Treni, in Sardegna è ancora emergenza
Un altro viaggio con i vagoni affollati e tanti passeggeri costretti a restare in piedi. Arnaldo Boeddu, Cgil: «Problema strutturale, ormai succede ogni fine settimana»
Sassari La sensazione tipica del deja vu è ormai una costante sui treni che attraversano l’isola. Nonostante il clamore sollevato nelle ultime settimane, a cominciare dal lungo ponte dell’Immacolata, a causa del sovraffollamento dei vagoni, la stessa scena ormai si ripete praticamente tutti i giorni.
Per trovare un comodo posto a sedere sui treni che coprono la tratta Cagliari-Olbia e viceversa, è consigliabile accedere ai vagoni alla stazione di partenza, perché dopo potrebbe essere troppo tardi. A maggior ragione se il viaggio viene programmato nei fine settimana o durante i periodi di festa. Quando, cioè, i passeggeri aumentano. L’ultima segnalazione è di ieri mattina, sempre lungo la stessa tratta, con il convoglio partito da Olbia alle 10 del mattino.
Questa volta il conto dei passeggeri è andato fuori controllo al momento del cambio alla stazione di Chilivani per poi precipitare definitivamente alla stazione di Macomer. I posti a sedere erano esauriti già da Chilivani e i “nuovi” passeggeri sono dovuti restare in piedi a tempo indeterminato. Chi era bordo racconta anche alcune situazioni limite: «Una volta arrivati alla stazione di Macomer, i passeggeri a bordo del treno sono aumentati. Tra loro c’era una giovane che probabilmente aveva problemi di deambulazione, anche lei costretta a restare in piedi – racconta una delle passeggere –. Solo dopo che è stata male una ragazza le ha ceduto il posto. Tra i vagoni, però, non passa nessuno di Trenitalia e in questa situazione se qualcuno stesse male non potrebbe nemmeno segnalarlo tempestivamente».
Sull’argomento sono molto attenti anche i sindacati, che da tempo rivendicano maggiore attenzione verso i diritti dei passeggeri e una programmazione puntuale dei viaggi nei periodi delicati, come le giornate di festa: «Purtroppo i problemi causati dall’affollamento dei vagoni si verificano ogni fine settimana – conferma il segretario della Filt Cgil, Arnaldo Boeddu –. Inoltre, sui mezzi si può stare in piedi per brevissimi tragitti che non superano i trenta minuti. Oltre questo lasso di tempo è impossibile per tutti viaggiare in questo modo, giovani compresi». Sullo status del viaggiatore in piedi per necessità, Boeddu spiega lo stato dell’arte nell’isola: «Una pratica che rispetta le norme poiché Trenitalia ha chiesto ed ottenuto l’autorizzazione per poter far viaggiare in piedi i passeggeri lungo tutte le linee dell’isola».
Ma anche restando in piedi, ci sono i bagagli da considerare: «Che sono un ulteriore problema. Gli spazi all’interno del treno si riducono in maniera sensibile poiché ad ogni passeggero si deve associare almeno un bagaglio, che quasi sempre non trova posto nelle cappelliere. Quindi oltre al disagio del viaggio in piedi c’è il fatto che si è stipati come sardine», conclude il segretario regionale della Filt Cgil.