo, che viaggiava in direzione di Tortolì, ha spostato il camion eseguendo l’ordine dell’uomo armato:«Sono stato costretto a ubbidire», spiega. Poi, appena sceso dal posto di guida, un altro componente del commando «ha sparato alcune fucilate contro le ruote anteriori» del mezzo. Ma non era ancora finita.

«I due prima di allontanarsi hanno lanciato le chiavi del camion a monte della carreggiata in una zona fitta di vegetazione», racconta il conducente. Subito dopo i banditi hanno steso un cavo di acciaio tra i due guard rail e collocato sulla carreggiata tre grossi pneumatici ai quali hanno dato fuoco.

Un piano studiato nei minimi dettagli, messo a segno da un commando preparato e addestrato in cui ognuno dei componenti aveva un ruolo ben preciso e ha seguito un copione prestabilito. Che non prevedeva alcuna possibilità di errore. (g.c.b.)

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