La Nuova Sardegna

Le indagini

Appalti Anas, anche la Sardegna compare nelle carte dell’inchiesta

Appalti Anas, anche la Sardegna compare nelle carte dell’inchiesta

Informazioni riservate alle ditte “amiche” prima delle gare

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Roma Ci sono anche alcuni appalti per lavori da svolgere in Sardegna all’interno della maxi inchiesta Anas, che ha determinato l’arresto ai domiciliari di Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis Verdini (anche lui indagato), tre imprenditori e alla sospensione di un anno dal servizio per due funzionari dell’ente strade.

L’inchiesta proietta un cono di luce su una storia di corruzione all’italiana, con al centro appalti da 180 milioni delle gallerie Anas. Si ipotizza un sistema di carriere ottenute grazie agli agganci politici in cambio di informazioni riservate foraggiate da imprenditori interessati agli appalti.

L’inchiesta della Guardia di Finanza di Roma parte da alcune conversazioni intercettate in un’altra inchiesta relativa alla procedura di gara per i lavori di manutenzione della Orte-Mestre. Un primo appalto del luglio 2022 riguarda la realizzazione e il risanamento strutturale e impiantistico di gallerie. Il lotto 2, 60 milioni su 180 totali, riguarda la Toscana, il Lazio, l'Umbria, le Marche, l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna. Secondo gli inquirenti le ditte avrebbero ricevuto informazioni riservate e i capitolati in corso di stesura. La consegna sarebbe stata effettuata attraverso una pen drive.

In questo caso nelle indagini è finito anche un dirigente Anas che non sarebbe intervenuto per bloccare la procedura pur essendo a conoscenza delle intese clandestine.

«Però cerchiamo di dargli una mano a ste c…o di imprese», afferma uno dei funzionari indagati in una intercettazione contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare. Per il gip, a carico dei funzionari Paolo Veneri e Luca Cedrone emerge un totale asservimento della funzione a favore di imprenditori interessati alle commesse Anas. «Le emergenze investigative hanno fornito: la prova di continui incontri in ambiti non istituzionali (nonostante le funzioni rivestite) con Pileri e Verdini ed anche talora con gli imprenditori (che partecipavano alle gare con società a loro riconducibili) per parlare di gare ed in periodi che hanno preceduto e seguito la pubblicazione» dei bandi e »durante le fase dell’aggiudicazione delle gare» si legge nell'ordinanza. Il gip evidenzia inoltre «la consegna anticipata dei disciplinari, il compimento pertanto di atti contrari ai doveri di ufficio; l’aver garantito appoggio durante lavori delle commissioni giudicatrici; la totale messa a disposizione per fornire suggerimenti, consigli, trovare soluzioni in spregio al dovere di imparzialità e correttezza verso tutti i concorrenti. È mai pensabile che tutto ciò sia stato fatto da Veneri e Cedrone (definiti a più riprese “i marescialli che presidiano il fortino”) per simpatia?», conclude il giudice nell'ordinanza.

E mentre le opposizioni insorgono, chiedendo chiarimenti al governo e in particolare al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, da fonti vincine al leader della Lega confermano che non è in agenda alcun intervento chiarificatore in Parlamento. Se ne parlerà, eventualmente, dopo Capodanno.

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