La Nuova Sardegna

Verso le Regionali

Fratelli d’Italia: «Siamo il partito più forte, il nome del candidato del centrodestra spetta a noi»

di Umberto Aime
Fratelli d’Italia: «Siamo il partito più forte, il nome del candidato del centrodestra spetta a noi»

Il partito di Giorgia Meloni conferma il diritto alla nomination, ma non fa ancora il nome di Paolo Truzzu. In un mese ha cambiato la strategia: più nessuno scontro con la Lega e il Psd’Az

10 dicembre 2023
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Cagliari Dal licenziamento quasi in tronco di Christian Solinas, era il 18 novembre, al far circolare una frase oggi molto più diplomatica e morbida: «Se dovesse esserci un nuovo candidato governatore, la scelta spetterà a Fdi, che è senza dubbio il primo partito del centrodestra anche in Sardegna». Fratelli d’Italia ha cambiato strategia, almeno nella comunicazione, in un mese e poco più. Dopo aver mostrato i denti, con un comunicato in cui scriveva tra l’altro «da parte nostra non ci sono più le condizioni per sostenere un secondo mandato del governatore uscente», ora vuole apparire meno energica e brutale. C’è stata di sicuro una metamorfosi nei toni, ma senza rinunciare al ruolo, nel dettare tempi e modi del cammino del centrodestra verso le Regionali. Lo si è capito dal congresso provinciale di Cagliari.

Non c’è stata alcuna designazione di questo o quello, nessuna nomination per acclamazione del candidato in pectore Paolo Truzzu e ancora meno fughe in avanti. Potrebbe essere stata la segreteria nazionale ad aver suggerito ai dirigenti regionali di non esasperare oltre la contrapposizione con l’accoppiata Lega-Psd’Az e con Solinas in particolare. Meglio evitare il corpo a corpo, per non scatenare effetti collaterali indesiderati, come la spaccatura della coalizione. A questo punto, il sempre più probabile passaggio di consegne dovrà avvenire senza strappi. Perché, nonostante le smentite di ogni tipo, a Roma avrebbero già deciso che Solinas dovrà lasciare il posto a Truzzu.

La trasformazione Nel 2019, alle Regionali, Fdi aveva chiuso al quinto posto fra i partiti del centrodestra, allora vittorioso, e al settimo assoluto. Ora è davanti a tutti, dopo aver trionfato alle Politiche di un anno fa. «Fratelli d’Italia non ha chiesto di scegliere il prossimo candidato governatore per capriccio o perché siamo arroganti – ha sottolineato Fausto Piga, capogruppo in Consiglio regionale – È lo scenario politico a essere cambiato rispetto a quando, in anni passati, sono state altre forze politiche a scegliere. Oggi, con buonsenso e intelligenza, i nostri alleati devono prendere atto del cambiamento che c’è stato». In parole spicce, Forza Italia non è più quella del 2009, quando fu Silvio Berlusconi a scegliere Ugo Cappellacci e la Lega non è più certo dominante come cinque anni fa, quando fu Matteo Salvini a far scendere in campo il senatore sardista Christian Solinas. Che oggi Fdi sia il partito guida è stato confermato anche dal congresso di Cagliari, dopo Nuoro e Oristano: sala piena, diversi interventi e anche una dimostrazione di unità interna, seppure dopo un bel po’ di discussioni dietro le quinte, con l’elezione del sindaco di Isili, Luca Pilia, come presidente provinciale.

Scelta da condividere Fdi sa bene di avere in mano il pallino del gioco e vorrebbe ottenere il diritto alla nomination attraverso il dialogo, sapendo bene tra l’altro che, in Sardegna, i favorevoli alla ricandidatura di Solinas non sarebbero neanche tantissimi. «Sia il tavolo nazionale che quello sardo della coalizione si stanno incontrando e stanno discutendo per arrivare alla migliore scelta condivisa affinché il centrodestra unito possa vincere di nuovo le elezioni – ha detto il senatore e coordinatore regionale Antonella Zedda – Oggi Fdi si candida come partito vincente, con dalla sua il pieno diritto di presentare una proposta per il governo della Sardegna, ma è anche un dovere verso gli elettori». Fra meno di due settimane il giallo sarà risolto con la designazione di Truzzu ? Solo sulla data i vertici di Fdi hanno risposto: «Tutto sarà molto più chiaro prima di Natale, mentre sul resto non abbiamo nulla da aggiungere».

Quasi ecumenico Dal canto suo Paolo Truzzu non s’è lasciato andare a chissà quale proclama. «Il partito ha chiesto la mia disponibilità e l’ho data. Se ci sarà l’occasione per una candidatura alla presidenza della Regione sono a disposizione, in caso contrario non succederà nulla».

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