La Nuova Sardegna

L'incontro in Toscana

Aceto: «Gigi Riva per me è una leggenda e un caro amico»

di Luigi Soriga
Aceto: «Gigi Riva per me è una leggenda e un caro amico»

Il ricordo del mitico fantino del Palio di Siena: «È stato a casa mia, parlavamo della Sardegna»

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Sassari «La Sardegna ha perso un grande uomo, e io ho perso un grande amico. Quando ho sentito la notizia alla tv ci sono rimasto male. Gli volevo bene, lo stesso affetto che puoi avere verso un parente. Mi sono ritornati in mente tanti ricordi, e lo ammetto, mi sono commosso e ho pianto. Ho un piccolo rammarico: non essere riuscito a parlarci dopo tanti anni. Ho provato a chiamarlo, ci tenevo tanto, ma Riva non mi ha mai risposto. Era un uomo riservato, non ho voluto insistere».

Andrea Degortes, in arte Aceto, e Gigi Riva, avevano tante cose in comune: l’età: Aceto è un anno più grande. Poi l’amore per la Sardegna. E infine il fatto di essere due miti: uno il re del Palio di Siena, l’altro la leggenda del pallone. I loro destini si sono incrociati una mattina del 1981. «In verità non è stato un caso, quell’incontro l’ho cercato io. Sapevo che il Cagliari era in ritiro ad Abbadia San Salvatore, un piccolo centro della Toscana, e io volevo assolutamente conoscere Gigi Riva. Lo ammiravo da sempre, anche se vivevo lontano la Sardegna mi era rimasta nel cuore, tifavo il Cagliari e lui era il numero uno. Allora un mio amico aveva fatto da intermediario. Era andato da Riva e gli aveva detto: c’è un campione come te, ti va di conoscerlo?».

Poche ore più tardi Riva e Aceto erano seduti allo stesso tavolo, bevendo un aperitivo. «Lui non era uno di tante parole, ma tra noi si è stabilita subito una grande intesa. Siamo due uomini di sport, innamorati della stessa terra. Gli argomenti in comune non mancavano».

E infatti Riva, in un’altra occasione, accetta volentieri anche l’invito a pranzo. «Era venuto in Toscana per vedere l’amichevole Prato-Cagliari. Gli ho detto: dai ti vengo a prendere, ti porto a casa, ti presento la mia famiglia e poi andiamo insieme a vedere la partita».

«Mi sono presentato con la mia Bmw 745, mi piacevano le belle auto. Quando mi ha visto si è fatto una risata e mi ha detto: non sei venuto esattamente a piedi...».

«Poi abbiamo mangiato e come sempre abbiamo chiacchierato a lungo. Era bello trascorrere il tempo con lui. Ci tenevo a condividere la sua amicizia con altre persone, e allora ho fatto una sorpresa al babbo di Gianna Nannini, che a quell’epoca era a capo di una contrada. Gli ho detto: senti, ho qua davanti un fantino eccezionale, te lo devo far conoscere a tutti i costi. Quando ha visto Gigi Riva, per poco ci è rimasto secco».

«Mi dispiace non averlo più sentito. Ci ho provato, forse avrei dovuto insistere di più». Ma nell’ultima intervista alla Nuova rilasciata l’anno scorso, Andrea Degortes lo aveva salutato in questo modo: «Lo scriva, mi raccomando, lo scriva proprio così, sul giornale: tanti saluti dal tuo carissimo amico Aceto».

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