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Verso le elezioni

Il caso Sardegna spacca il centrodestra nazionale

di Umberto Aime
Il caso Sardegna spacca il centrodestra nazionale

Continua la contrapposizione tra Paolo Truzzu e Christian Solinas. La Lega si fa sempre più minacciosa ma Fdi non farà passi indietro

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Cagliari A Roma non si parla che del caso Sardegna, della spaccatura fra Fdi e Lega sul candidato governatore per il 25 febbraio. Paolo Truzzu è stato scelto dal tavolo regionale, guidato proprio da Fratelli d’Italia, mentre Christian Solinas continua a essere sostenuto da poco meno della metà dello stesso tavolo, a cominciare dal Carroccio. L’evidente contrapposizione è diventata in tutto e per tutto un caso nazionale. Intanto questo pomeriggio, a Cagliari, dovrebbe esserci la prima uscita ufficiale di Paolo Truzzu come candidato presidente. Alle 15.30 dovrebbe incontrare la coalizione, o comunque i partiti che sono schierati con lui, per organizzare la campagna elettorale, visto che domenica i simboli dovranno essere depositati in Corte d’Appello e liste il 22 gennaio. Anche se ormai gran parte dell’attenzione è rivolta verso Roma, per capire se e come i segretari nazionali riusciranno a risolvere la partita in Sardegna.

Summit immediato Domani o mercoledì, almeno secondo le indiscrezioni che rimbalzano dalla Capitale, dovrebbe esserci il vertice della verità fra Giorgia Meloni, Fdi, Matteo Salvini, Lega, e Antonio Tajani, Forza Italia. Proprio il partito di Berlusconi starebbe mediando fra i due colossi. «Prevarrà la saggezza. L’accordo lo troveremo su tutte le Regioni. La coalizione non si spaccherà», ha detto il portavoce Raffaele Nevi. Il futuro, però, potrebbe essere molto più complesso rispetto a quanto auspicato da Fi.

Le condizioni della Lega Il Carroccio sarebbe disposto ad accettare la mancata candidatura di Solinas solo se avrà come contropartita un pacchetto di certezze a breve scadenza. La prima è che, nei prossimi mesi, non sia messa in discussione l’attuale governatrice del Carroccio in Umbria, Donatella Tesei, leghista, che invece sarebbe già nel mirino di Fdi. Perché altrimenti – sempre secondo la Lega – «salterebbe davvero tutto, anche la ricandidatura del vostro Marco Marsilio (Fdi) in Abruzzo». La seconda: il via libera al terzo mandato per governatori e sindaci delle grandi città, ora è impossibile. Salvini vorrebbe evitare che prima o poi la Lega sia costretta invece a rinunciare alla conferma di Luca Zaia, nel Veneto, che è al secondo mandato consecutivo. Proprio il Veneto è un’altra delle Regioni che i vertici di Fdi vorrebbero accaparrarsi appena andrà in scadenza elettorale e starebbero già lavorando per mettere radici solide anche nel Nord Italia. Terza condizione: un mini rimpasto di governo alla vigilia delle elezioni europee, a giugno, perché – ancora detta del Carroccio – «è necessario un riequilibrio fra i partiti del centrodestra non tanto sui ministri ma sulle posizioni di seconda fila». Se domani tutte e tre le richieste dovessero passare, le resistenze di Giorgia Meloni sarebbero solo sul terzo mandato, il Carroccio finirà per accettare, ingoiare, la mancata ricandidatura di Solinas, schierandosi subito dopo, seppure a denti stretti, dalla parte del neo candidato Truzzu. Se così non fosse, invece, potrebbe non bastare un solo vertice per evitare lo strappo.

Le tre regole di Fdi Di contro l’attuale partito leader del centrodestra, allo stesso summit, dovrebbe replicare con tre dogmi. Il primo: è impossibile sconfessare quanto deciso dal tavolo regionale della coalizione, soprattutto perché sin dall’inizio «ai vertici locali avevamo assegnato il mandato di chiudere la partita e di conseguenza siamo d’accordo su quanto hanno deciso». Seconda regola: Truzzu è davanti a Solinas in tutti gli ultimi sondaggi commissionati dal partito e di conseguenza «il cambio in corsa è indispensabile». Terza regola: a livello nazionale non è più possibile che il partito di maggioranza relativa, Fdi appunto, si presenti alle Regionali con un solo candidato governatore – Marsilio in Abruzzo – mentre sia in Sardegna che in Basilicata – «siamo decisi a mettere uno dei nostri». Con tutte le carte scoperte, da una parte e dall’altra, domani o mercoledì al summit romano ci sarà la resa dei conti. Lo sarà anche per Truzzu e Solinas seppure di rimbalzo.

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