La Nuova Sardegna

Intervista

Il demografo Marco Breschi: «Popolazione dimezzata entro pochi decenni. Serve una nuova visione»

Il demografo Marco Breschi: «Popolazione dimezzata entro pochi decenni. Serve una nuova visione»

«La politica deve fare qualcosa»

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Sassari La domanda delle domande è questa: come e quanto potrà ancora resistere l’isola in questa situazione? La risposta prova a darla Marco Breschi, docente di Demografia all’università di Sassari.

«Purtroppo, non c’è nulla di nuovo – spiega il docente–. A chi vuole leggere i dati, la demografia della Sardegna è tristemente chiarissima. I sardi non fanno figli, non c’è una visione del futuro. Da qui a 80 anni ci saranno 800mila abitanti in meno, che significa una popolazione dimezzata. E manca un disegno per uscirne. Basta vedere il dibattito per le elezioni regionali in Sardegna, dove tutto è concentrato su chi ci sarà o non ci sarà, ma del tema demografico non ne parla nessuno. Eppure sarebbe questa la vera sfida del futuro».

Che fare dunque per uscire da questa sensazione di negatività? «Noi da esperti possiamo fare ben poco – riprende Breschi –. Una volta che abbiamo evidenziato il problema sarebbe necessaria una risposta della grande politica, quella che prende a cuore il problema e cerca di dare un futuro non solo all’isola ma anche a un intero Paese». Allargando lo sguardo alla situazione in Italia fotografata dal rapporto Censis, infatti, ne esce un’immagine in cui l’isola non è sola nel suo deperire lento e inesorabile. «L’Italia è un Paese addormentato – riprende il docente – fatto di sonnambuli, ripiegato su sé stesso. C’è qualche segnale positivo sull’allungamento dell’aspettativa di vita ma il grande problema è se gli anni che si guadagnano sono di “buona vita” oppure no, il grosso dibattito è su questo punto».

«Per esempio – aggiunge – in Sardegna sappiamo che avremo una bella quota di anziani senza che ci sia qualcuno che li potrà assistere. Anche su questo punto la politica è assente. Cosa faremo quando avremo un terzo della popolazione over 65? Perché è lì che si sta andando. I problemi sono enormi».

L’altro grande problema dell’isola è lo spopolamento. «Anche questo aspetto, possiamo dire che è in quasi assenza di intervento – riprende Breschi –. Io più che spopolamento lo definisco uno svuotamento, che sta avvenendo nel silenzio più assoluto. Quello che succede nei paesi dell’interno, e ormai anche nelle città, è una sorta di eutanasia omissiva. Serve un sogno, anche sbagliato ma idea di futuro della Sardegna che possa venire offerto ai 15enni di oggi affinché restino in Sardegna».

Mentre i paesi si spopolano e gli anziani invecchiano, le culle restano vuote. «L’isola ha un quarto di uomini e donne, intesi come coppie, che non hanno avuto figli – continua il docente – e questo numero si sta avvicinando a essere un terzo».

L’amministrazione regionale ha da poco lanciato delle iniziative per tentare di arginare lo spopolamento. «Sono iniziative interessanti – dice ancora Breschi – in particolare quello dell’assegno per le nascite. Ma i sardi la pensano come gli italiani e si chiedono se questi contributi saranno continuativi oppure no. Siamo comunque molto lontani dagli interventi fatti in altri Paesi, dove hanno utilizzato grandi risorse. Provate a chiedere a un giovane di 20, 25 anni quale intervento legislativo gli ha cambiato la vita. La risposta sarà il vuoto, la realtà è che tutti chiedono un cambio di passo». (s.sant.)
 

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